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Oliveira: “Questo Cagliari non molla mai, a Napoli con la giusta carica”

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In vista di Napoli-Cagliari, sfida valida per la sedicesima giornata della Serie A 2023-2024, ritorna la nostra rubrica “Quel giorno io c’ero”, che racconta momenti, episodi, curiosità e aneddoti di giocatori rimasti nei ricordi e nel cuore dei tifosi rossoblù. Ai nostri microfoni questa settimana Luis Oliveira, attaccante belga classe 1969 che fu protagonista con una doppietta il 27 febbraio del 1994 nel successo per 2-1 del Cagliari allenato da Bruno Giorgi contro il Napoli di Marcello Lippi. Inserito nella Hall Of Fame del club rossoblù, lo storico numero 11 isolano ha ripercorso i suoi trascorsi in Sardegna e ha analizzato il momento del Cagliari con Claudio Ranieri nuovamente al timone.

Luis, dopo la rimonta all’Unipol Domus contro il Sassuolo come arriva secondo lei il Cagliari alla sfida del Maradona contro il Napoli? Che gara si aspetta?

“Credo che il Cagliari arriverà a Napoli carico perché quello che è capitato per la seconda volta (si riferisce alle rimonte contro Frosinone e appunto Sassuolo n.d.r.) è stato bello. Posso dire che chi soffre di cuore prima o poi ci lascia la pelle (ironizza n.d.r.). Credo che ci sia stata una grande forza di volontà nel crederci fino alla fine perché questo è Ranieri. Ranieri ha trasmesso a questi ragazzi tutto quello che lui ha dentro di sé, di non mollare. Penso che questa sia una cosa importante. Dal mio punto di vista, al Cagliari manca un tipo di gioco. Una volta che lo troverà, il Cagliari sarà una squadra più competitiva. Tanti errori banali sono stati fatti da questi ragazzi. Per molti di loro è il primo anno in questa categoria. Tutte le domeniche devono affrontare squadre grandi o piccole, cercando di dare il meglio di loro stessi”.

Uno dei fattori che stanno incidendo maggiormente in questo nuovo percorso del Cagliari, sia l’anno scorso in B che quest’anno in A, è senza dubbio la presenza di Ranieri in panchina. Come giudica il suo operato fino a questo momento?

“L’anno scorso, quando alcuni tifosi mi hanno detto che Ranieri stava arrivando a Cagliari, io pensavo ‘ma quando mai, Ranieri non arriverà mai a Cagliari’. E invece è successo. Lui ha cercato di trasformare il Cagliari in un Cagliari più competitivo. Sappiamo che la Serie B è molto diversa dalla Serie A. Devi avere tanta forza fisica, tanta voglia e su questo Ranieri ha lavorato benissimo sulla testa di tutti quanti. A lui non frega niente di quei 11 o 12 che giocano, a lui interessa il gruppo. Quando qualcuno non gioca o è in difficoltà, Ranieri è il primo a cercare di motivare. Credo che questa sia una cosa importante per un allenatore. Ci sono tanti allenatori che guardano solamente quei 12 o 13 giocatori perché pensano che siano solamente quelli che possono fare la differenza. La differenza la fanno soprattutto quelli che sono in panchina, che hanno fame. Quando il mister ti dà la possibilità di giocare, è il momento giusto per fare ciò che ti aspetti. Credo che Ranieri, dall’anno scorso a quest’anno, anche se ha avuto qualche piccolo problemino all’inizio, che è normale perché ci sono giocatori che non conoscono ancora questa categoria, abbia cominciato pian piano a gestire la situazione. È una squadra che non molla mai e per un tifoso o per un ex giocatore del Cagliari vedere un momento così bello (si riferisce alla finale playoff di ritorno contro il Bari n.d.r.) – anche io pensavo che era finita al novantesimo – è stato un motivo di gioia per tutti i sardi, compreso me”.

Momento amarcord. 27 febbraio 1994. All’allora San Paolo, il Cagliari di Bruno Giorgi si impose per 2-1 contro il Napoli grazie a una sua doppietta. Che ricordi ha di quella gara e di quel Cagliari di allora?

“Me lo ricordo come se fosse in questo momento. Sono momenti che uno non dimentica mai anche se è una cosa bella o meno bella. In quel periodo il Cagliari era una squadra vera, di amici e quello è fondamentale perché nessuno di noi era geloso l’uno dell’altro. Qualche volta uno diceva ‘non gioco, ma mi alleno’. Anche io sono caduto in questo vagabondaggio. A Firenze, Trapattoni mi disse ‘o giochi lì o non avrai la possibilità di giocare’. E così mi sono allenato anch’io ma queste cose non devono accadere perché sei un professionista. Ovviamente non puoi sapere cosa può accadere dall’oggi al domani e così il Cagliari decise di prendermi. Quando sono arrivato al Cagliari non ero al massimo della condizione. Credo però che sia fondamentale credere in sé stessi. E aver vissuto un momento magico come quello penso sia il bello del calcio. Quel Cagliari era una squadra importante per la Sardegna e quell’anno abbiamo fatto veramente gioire i tifosi. Quella doppietta lì a Napoli è stato qualcosa di veramente importante, per me, per i miei compagni e per i tifosi del Cagliari”.

In chiusura, torniamo all’attualità. Il Cagliari, ad oggi, ha diverse opzioni in avanti. Chi secondo lei sta facendo meglio e chi invece deve dare qualcosa in più nel corso della stagione?

“Luvumbo è un giocatore importante e lo è stato non solo nella partita di lunedì contro il Sassuolo, quando ha messo quella palla in mezzo per lo stop di petto e il tiro di Lapadula. Credo che Ranieri saprà gestire bene la situazione perché ha tre attaccanti centrali (Lapadula, Pavoletti e Petagna n.d.r.). Con i giocatori che ha il Cagliari a disposizione, penso che bisogna lavorare molto sugli esterni e il Cagliari in questo momento sta facendo questo. Quasi tutti i cross che il Cagliari riesce a mettere in area di rigore diventano occasioni pericolose. Credo che Ranieri stia gestendo davvero bene i suoi attaccanti. Dal mio punto di vista, penso che manchi un po’ la concentrazione in difesa, in marcatura e in copertura. Sono cose in cui bisogna lavorare di più, non che Ranieri non lo faccia, anzi lo fa molto ma sono proprio i giocatori a pensare di saper già fare tutto. La chiusura e la marcatura sono totalmente importanti”.

Fabio Loi

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