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Palermo: “Felice alla Villacidrese, non mi aspettavo di essere da subito così decisivo”

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Il centravanti della Villacidrese, Ryduan Palermo, figlio dello storico bomber del Boca Juniors e della nazionale argentina, Martin Palermo, si è raccontato ai nostri microfoni durante la rubrica settimanale Ritratti d’Eccellenza. Queste le sue parole.

Com’è nata la scelta della Villacidrese?

“Non lo so. Il mio procuratore ha fatto le comunicazioni con Matteo (Marroccu, presidente della Villacidrese n.d.r.). Quando me l’hanno detto, mi è piaciuto perché io volevo arrivare in Italia, volevo giocare qui”.

Com’è stato il tuo impatto con la squadra ma anche con la città di Villacidro?

“Bene. Ero già stato in Spagna, in un paese piccolo, quindi sono abituato. Ho già giocato in paesi diversi. Io gioco a calcio e se faccio questo sto bene”.

Siete 4 argentini in squadra. Com’è portare un po’ di Albiceleste anche in Sardegna?

“Sì, è bello avere vicino giocatori argentini. Stiamo bene qua a Villacidro e mi stanno aiutando ad essere tranquillo”.

Qual è la cosa che ti manca di più della tua Argentina?

“La grigliata (sorride n.d.r.), che è quella che mi manca di più ma anche il mate”.

Ti aspettavi di iniziare così forte alla Villacidrese con così tanti gol?

“Non sono arrivato con un obiettivo. Ovviamente io pensavo a giocare e a incominciare bene ma non così. Quando ho cominciato a fare gol partita dopo partita, ho preso molta fiducia e abbiamo fatto molto bene contro tutte le squadre. Per questo, se la squadra fa bene, i gol arrivano”.

La Villacidrese è un po’ la mina vagante di questa Eccellenza. Che tipo di campionato è quest’anno e quanto potete essere voi protagonisti?

“Sono tutte squadre forti e non ci sono partite facili. Non possiamo mollare in nessuna partita. Mi piace che la squadra giochi allo stesso modo senza guardare l’avversario che ha di fronte. Questo per noi, partita dopo partita, è importante e diventiamo sempre più forti”.

Hai trovato molte differenze tra il calcio italiano e quello argentino e spagnolo, dove hai militato?

“Il calcio spagnolo è un po’ più tecnico. Qua ci sono giocatori importanti che hanno giocato in Serie D e Serie C e che hanno molta esperienza e questo si vede in campo”.

Hai un cognome pesante: sei figlio di Martin Palermo. Quanto è stato difficile per te all’inizio della carriera essere etichettato come “il figlio di” e non solo come Ryduan?

“Da piccolo no perché comunque pensavo solo a giocare. Da grande un po’ sì perché ho cominciato ad essere più cosciente di chi era mio papà ma ho sempre detto che ero abituato a questo”.

Oltre a tuo papà, avrai visto da piccolo altri campioni nel calcio argentino. Che ricordi hai di quando eri bambino legati anche a tuo padre?

“Penso che il gol al Mondiale contro la Grecia sia stato bellissimo, vedendo mio padre realizzare il suo sogno che era quello di giocare un Mondiale dopo molto tempo fuori dalla Nazionale e questo è stato molto bello”.

Tuo papà Martin sta attualmente provando ad intraprendere la carriera da allenatore. Che tecnico è stato con te da bambino e qual è l’approccio che ha ora nei tuoi confronti?

“Prima mi dava dei consigli quando magari sbagliavo qualche movimento ma non è un papà pressante, mi lascia tranquillo. Sa essere giusto nelle cose buone e negative”.

Quando hai deciso di trasferirti a giocare in Italia, che cosa ti ha detto? Ti ha consigliato questa destinazione?

“Lui mi consiglia soltanto ma poi la decisione è mia. Mi appoggia sempre nelle decisioni che prendo”.

Si avvicina l’inizio dei Mondiali in Qatar: come vedi l’Argentina di Scaloni?

“La vedo molto forte. Si vede che i giocatori stanno bene e si intendono bene in campo e fuori e questo è importante. Penso che Messi ci arrivi con molta fiducia e non come in altri Mondiali dove non sono arrivati molto bene. Penso che possiamo sognare di vincere il Mondiale”.

Quale sarà secondo te il principale avversario dell’Argentina ai Mondiali?

“Ci sono molte nazionali forti. C’è il Portogallo, i campioni in carica della Francia, anche il Brasile”.

Qual era il tuo idolo da ragazzino nel ruolo che ricopri tu, quello di attaccante?

“Mi piaceva molto Ibrahimovic. Di argentino, invece, mio papà. In seguito anche Cristiano Ronaldo”.

È rimasta nella storia la scena del gol qualificazione ai Mondiali di tuo padre al Monumental in Argentina-Perù con Maradona Ct. Hai mai conosciuto El Pibe de Oro?

“Sì, l’ho conosciuto quando ero bambino. Ha sempre avuto grande personalità, con il sorriso stampato sulla faccia, parlava con tutti. Per me è stato il giocatore più forte della storia”.

 La Redazione

 

 

 

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