Il difensore rossoblù José Luis Palomino ha parlato ai microfoni di Radiolina durante la trasmissione “Il Cagliari in diretta” a tre giorni dalla partita contro il Genoa di domenica 24 novembre: vi riportiamo alcune delle sue dichiarazioni.
Leader
“Durante il ritiro post-Empoli abbiamo parlato della situazione non semplice che stavamo attraversando. Ho dato il mio parere, cosa potevamo migliorare. Sono state importanti le parole che ci siamo detti, quando inizi un percorso nuovo serve un periodo di adattamento. Il modo migliore per uscirne è lavorare sempre e crederci. Non è stato difficile per me diventare una voce importante nello spogliatoio. Dico le cose come le penso, ormai sono grande e ho esperienza, quindi dico la mia. Per me è normale che all’inizio i risultati non arrivino, bisogno solo continuare a giocare. Mi sento un leader, ma non mi interessa esserlo, cerco solo di aiutare i ragazzi che hanno voglia di fare bene. Io cerco sempre di dare una risposta vera e non banale anche ai microfoni. Ci sono tanti leader negli spogliatoio e tanti ragazzi con voglia di portare avanti questo progetto”.
Il trasferimento
“Onestamente quando vengo in una nuova squadra, non mi interessa tanto la città in sé. Non conosco tanto Cagliari, perché faccio casa-Asseminello. Però qua mi trovo bene, il rapporto con i tifosi è normale e penso che l’ovazione da parte loro me la debba ancora meritare. Il mio arrivo a Cagliari? Mi volevano già dall’anno scorso, poi l’Atalanta non mi aveva lasciato andare via. In estate ero libero e si è concretizzato il trasferimento”
Atteggiamento
“Non mi definirei cattivo. Voglio correre e vincere ogni duello in campo. Mi hanno sempre detto che posso picchiare di più (ride ndr). Mi dicono che sono troppo bravo e forse hanno ragione. Alcuni miei compagni picchiano di più. Però è un atteggiamento con cui devi nascere, non mi piace essere cattivo, ma andare sempre forte. La psicologia? Mi aiuta nella vita e anche in campo, stare bene di testa è molto importante. Mi piace quando mi dicono le cose dirette, senza giri di parole”.
L’Argentina e le amicizie
“Cerco di tornare sempre quando sono in vacanza, almeno 20 giorni. Ho gli stessi amici di sempre, con alcuni di loro il tempo non sembra essere passato. Amici veri nel calcio? Assolutamente sì, vedo Gabriele e Tommaso (Zappa e Augello ndr) davvero molto legati per esempio”.
Il momento
“Il Genoa ha una situazione da sistemare al più presto, ma dobbiamo guardare a noi, siamo in crescita. Contro il Milan abbiamo fatto bene, abbiamo creato tanto, abbiamo preso un buon pareggio ma volevamo vincere. Avvicinarci a una squadra forte come il Milan e portare a casa un punto significa che stiamo bene. Domenica troveremo una squadra che è difficile da affrontare nel loro stadio, ma noi stiamo lavorando tanto per questa partita. Speriamo che i ragazzi si sveglino bene domenica mattina per una grande prestazione. All’inizio di questa squadra si è sempre detto che giocava bene, ma possiamo sempre fare meglio. Questa squadra deve liberarsi e poter esprimere le sue potenzialità, ma per fare questo serve fiducia e risultati. Possiamo fare molto bene. A Genova troveremo un ambiente che ti carica da solo, per me giocare in un campo caldo è meglio. I tifosi vorranno farsi sentire, ma noi andiamo a fare la nostra partita”.
Obiettivi e sogni
“Il mio obiettivo oggi è fare bene con il Cagliari e arrivare il più lontano possibile. Capisco che l”obiettivo è la salvezza, ed è importante ma io vorrei di più: però capisco che ci voglia un progetto in cui credere forte dal primo all’ultimo e anni di lavoro. Sto cercando di fare la mia parte. Ora la prima cosa è fare bene in campo, prender fiducia e poi si lavora anche meglio. Ora si vorrebbe fare il nuovo stadio, si aspettano ancora i permessi, ma la nostra parte è fare un buon campionato, così tutti i tifosi sono vicini e vogliono fare la loro parte. Il sogno? Tornare in nazionale, Ero convocato per la Copa America, poi rimasi fuori dalla lista e arrivò anche quel problema con il doping. Persi tanto da quella situazione, ma ne sono uscito più forte. Sono rimasto fuori 3-4 mesi, diverse cause ma alla fine è andata bene”.
La Redazione