Il General Manager della Dinamo Sassari Federico Pasquini ha parlato a Dinamo TV: ecco alcune delle sue dichiarazioni.
“Giappone e Corea del Sud sono diventati mercati molto concorrenziali per noi: non sono campionati stressanti, durano poco e hanno disponibilità economiche. Ci è dispiaciuto che Evans sia andato lì, eravamo vicini a un accordo: abbiamo rigirato la squadra in diversa maniera e ora proviamo a completare gli altri tasselli. Via anche Pierre? C’erano pochi nel ruolo di Burnell: siamo partiti da lì per disegnare la squadra, abbiamo portato via un giocatore che sono convinto possa crescere e che partire da lui sia stata una mossa intelligente”.
Su Justin Tillman: “Un giocatore intrigante, ha tutto per diventare un giocatore di livello in Europa. Siamo riusciti a prenderlo perché ha abbassato un po’ le richieste anche per quell’infortunio che l’ha fatto terminare la stagione prima. Penso che lui e Burnell vanno aspettati, non possiamo aspettarci tutto. Per come giochiamo noi Tillman può giocare intorno all’area, può scalare anche al numero 5 ed è quello che stavamo cercando”.
Sulla Dinamo europea: “C’è la volontà di seguire la metodologia e la mentalità dell’est Europa. Andare a prendere Pusica per noi era perfetto per le caratteristiche fisiche e le sue ambizioni di riscatto dopo una stagione non positiva a livello di squadra. Abbiamo Bilan che ha delle caratteristiche uniche a livello di numero 5. Con Krušlin siamo molto avanti, stiamo aspettando le firme: sappiamo che Poz lo conosce bene, ci serviva un giocatore che potesse giocare sia da 2 che da 3: Poz sa benissimo cosa aspettarsi da lui. La volontà è quella dia vere più giocatori intercambiabili possibili: vogliamo riproporre quella Dinamo del finale della scorsa stagione, andare su diversi assetti a seconda delle necessità che emergono nella partita. La cosa più intrigante è che è una squadra molto giovane, sono tutti giocatori che potrebbero esplodere da un momento all’altro. Non credo che mancherà la voglia di fare, dobbiamo avere un po’ di pazienza, questa squadra può avere una grande crescita”.
Sui lunghi: “Vorremmo ricalcare il modello col lungo italiano d’esperienza che ci possa permettere non solo un lavoro a livello di campo, ma anche di consigli per il gruppo: abbiamo ritenuto dopo due anni che Daniele Magro dovesse andare via, non giocava abbastanza. In questo momento non abbiamo fretta, vediamo le situazioni che si svilupperanno in questo weekend. Vogliamo un lungo che ci permetta di giocare anche insieme agli altri del ruolo, senza dimenticare Treier che può avvicinarsi a canestro. Senza la sinergia col coach non è possibile andare avanti: siamo partiti da una situazione strana tra crisi economica e non sapevamo che appeal potesse avere l’Italia a livello di campionato. Il mercato è ancora lungo e intrigante, penso che dopo il 15 luglio i prezzi si abbasseranno e nasceranno occasioni”.
Sulla Champions League: “Penso abbia superato l’EuroCup, ci dobbiamo aspettare un qualcosa di grosso sin da subito: non ci sono squadre che non potrebbero arrivare in fondo, la Champions League ha fatto un passo decisivo verso l’alto”.
Sulla clasuola covid: “Ha inciso molto, purtroppo non si è cercato di uniformare questo contratto: andare a negoziare con un singolo giocatore è molto complicato, ci sono state delle situazioni lunghe e altre molto tranquille. Ritengo sia una cosa nuova, ma era d’obbligo per me perché bisogna tenere conto di questa possibilità”.
Sulla Supercoppa: “Penso sia una formula molto buona, garantisce un grande seguito ed è molto avvincente: è molto utile non sono come risvolto mediatico, ma anche dal punto di vista del lavoro per vedere a che punto sono le squadre. Non sono semplici amichevoli, ci sono molte squadre che no vedono l’ora di riniziare”.
Su Torino: “Stiamo ragionando in funzione dell’A2, ma è tutto un punto di domanda: la cosa più ragionevole è pensare a fare una squadra molto competitiva per l’A2 e al massimo aggiungere degli stranieri in caso di Serie A1”.