L’Olbia non ci sta a giocarsi l’intero esito della stagione al playout.
La società gallurese ha presentato ricorso insieme al Fano, altra squadra del Girone B coinvolta in una sfida da dentro o fuori, per l’annullamento del playout. I Bianchi devono giocare la loro serie contro la Giana Erminio il 27 giugno l’andata al Nespoli, mentre la partita di ritorno a Gorgonzola il 30 giugno. L’Olbia chiede “l’annullamento, previa sospensione, del Comunicato Ufficiale n. 209/A del Consiglio Federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio dell’8 giugno 2020, pubblicato in pari data, recante “ Modalità di prosecuzione e di conclusione del Campionato di Lega Pro nonché di definizione degli esiti della stagione sportiva 2019/2020”.
Come recita il comunicato, i due club chiedono:
– in via cautelare, anche mediante provvedimento presidenziale, di sospendere l’esecuzione dell’efficacia del provvedimento impugnato nella parte in cui prevede la disputa dei playout, in attesa della decisione collegiale, se, del caso, ordinando alla FIGC l’adozione di tutti i conseguenti provvedimenti necessari;
– nel merito, di annullare il provvedimento impugnato, ordinando alla FIGC di disporre la conclusione del Campionato di Serie C con lo svolgimento di tutte le partite previste dal calendario ordinario;
– sempre nel merito, in via subordinata, di annullare il provvedimento impugnato, ordinando alla FIGC di disporre la cristallizzazione della classifica dei gironi del Campionato di Serie C, non prevedendo per la stagione sportiva 2019/2020 alcuna retrocessione in serie D;
– sempre nel merito, in via ulteriormente subordinata, di annullare il provvedimento impugnato nella parte in cui prevede che nel caso in cui, a causa dei provvedimenti relativi alla emergenza epidemiologica da COVID-19, non fosse possibile concludere il Campionato con la disputa dei play – out, sono retrocesse in Serie D le squadre classificate all’ultimo, penultimo e terzultimo posto di ogni girone secondo la classifica di cui all’allegato 2 al ricorso; e che, nel caso in cui lo svolgimento dei play out dovesse essere sospeso a causa di provvedimenti relativi alla emergenza epidemiologica da COVID-19, e, pertanto, non fosse possibile concludere gli stessi entro il 20 agosto 2020, sono retrocesse in Serie D le squadre classificate all’ultimo, penultimo e terzultimo posto di ogni girone secondo la classifica di cui all’allegato 2 al ricorso, fatti salvi gli eventuali esiti definitivi determinati dai play out già disputati.
Il presidente Alessandro Marino aveva subito manifestato il suo disappunto allo svolgimento del playout inviando successivamente anche una lettera ai tifosi: “Pur accettando ma non condividendo il principio di mantenimento delle retrocessioni malgrado gli effetti devastanti della pandemia, ciò che resta tuttavia inspiegabile è perché, di fronte a un lasso temporale di oltre 60 giorni disponibili per concludere almeno la stagione regolare, si sia imposto solo a 12 club l’obbligo di giocare e ad altri 3 la condanna della retrocessione diretta. Forse si sono voluti accontentare quei club che avevano interesse ad acquisire un risultato favorevole o a risparmiare sulle spese? Se da una parte si è tenuto conto dell’emergenza economica rendendo i playoff facoltativi, dall’altra si è disposto che 12 squadre giocassero il proprio futuro in 180’. Un’iniquità inaccettabile, che mortifica il principio del merito sportivo nel nome del quale la Federazione ha sbandierato la risoluzione assunta in Consiglio. Con quattro scontri diretti da giocare in casa e 33 punti disponibili, dovremo conquistare la salvezza vincendo un doppio confronto da preparare in pochi giorni dopo un lunghissimo periodo di inattività”.