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Luca La Rosa, giocatore dell'Olbia | Foto Olbia Calcio/Sandro Giordano

Olbia, La Rosa: “Niente calcoli, chiudiamo ora il discorso salvezza”

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Un 2023 più che positivo, ma una salvezza ancora da conquistare. L’Olbia si prepara per le ultime tre gare della propria stagione che possono valere la permanenza in Serie C senza passare dai playout. Un obiettivo, che partirà dalla sfida di giovedì 6 aprile alle 20.30 contro la Recanatese. Luca La Rosa, centrocampista dei galluresi, ha parlato del momento vissuto dalla squadra e della propria stagione ai microfoni della nostra trasmissione Serie C…entotrentuno. Queste le sue parole.

Sul momento

“La nostra forza è stata che anche nei momenti più bui siamo sempre rimasti uniti. Siamo un gruppo di ragazzi che ha sempre lavorato a testa bassa, con un bravo allenatore che ha saputo tenere insieme la squadra e alla fine i frutti del lavoro sono venuti fuori”.

Sul cambio di passo nel 2023 e su possibili rimpianti

“Credo che bisogna sempre guardare avanti, quindi penso sia più giusto prendersi l’orgoglio di aver svoltato in questo girone di ritorno, più che il rammarico di guardare al girone d’andata. Abbiamo fatto tanti punti però è come se non avessimo fatto niente: la matematica non ce l’abbiamo, la classifica è corta e sappiamo che questo è un campionato molto insidioso. C’è ancora da far tanto”.

Sul rush finale della salvezza

“Non vorrei fare calcoli per la salvezza, non mi piace. Penso che la gara di giovedì 8 sia molto importante, vorremmo chiudere la questione il prima possibile perché veniamo comunque da un’annata pesante. Vorremmo prenderci subito la salvezza per non entrare poi in circoli rischiosi e aspettare i risultati altrui. Dobbiamo e vogliamo guardare solo a noi”.

Su Occhiuzzi

“La forza del mister è il campo. Le sue certezze ce le ha sempre date lui, per il resto nello spogliatoio abbiamo provato noi grandi a tenere compattato il gruppo. Sono del parere che quando vada via un allenatore sia una sconfitta per tutti, perché gli attori principali restano sempre i calciatori. E noi questo non l’abbiamo voluto. Siamo rimasti sereni perché eravamo consapevoli che non eravamo una squadra da ultimo posto, poi con qualche recupero di alcuni elementi e l’arrivo di altri siamo riusciti a tirarci in parte fuori”.

Sull’arrivo di Dessena

“La grandezza di Dessena te la fa capire solo il fatto che abbia deciso di arrivare qui a Olbia. Lasciare una corazzata come l’Entella, per arrivare qui a Olbia dà un’idea della persona più che del giocatore”.

Sulla partita con l’Alessandria

“Gli scontri diretti nel finale di stagione ti portano tante energie mentali. La forza principale è sempre stare sul pezzo perché poi i dettagli fanno la differenza. Siamo stati bravi a rimanere equilibrati e a non regalare nulla. Noi dobbiamo essere sempre stare compatti ed equilibrati perché poi davanti sappiamo che i nostri attaccanti possono sempre fare qualcosa”.

Sulla possibilità di raggiungere le duecento presenze

“Nel mio piccolo è un grande traguardo. Ci tengo, è una soddisfazione personale molto bella. Spero di raggiungerle in queste ultime tre partite che mancano (ride, ndr). Cosa vorrei raggiungere ancora con questa maglia? Vorrei giocare il più possibile, vorrei ancora dare tanto alla maglia della mia città”.

