Giovedì romano con vertice pastori-governo, weekend caldo in Sardegna.
Nessuna fumata bianca. Dall’atteso confronto romano di giovedì, con il vice-premier Salvini e il Ministro dell’Agricoltura Centinaio, i pastori sardi non hanno spuntato l’atteso rialzo sul prezzo del latte. L’obiettivo di quota 1 euro al litro non è stato raggiunto, con il governo che ha proposto subito un innalzamento di 10 centesimi sulla cifra di 60 centesimi al litro.
Trattative ad oltranza, promette Salvini, fino a quando non si troverà un accordo. Di fronte a lui gli imprenditori, i consorzi, le cooperative, gli industriali e i rappresentanti dei territori. Tutti motivati, sotto il sole della capitale, a svoltare in una vertenza che dura da giorni per quanto riguarda le plateali proteste con il latte versato sulle strade della Sardegna.
“Stiamo uniti, senza bandiere o colori”, fanno sapere i manifestanti fuori dal Viminale, perché “l’unico colore è quello del latte”. Nessuna intenzione di accettare una cifra inferiore all’euro per litro, “perché produrlo costa 74 centesimi e la situazione attuale è una rovina”.
Dopo l’estenuante vertice, secondo quanto trapela dai rappresentanti dei pastori presenti, c’è stanchezza e dispiacere per il mancato accordo, ma anche fiducia. “Dobbiamo stare calmi, la gente non deve sbagliare ora – dicono – Sabato e domenica Centinaio sarà in Sardegna per mediare ancora, i presidi nel weekend vanno mantenuti, il tavolo è aperto e il governo ha promesso l’impegno per trovare un accordo. Vediamo cosa fanno i ministri, sono stati però molto bravi. Bisogna stare tutti tranquilli”.