Il punto della situazione dopo l’incontro di Tramatza con circa mille pastori.
Obiettivo 80 centesimi euro per un litro di latte. Decisione condivisa dei pastori, riunitisi martedì a Tramatza in oltre mille unità per arrivare ad una proposta alternativa a quella di 72 centesimi fissata dal tavolo ministeriale. Dall’incontro, presieduto da Gianuario Falchi (pastore di Bultei) è venuto fuori un documento di 12 punti con cui si punta ad arrivare alla soglia di un euro. Circa mille i pastori presenti.
Così Falchi: “Loro, come base di partenza, possono già dare 80 centesimi. Sotto quella soglia siamo sotto i costi di produzione, ed è incostituzionale. I sacrifici li dobbiamo fare tutti. Noi speriamo che si arrivi all’euro per litro. Tutti sappiamo e sapevamo che la lotta è lunga e difficile puntando a un euro. Ma i pastori non li divide nessuno, andiamo avanti”.
Intanto si è dimesso da presidente del Consorzio di tutela del pecorino romano il sassarese Salvatore Palitta. “Dopo aver creato il mostro, individuato la fragilità di una filiera frammentata, la debolezza contrattuale del pastore, la debolezza contrattuale dei trasformatori nel mercato, chi è il vero dominus che nessuno ha il coraggio di pronunciare? La gdo (Grande distribuzione organizzata, ndr) con il suo strapotere contrattuale, con le aste al ribasso”.
Decisione “positiva, poiché è evidente il fallimento dell’attuale gestione del Consorzio del Pecorino che va quindi completamente ripensato con l’ingresso nell’amministrazione dei pastori ai quali vanno assegnate le quote di produzione”, il commento di Coldiretti, che sulla trattativa dice: “Gli industriali colgano la nuova offerta dei pastori per garantire un prezzo del latte iniziale adeguato ai costi di produzione con una clausola che assicuri di raggiungere l’obiettivo di un euro in tempi certi. Serve un atto di responsabilità degli industriali che sono i diretti beneficiari delle consistenti misure di sostegno per 49 milioni di euro messe in campo da Governo e Regione, senza dimenticare le aperture delle catene distributive che si sono impegnate a riconoscere ai fornitori un valore, all’acquisto del pecorino, in grado di assicurare agli allevatori il prezzo di 1 euro al litro ed anche a realizzare campagne promozionali. E’ importante la nomina di un Prefetto per verificare eventuali errori e violazioni ma anche per controllare la legalità delle operazioni di ritiro del pecorino da destinare agli indigenti con le risorse pubbliche”.
I PUNTI SALIENTI – Di seguito i punti salienti dell’accordo. (da L’Unione Sarda)
– Attivare nel tempo tutte le procedure capaci di portare il prezzo del latte ovino ad 1 euro + iva al fine di coprire i costi di produzione.
– Trasparenza nei dati di produzione delle diverse tipologie di formaggio che vengono utilizzati per la determinazione del prezzo minimo del latte.
– Creare un sistema di livello produttivo da assegnare ad ogni azienda agricola produttrice di latte ovino, per la produzione delle Dop.
– Definizione di una griglia di retribuzione minima del latte in correlazione alla quotazione mercantile dei prodotti lattiero caseari in generale e di tutte le DOP in particolare, sulla base delle quotazioni della camera commercio (Milano o Cagliari, o CLAL).
– Distribuzione più equa dei profitti all’interno della filiera dei prodotti lattiero caseari, facendo firmare al soggetto venditore (industriali della trasformazione) all’atto della vendita del formaggio, clausole nelle quali venga dichiarato che il livello di remunerazione della materia prima utilizzata e tale da coprire i costi di produzione.
– Nomina di un prefetto con compiti di analisi, sorveglianza e monitoraggio delle attività di filiera. Riforma strutturale di tutto il sistema lattiero caseario Sardo compreso gli statuti delle DOP, al fine di consentire ai partecipanti della filiera la giusta remunerazione dei loro prodotti e la trasparenza dei dati.
– Riforma degli statuti delle cooperative di trasformazione con lo scopo di rispettare lo spirito cooperativistico e permettere che la gestione venga espletata nel tempo da più persone.
– Specificare in etichetta la provenienza e la percentuale delle diverse tipologie di latte utilizzato per la produzione dei formaggi misti.