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Olbia, Gaburro: “Contro il Pineto gara per capire a che punto siamo”

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L’allenatore dell’Olbia, Marco Gaburro, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del match esterno del Pavone-Mariani contro il Pineto. Queste le sue dichiarazioni.

Sul momento della squadra

“Sicuramente c’è tanto da lavorare. Diciamo che i risultati di solito ti danno entusiasmo dal punto di vista del lavoro. Io ho solo detto che la partita contro l’Entella poteva essere una buona base di partenza. Noi ora dobbiamo dimostrare che questa può essere una base di partenza e già dalla gara di domani contro il Pineto lo si potrà capire. Se ho notato un cambio nell’atteggiamento da parte della squadra? Obiettivamente stiamo un po’ meglio e vedo i ragazzi meno cupi nel quotidiano, non tanto per i punti perchè comunque siamo nella stessa posizione di classifica ma perché vedono la possibilità di fare bene, cosa che prima era solo una speranza. Adesso, magari, è una speranza con qualche certezza in più. A volte basta poco per rialzare la testa”.

Sulla sfida contro il Pineto

“Il Pineto è sicuramente la rivelazione di questo campionato, è una realtà con dei giocatori importanti che si stanno esprimendo al loro massimo dal punto di vista tattico e individuale. Loro hanno un importante blocco squadra che ha sfruttato la scia di una promozione, quindi anche emotivamente il Pineto è una squadra molto caratteriale. In campionato è una squadra che ha segnato 2/3 dei suoi gol nel secondo tempo, che ha fatto 5-6 gol dopo il recupero e quindi questo fa capire quanto di caratteriale ci sia anche nella loro classifica”.

Sull’approccio

“Che approccio dovremo avere nella gara di domani? Il nostro approccio deve essere quello di pareggiare la parte caratteriale del Pineto. Se noi riusciamo a pareggiarla, allora quella di domani diventa una partita. Se invece andiamo in trasferta e già il fatto di chiamarla così ci fa cambiare la faccia allora poi diventa un problema. Mi sembra che l’Olbia sia andata troppe volte in trasferta senza fare risultato. E siccome per noi la trasferta è un qualcosa di particolare dal punto di vista dei giorni per lavorarci e anche come dispendio di energie”.

Sulla salvezza

“Se la squadra crede nella salvezza diretta? Credere nella salvezza è una cosa, porsi degli obiettivi è un’altra. Non credere nella salvezza quando ci sono 30-35-40 punti in palio sarebbe assurdo. Finché c’è ancora la matematica, è normale che uno ci creda nella salvezza. Gli obiettivi, secondo me, devono essere sempre raggiungibili e progressivi. Non ha senso porsi degli obiettivi lunghi quando devi ancora ottenere quello breve. Adesso il nostro obiettivo deve essere quello di dare continuità all’ultima partita, fare risultato anche in trasferta, consolidare la possibilità di fare i playout rispetto a quella di arrivare ultimi e, come ho detto l’altra volta, cercare di guardare avanti e non indietro”.

Sui rientri e sulle scelte

“Sono contento che rientrino gli squalificati (La Rosa, Motolese e Zallu n.d.r.) perché comunque non avere tre giocatori a disposizione è un po’ troppo. Mi dispiace che manchi Biancu perché contro l’Entella aveva fatto una buona partita però, in ogni caso, più scelte si hanno e meglio è. Noi siamo una squadra che sta cercando di diventare un certo tipo di squadra anche attraverso le singole individualità. Nel nostro gruppo, ci sono tante individualità diverse. Alcuni giocatori venivano da infortuni lunghi, alcuni giocatori appena arrivati non giocavano molto nella loro realtà. Tutto questo minestrone unito insieme deve essere appetibile”.

Sugli attaccanti

“Se c’è una gerarchia prestabilita nella scelta del centravanti tra Bianchimano, Nanni e Catania? Catania per me è una punta esterna. Con un modulo a una sola punta può giocare Nanni, Bianchimano o al limite Scapin. In questo momento le gerarchie in quella zona di campo sono molto sottili. Le gerarchie le fanno i giocatori, non io. Per quanto mi riguarda, io guardo il campo. Quando non si fa gol, si deve dare un grosso contributo dal punto di vista fisico e della prestazione, come ha fatto per esempio Nanni nell’ultima partita. Nanni ha fatto una partita importante che magari dall’esterno non è stata capita”.

Sulle palle inattive

“Ci stiamo lavorando. Lì è tutta una questione di testa. Resta il fatto che, al di là dell’abilità di chi calcia da fermo, una squadra in difficoltà non può uscirne solamente con le palle inattive”.

La Redazione

 

TAG:  Olbia Serie C
 
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