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Davide Incerti in Torres-Olbia | Foto Alessandro Sanna

Olbia: pareggio d’oro, ma in campo c’è un cantiere aperto

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Una corsa sfrenata e liberatoria sotto la curva per festeggiare il pareggio all’ultimo secondo. L’Olbia esce indenne dalla trasferta più attesa e temuta dell’anno col sorriso di chi, in mezzo a tante difficoltà, rimane imbattuta e consapevole che la situazione non può che migliorare.
Il pareggio del “Vanni Sanna”, tuttavia, non sia il classico tappeto su cui nascondere la polvere ma solo un’iniezione di fiducia utile per provare ad invertire la rotta di una stagione che, dopo i primi 10 turni, è distante anni luce dalle ambizioni di inizio anno, con i bianchi che sono penultimi in classifica e senza un’idea di gioco in campo. Serve urgentemente un’inversione di rotta per non ritrovarsi in acque molto turbolente.

Testa e cuore

Nei lati positivi del derby del nord si annotino testa e cuore, veri capisaldi della prestazione che ha visto i bianchi lottare dal primo all’ultimo secondo. Proprio quando poteva sembrare tutto compromesso, col gol di Scappini al 85’ che poteva mandare la squadra sotto un treno, ecco che i bianchi hanno sfoderato la reazione giusta: coi nervi più che con le idee e con lo zampino decisivo del solito Ragatzu, al momento unico punto di riferimento a cui aggrapparsi.
Veder entrare la palla in fondo al sacco, al di là del sapore personale, ha alleggerito tutta la squadra di un peso enorme, interrompendo l’emorragia di tre sconfitte consecutive e dando coraggio a tutto l’ambiente olbiese.

Croce

Per quanto riguarda l’altro lato della medaglia, invece, basterebbe fare un semplice copia e incolla di quanto detto nelle uscite precedenti: la squadra è qualcosa di più di un cantiere aperto. Poche idee offensive, compattezza difensiva smarrita, un primo tempo che poteva suonare come un’autentica Caporetto se gli avversari avessero sfruttato la metà delle occasioni avute. Orgoglio e tenacia non si discutono, ma se il migliore in campo è sempre il portiere evidentemente c’è qualcosa che va rivisto nelle strategie.

Equilibri

Sulla carta la formazione scelta da mister Occhiuzzi doveva garantire copertura, con La Rosa ad agire da frangiflutti davanti alla coppia di centrali e Incerti e Occhioni a coprire e spingere. In pratica tutto il terzetto ha mediano ha girato a vuoto costringendo Biancu e Ragatzu ad abbassarsi a loro volta per cercare palla e provare a ribaltare il gioco. Troppo facile per la difesa avversaria controllare e limitare al massimo le occasioni e, d’altronde, non è un caso che solo la Recanatese abbia fatto meno gol in campionato (5 contro i 6 dei bianchi).

China da risalire

La confusione, oltretutto, sembra regnare un po’ in tutti i settori, se è vero che in settimana il presidente Alessandro Marino ha dichiarato che le assenze non devono essere un alibi, salvo venir contraddetto dal direttore sportivo Tomaso Tatti nel post-partita. Sia chiaro: le assenze contano, è inutile dire il contrario, fosse soltanto dal punto di vista numerico per le scelte iniziali e a partita in corso, per cui sarà fondamentale capire chi potrà essere recuperato in questi giorni in vista della sfida di sabato contro il Gubbio.
Troppo presto per chiamarla partita cruciale o bivio, ma i numeri sono chiari: al momento l’Olbia è penultima, solo il neo-promosso San Donato ha fatto meno punti, e la vittoria manca dalla prima giornata contro il Pontedera. Ogni occasione andrà colta al volo.

Claudio Inconis

TAG:  Olbia Serie C
 
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