“Chiediamo alla società di riparare al danno fatto, di aver rispetto di chi lavora e soprattutto di una città che vede 120 anni di storia lasciati morire”, questa la chiosa della lettera spedita agli organi di stampa da parte dei giocatori dell’Olbia all’indomani del ko per 1-6 contro il Latte Dolce. Un messaggio chiaro e forte mandato all’indirizzo della proprietà dopo mesi fatti di silenzi e dubbi. Le scuse per il risultato ottenuto nel derby di ieri 5 ottobre contro i sassaresi, ma allo stesso tempo la decisione di non presenziare alla seduta del martedì come segno di protesta. Di seguito la lettera arrivata alla nostra redazione e che pubblichiamo fedelmente.
La lettera
“Dopo mesi di silenzio crediamo sia giunto anche per noi il momento di parlare.
Fino ad oggi il nostro unico obiettivo è stato quello di lavorare con serietà ed impegno, accogliendo come nostra questa difficile sfida.
Crediamo sia però necessario prendere una posizione netta ed esprimere il nostro pensiero.
Come prima cosa ci sentiamo in dovere di chiedere ancora una volta scusa alla città per la sconfitta di domenica.
Il supporto ricevuto a fine gara dalla curva e dal Nespoli intero fortifica questo prezioso legame.
A voi diciamo grazie. Anche per rispetto verso i tifosi, i primi a soffrire di questa incertezza, abbiamo scelto di fermarci e di non prendere parte alla seduta di allenamento di domani martedì 7 ottobre e dare quindi un segnale deciso e coeso, condividendo con tutti voi le nostre motivazioni.
Dopo mesi di incertezze, chiediamo a gran voce rispetto per noi e per questa maglia. Noi gruppo squadra oggi patiamo il silenzio di una proprietà assente e inoperosa. È solo grazie a voi tifosi, ai dipendenti dell’ Olbia Calcio e al gruppo di volontari del Comitato che si sono stretti attorno a noi, che non ci siamo mai sentiti soli nemmeno un istante, ma è arrivato il momento di avere risposte e certezze. Chiediamo alla proprietà di riparare al danno fatto, di aver rispetto di chi lavora e soprattutto di una città che vede 120 anni di storia calcistica lasciati morire
La Squadra”.
La Redazione