Sul campionato

“La Serie C è sempre un campionato molto equilibrato, soprattutto il girone B in cui tutte possono vincere con tutte. Era rimasto tutto in bilico sino alla fine anche nella passata stagione, anche noi avevamo raggiunto i playoff nella scorsa stagione all’ultima giornata dopo aver centrato la salvezza nella giornata precedente. La differenza la fa la continuità, il perdere poco conta tanto nel percorso e nel raggiungimento degli obiettivi. Chi mi ha sorpreso? La Carrarese. A Olbia l’ho vista veramente bene, tralasciando comunque le tre big del girone. Ho visto bene anche la Fermana, che nonostante aver fatto un mercato molto rapido è riuscita a fare un gran campionato. Mi ha deluso un po’ il Fiorenzuola dopo il girone d’andata, non so cosa sia successo dopo un bel girone d’andata”.

Sulle neopromosse

“Quando vinci e arrivi dalla D, io ci son passato di persona, c’è sempre molto entusiasmo, quindi penso che sia Recanatese che San Donato abbiano sfruttato questo. La Recanatese è una squadra molto organizzata difensivamente, poi davanti hanno un giocatore come Sbafo che non ci fa niente in queste categoria. La grande compattezza che hanno avuto li ha portati a grandi risultati”.

Sulla carriera costruita tutta in Gallura

“Sono nostalgico (ride, ndr). È capitata negli anni di poter andare fuori dalla Gallura poi è sempre tutto sfumato. Inoltre a un certo punto è arrivata la famiglia e con i bambini diventa più difficile spostarsi. Ormai ho anche trentacinque anni e penso di finire qua dove ho iniziato”.

Sulla propria duttilità e sul futuro

“Mi adatto sempre. Ho giocato tanto dietro, sia a tre che a quattro, ho fatto anche il terzino. Anche a centrocampo ho giocato da mezzala, da regista o a due. Mi adatto a tutto, l’importante è sempre giocare. Diciamo che sono un giocatore duttile. Un pensiero sul futuro? Non ci sto pensando, o forse non ci voglio pensare. Il calcio è la mia vita, un ruolo all’interno di questo mondo vorrei averlo. Mi piace più la gestione, vedremo un po’ cosa riserverà il futuro”.

Su Ragatzu

“Ormai Olbia è casa sua, ha conquistato tutti non solo dal punto di vista calcistico. Mi ha colpito tanto per la sua generosità, non pensavo di trovare un ragazzo con un cuore così grande”.

Sulla Torres 

“La Torres ha fatto un po’ al contrario nostro, perché purtroppo nel momento clou hanno avuto un momento difficile con gli infortuni. In questo campionato, dove si gioca tanto e in maniera intensa, questo fa la differenza. Quel periodo ha un po’ spezzato i ritmi, perché nel girone d’andata erano sembrati ampiamente in gestione”.

Sugli anni ad Arzachena

“Giocare contro l’Olbia non era stato facile. L’attesa era stata la cosa più snervante, poi con il fischio dell’arbitro tutto era scomparso. Gli anni ad Arzachena sono stati bellissimi. Al di là del calcio si sono costruiti dei legami tra calciatori fortissimi, la differenza l’hanno fatta i rapporti tra di noi. Il gruppo storico arrivava da due anni di Serie D ed eravamo ben compatti. Si respirava davvero un’aria bellissima. Se l’Arzachena può tornare tra i professionisti? Sì, il progetto e la società sono solide. È un posto dove si lavora bene e gli impianti sono adatti. Peccato per quest’anno, perché senza le assenze e gli infortuni sarebbero potuti restare a ridosso del treno di testa”.

Sulla possibilità di avere più squadre tra i professionisti

“Io credo alla fine che più sarde ci siano tra le professioniste e meglio è. Per l’Isola ma anche per i tanti giocatori sardi che meritano di calcare questi palcoscenici”.

Ancora sulla Recanatese

“Mi aspetto una partita molto tosta, ed è normale che sia così. Quando da neopromossa sei vicino al decimo posto è normale giocare alla morte per vincere. Ma noi faremo lo stesso per arrivare il prima possibile a 41 punti. Sarà una partita dura, sporca, fatte di tante seconde palle: la classica partita di Serie C”.

La Redazione

TAG:  Olbia Serie C
 
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