L’attaccante del Cagliari Leonardo Pavoletti, all’indomani del pari col Sassuolo sua ex squadra, ha parlato ai microfoni di Videolina: ecco alcune delle sue dichiarazioni.
“Può succedere di rilassarsi, non dimentichiamoci che è un campionato strano. Si gioca ogni tre giorni, con il caldo: il mister dice bene, dobbiamo fissarci un obiettivo forte, chi non lo fa rischia di fare un campionato meno brillante. I ragazzi su cui puntare? Credo ci sia un giocatore che ha fatto la differenza e spesso viene dimenticato: ed è Marko Rog, uno che in questo momento di difficoltà sta tirando il carro con grande forza e qualità, ha fatto l’assist per Joao ieri. È un giocatore talmente completo che credo sia da blindare e coccolare, tenendolo per lungo tempo a Cagliari. Un giocatore veramente forte, spero rimanga a lungo. Simeone? Avevo giocato con lui già a Genova, credo sia un giocatore indispensabile per noi: crea gli spazi giusti per il nostro gioco, è un gran lavoratore che combatte ovunque. Io, Simeone e Joao Pedro tutti insieme? Vedo bene la nostra coesistenza per l’anno prossimo: siamo tre giocatori completamente diversi, spetterà al mister trovare la giusta quadra. Sarebbe un bel tridente per un Cagliari ultraoffensivo: a me piacerebbe moltissimo, ma dipenderà dalla società (ride, ndr)”.
Qualche considerazione sulla stagione in corso
“Responsabilità della difesa per il gol subito dal Sassuolo? Dentro l’area chi attacca ha sempre dei benefici, la deviazione di Faragò è sfortunata, sono attimi. Il girone d’andata è stato eccezionale, c’è stato il calo in cui si potevano chiudere alcune partite, ma i miei compagni i ci hanno fatto divertire: è stato un Cagliari che se l’è giocata sempre a viso aperto, però nessuno può dire che si siano affrontate partite con timore. I motivi del calo? Quest’anno ho vissuto davvero poco lo spogliatoio, non credo ci siano stati dei problemi. È vero che in alcuni momenti abbiamo preso alcuni punti in più di quel che meritavamo, così come nella seconda parte abbiamo perso punti immeritatamente. È stato un campionato in cui i ragazzi ci hanno fatto divertire. Delusione dentro lo spogliatoio? Sicuro di entrare in Europa non lo eravamo, c’è rammarico perché sappiamo che tipo di squadra siamo quest’anno. Contiamo di provarci fino alla fine per il decimo posto, ma sappiamo che quest’annata poteva essere ancora più bella. Era un’annata già particolare, poi dopo il coronavirus è cambiato ancora di più: credo che mister Zenga abbia potuto lavorare pochissimo su questi ragazzi, una squadra con lo stesso allenatore da più tempo sicuramente era avvantaggiata rispetto a noi. I Primavera? Credo che in questo periodo eravamo più quegli infortunati in tribuna che in panchina: ieri c’erano tanti giovani in panca, è normale pensare di valorizzarli, dopo la loro ottima stagione e buttarli in campo”.
Il nodo allenatore
“Futuro di Zenga? Sarebbe irresponsabile da parte mia rispondere, a fine stagione la società tirerà le somme e valuterà. Io ho un ottimo rapporto con lui, ma non sono mai stato allenato da lui. Credo che anche la società non potrà valutare in modo lucido e “normale” vista la stagione, con un tecnico che non ha potuto davvero allenare questa squadra. Questo non è calcio, visto il periodo che stiamo vivendo. Allenatore integralista o gestore? Credo che l’allenatore bravo sia quello che decide il modulo in base alla squadra che trova, non può sempre solo pensare ai propri schemi: Sarri fa bene quando ha i suoi uomini che giocano in base al suo stile. A 30 anni un giocatore si mette a disposizione dell’allenatore, ma ormai le sue caratteristiche son quelle”.
Un occhio al Cagliari del futuro
“All’andata con la Lazio è stata una batosta a livello psicologico: abbiamo fatto una grande partita, potevamo chiuderla e invece sappiamo com’è andata. Vincere una partita così ci avrebbe dato ben altra carica e avremmo forse affrontato il resto delle gare con ben altro piglio, ci avrebbe dato sicuramente un’altra forza. Futuro del Cagliari? Credo che quest’anno tutti sapessimo di essere una squadra forte, però il calcio dice anche che rischi di non raccogliere quello che meriti: ma con un anno di conoscenza reciproca in più sai già cosa aspettarti in campo. Se ogni anno provi a ricostruire mandando via 4 o 5 giocatori è sempre più difficile, la squadra che in futuro farà bene è quella che cambia poco. Serve un progetto solido e duraturo, poi se le cose non vanno come ci si aspetta è giusto poi fare le proprie scelte. Il Cagliari dell’anno prossimo? Sarebbe un sogno ripetere il girone d’andata di quest’anno, non sarà facile farlo: quest’anno deve insegnarci che il calcio ti porta rapidamente dalle stelle alle stalle, dovremo essere determinati per affrontare al meglio tutte le partite. Speriamo soprattutto di essere ancora più costanti. I ragazzi della Primavera sono davvero bravi, purtroppo però li conosco davvero poco: ho visto Carboni qualche volta giocare, ho visto Ladinetti ieri ma non posso sbilanciarmi su di loro. Un appello ai tifosi? Ricordiamoci che le prossime son 4 gare complicate, visti gli avversari: non dobbiamo fermarci, ci credo e lo spero ma è difficile, vorrei che la squadra ripeta quanto visto col Sassuolo, senza mollare mai e compatti, con carattere e forza di squadra che non deve mancare”.
Questione Nazionale e un giudizio sulla Serie A
“Sogno Euro2021? Ne potremo parlare l’anno prossimo, io in qualsiasi modo la Nazionale la guarderò, spero di viverla da vicino e in prima persona, sicuramente lo slittamento pone un obiettivo ancora più grande e mi dà ancora una chance, dovrò essere bravo a giocarmela ancora al meglio. Scudetto alla Juventus? È la più forte del campionato, credo che vinceranno loro. Sorprese? Verona, che ha fatto un ottimo calcio e ovviamente l’Atalanta, che non è più una sorpresa: alla Sardegna Arena mi hanno impressionato davvero tanto”.