C’è aria da primo giorno di scuola nell’aula consiliare del Comune di Buddusò, scelto per il quarto anno come sede del ritiro olbiese. Il mister Roberto Occhiuzzi è appena arrivato in Sardegna ed è pronto a iniziare l’avventura da allenatore dell’Olbia.
Emozioni
“Ringrazio il presidente e il direttore Tatti per avermi scelto, saluto tutti gli olbiesi che dovranno diventare l’arma in più di questa squadra“, – queste le primissime parole da guida dei Bianchi per l’ex Cosenza – “Dobbiamo cercare di portare la gente dalla nostra parte con umiltà, sulla scia di quanto fatto da quelli che mi hanno preceduto. Io sono qui per contribuire a fare questo, non mi piace stare su un piedistallo, mi sento più a mio agio sul campo da calcio. Il percorso dello scorso anno mi ha incuriosito, ho visto le gare dei playoff, dietro c’era un progetto quindi quando il direttore mi ha chiamato anche se un po’ ci speravo, devo dire. Nell’incontro che abbiamo avuto e nella presentazione del progetto ho visto delle basi solide che per un allenatore giovane sono importanti, e in più c’è molto entusiasmano. L’insieme fa la forza, così come il calciatore senza i compagni non è nessuno, vale anche per il singolo che compone lo staff“.
Legame
Il nuovo tecnico olbiese conosce molto bene il direttore Tatti, i due hanno giocato insieme a Cosenza a fine anni ’90. “Lui era molto più forte di me – afferma sorridendo l’allenatore – ed era molto esigente quando era il mio capitano. Mi è servito per il prosieguo della carriera ed è quello che ora vorrò fare con la squadra“. Rispetto a Cosenza Olbia è certamente una piazza più tranquilla ma le ambizioni non sono da meno. “Le pressioni per un allenatore ci sono sempre. Olbia arriva da risultati importanti e per questo le aspettative sono alte: in questo mese ho avuto modo di informarmi tanto, dobbiamo tenere il buono che è rimasto e capire dove migliorare, sono qui per migliorare giorno e notte e fare sempre di più. Cosa posso dare in aggiunta? Come detto mi sto informando, ho già iniziato a confrontarmi con i ragazzi dello staff, che per me saranno fondamentali, ognuno nel suo ruolo mi dovrà aiutare“.
Idea di gioco
Che squadra sarà, quindi, quella di Occhiuzzi? “I ragazzi dovranno capire da subito che il lavoro in campo porterà i risultati. Lavoro e umiltà sono parole che uso tanto, le idee andranno trasferite ai ragazzi nel breve tempo, far capire con l’esempio cosa vogliamo da loro. Richiederemo tanto, saremo esigenti e loro stessi dovranno pretenderlo da loro e dai compagni. A livello tecnico lo vedremo, partiremo dalle basi importanti che ci sono e metterò le mie idee“. Parlando di moduli, anche se prematuro, il tecnico non nasconde la sua preferenza per la difesa a tre. “Abbiamo Biancu che ricopre bene il ruolo del trequartista ma anche Ragatzu e Boganini. Partiamo dal presupposto di avere tre attaccanti, poi a seconda dei momenti possiamo vedere di impiegarli in vari modi. L’idea può essere di giocare a tre, in ogni caso l’identità deve essere una: partiamo con un’idea precisa senza creare confusione ai ragazzi, poi si potrà cambiare e valutare. Il trequarti è già un marchio di fabbrica, ci sono varie soluzioni da adottare tipo 3-4-3 ma vedremo poi con il lavoro“.
Obiettivi
La squadra è stata cambiata ma gli obiettivi restano gli stessi. Che partenza sarà visti i presupposti? “Per il percorso di rinnovamento della rosa il direttore e il presidente hanno tenuto elementi importanti che dovranno continuare a dettare la mentalità che la società ha inculcato loro in questi anni. Nel ritiro si capirà tanto e valuteremo bene, soprattutto i giovani che vanno instradati e aiutati. Non credo sia un handicap aver rinnovato, sono sfide probanti che fanno parte del nostro mestiere ma è stimolante in qualunque squadra e categoria in cui ci si trova“.
Roberta Marongiu
