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Olbia, solito X: un tormentone che non emoziona più

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Solita, solita Olbia. Non per scomodare il celebre “boring, boring Arsenal” degli anni ’80, ma l’Olbia edizione 21/22 è riuscita in un compito che nessuno – o almeno non chi scrive – credeva possibile: riuscire a spegnere ogni slancio emotivo. Non colpisce più la doccia fredda, anzi: gelida, del 92’; non colpisce più vedere la classifica trascinarsi ancora una volta con le stesse distanze sbarrando in faccia la porta dei play-off e lasciando socchiusa quella play-out; non sorprendono i rimpianti finali per aver sprecato un’altra (l’ennesima) occasione. È tutto già visto, resta solo la perplessità.

Il match

Quando in attacco si scrive “Solita Olbia” il motivo è presto detto: i bianchi si sono buttati via per l’ennesima volta. Stavolta il canovaccio vede capitan Pisano e compagni approcciare la partita col coltello tra i denti, aggredendo bene un avversario che appare incredibile sia in zona play-off (loro sì). Risultato sbloccato con un’ottima transizione: Emerson anticipa secco l’avversario a metà campo, appoggia a sinistra per Travaglini che controlla, avanza e crossa teso a centroarea, Mancini sfiora ma non indirizza, Ragatzu alle sue spalle segue bene e tocca a portiere fuoricausa.

Spreco

Non solo, il vantaggio galvanizza i bianchi che pochi minuti dopo hanno la grande occasione per il raddoppio su calcio di rigore, ma stavolta Farroni (ne sentiremo parlare più avanti) si oppone e respinge la conclusione di Ragatzu. Nessun problema però: l’Olbia chiude bene il primo tempo e gestisce bene anche il secondo, concedendo le briciole ai marchigiani e sfiorando il raddoppio ancora con Ragatzu: ma il suo tiro pure deviato da un difensore trova la risposta a mano aperta di Farroni.
Primo tiro in porta degli ospiti al ’88, bravo Ciocci ad opporsi, e poi al ’92 ecco l’eurogol di Marcandella che significa pareggio. Solita Olbia, appunto.

L’amarezza

“Né carne né pesce”, questa è la definizione che meglio accompagnerà questa stagione. Una squadra che sulla carta poteva scrivere una bella pagina di sport ma nei fatti si è limitata ad una bozza incompleta. Per assegnare responsabilità e pianificare il futuro c’è tempo, prima bisogna blindare la salvezza senza passare dai play-out, che sarebbero la ciliegina sulla torta al rovescio.

Chiusura

E ora che si fa? Non c’è tempo per i rimpianti: giovedì i bianchi sono di scena a Fermo contro i gialloblù locali che stanno annaspando per uscire dalla zona play-out. Come hanno ben evidenziato mister Canzi e La Rosa nel post-partita l’imperativo è vincere, o quantomeno non perdere, per chiudere la pratica senza finire coinvolti negli ultimi 90 minuti di passione.
Inutile, al momento, parlare dei 13 pareggi, delle sole 2 vittorie nel girone di ritorno, dalla difficoltà a chiudere le partite, se non proprio a segnare. Ora il gruppo faccia quadrato e conduca in porto questa barca evitando di passare troppo vicina a scoglie pericolosi. Chiaro, dopo una stagione a sognare – e parlare, tanto – di playoff può sembrare di aver buttato un anno, ma prima di ogni altro discorso bisogna confermare la categoria. Le possibilità ci sono, a patto di non fare come la “solita, solita Olbia”.

Claudio Inconis

TAG:  Olbia Serie C
 
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