agenzia-garau-centotrentuno

Pavoletti: “Cagliari crede in me. Futuro? Ci toglieremo grandi soddisfazioni”

Scopri il nostro canale su Telegramle-notizie-di-centotrentuno-su-telegram
sardares
sardares

Il Cagliari e Leonardo Pavoletti andranno avanti insieme. Il centravanti livornese – come vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi – ha deciso di prolungare il proprio rapporto con la società rossoblù per le prossime due stagioni. Di questo e di altri temi ha parlato il numero 30 degli isolani in un’intervista ai canali ufficiali del club cagliaritano.

Sul rinnovo

“Le sensazioni a caldo per questo rinnovo sono di gratitudine, di affetto e di orgoglio. Devo ringraziare sicuramente la società perché, nonostante tutto, continua a credere in Pavoletti (sorride n.d.r.) ma anche la città di Cagliari e la Sardegna perché dimostrano ogni giorno, in ogni allenamento, in ogni partita, il loro affetto verso di me. Quindi ‘il merito di questo rinnovo è anche vostro perché mi avete spinto ad amarvi e ad amare questo luogo ma soprattutto a provare ogni domenica a dare il massimo e far dare il massimo a tutti i miei compagni’. Quindi vi ringrazio. È veramente un regalo bellissimo vivere e svegliarmi ogni mattina a Cagliari”.

Sul senso di appartenenza

“Il senso di appartenenza verso Cagliari e verso la Sardegna è nato piano piano però mi ha regalato sempre grandi soddisfazioni sia in campo che soprattutto nella vita perché qui sono diventato uomo, padre e ho vissuto i momenti più belli della mia vita qua. Poi c’è una cosa che mi accomuna a tutti voi ovvero l’amore per la terra ma soprattutto il vivere sereno, vivere il quotidiano, scendere, andare a fare la spesa, andare a fare le commissioni con la famiglia o senza. Passare ed essere salutato “Ciao Leo” o “Ciao Pavo” per me è tanto. Poi, quando ho un attimo di tempo, essere al mare è per me il regalo più grande che un uomo possa avere”.

Sui sette anni al Cagliari

“Questi sette anni sono passati in fretta ma sono stati ricchi di successi e anche di delusioni. Mi ricordo benissimo quando misi il primo piede una volta sbarcato all’aeroporto di Elmas o come l’ultima grande battaglia a Firenze dove riuscimmo ad ottenere una salvezza veramente grande. Il secondo anno è stato un campionato ricco di gol ma sopratutto c’è stata la nascità del mio primo figlio (Giorgio n.d.r.). Il terzo è stato il mio grande cruccio. La società aveva comprato grandi giocatori, è stato un campionato molto esaltante nella prima parte e io potevo fare solo il tifo per via dell’infortunio al ginocchio. Poi è arrivato il Covid, sono successe tante altre cose e poi siamo arrivati al mio ritorno in campo dopo il secondo crociato. Diciamo che il terzo anno è stato più dolori che gioie però mi sono servite per ripartire l’anno dopo molto carico e quello è stato l’anno della rinascita, della consapevolezza, del ritorno di Pavoletti perché mi davano tutti per spacciato per i due crociati. E invece nella lotta salvezza, nel periodo più intenso e difficile, mi sono fatto trovare pronto. Quello mi ha dato anche tanta forza interiore perché non era facile, non ero stato messo nelle condizioni migliori per dare tutto però da uomo ho trovato delle forze interiori che non sapevo nemmeno di avere. Poi passiamo all’anno funesto della retrocessione. Purtroppo è stato un anno dove tutto è girato male, dove tutto è stato sbagliato in primis da parte nostra. Noi ci siamo sempre assunti le nostre responsabilità però non posso neanche dimenticare la nascita del mio secondo figlio (Brando n.d.r.). Nella delusione, sportivamente parlando, c’è stata però anche la gioia data dalla nascita del secondogenito”.

Sul biennio Ranieri e la stagione appena passata

È stato un percorso di crescita che ci ha portato poi a vivere due anni bellissimi, dalla promozione in Serie A al ritorno del nostro mister Claudio Ranieri fino alla salvezza di quest’anno. Ci sono state delle montagne russe tutto l’anno ma poi siamo arrivati a Reggio Emilia festeggiando come bambini. L’annata in A appena conclusa? Se devo raccontare la stagione appena trascorsa in tre flash, direi sicuramente la partita vinta 4-3 contro il Frosinone. Da lì è nata la nostra consapevolezza che potevamo stare in Serie A. Il secondo grande scalino è stata la riunione post partita dopo la Lazio in casa, dove avevamo perso e il mister, per fare da parafulmine, ha provato a dimettersi ma noi ce lo siamo tenuti stretti. Poi, sicuramente, il terzo flash è Reggio Emilia, la salvezza e tutti i festeggiamenti che da lì sono nati”.

Sul futuro

“I nuovi obiettivi di questi anni saranno semplici e delineati. Mister Ranieri ha solcato un bel sentiero e sicuramente dovremo portare avanti tutti questi principi che il mister, giorno dopo giorno, ci ha inculcato dentro e quindi non ci potremo nascondere. Ogni giocatore, quando sente l’affetto del proprio tifo e della propria città, porta sicuramente ad ottenere risultati incredibili e grandiose rimonte. Sono merito nostro ma se non siamo spinti da voi tifosi non può finire com’è finita quest’anno. Per raggiungere certi obiettivi bisogna che ci sia un ambiente sereno e tranquillo. Il mio personale sogno nel cassetto è quello di far passare due anni felici a tutti i tifosi del Cagliari con grandi vittorie ma soprattutto con grandi gol. Mi piacerebbe tornare a spolverarmi le spalle e a segnare un po’ di più rispetto a quello che sto facendo negli ultimi anni. Sto lavorando bene e mi sono ripreso. Saranno due anni intensi ma sono sicuro che ci toglieremo grandi soddisfazioni”.

La Redazione

Notifiche
Avvisami se ci sono
guest
6 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti