Le dichiarazioni prepartita di Marco Gaburro, tecnico dell’Olbia, alla vigilia della sfida interna contro la Virtus Entella, match valido per il turno infrasettimanale del girone B di Serie C, in programma domani 14 febbraio alle 18.30.
Mentalità
“Differenza tra il lavoro in settimana e le partite? È una percezione esterna legittima, ma il calcio è uno sport di confronto: la domenica c’è l’avversario, in settimana giochi tra te e te. Nell’ultima gara si sono fatti due o tre passi indietro, dopo Carrara ero deluso per non aver fatto punti ma avevo visto continuità rispetto alla partita con l’Arezzo, che era già un punto di partenza. Ad Ancona, invece, la continuità è venuta meno. Con Arezzo e Carrarese abbiamo vinto più duelli, ad Ancona invece ci siamo fermati al 40 per cento. Abbiamo sbagliato cose di squadra ma contano i fatti, che dicono che l’Olbia non può fare prestazioni così. Non possiamo giocare con poca garra, perché è vero che è una sensazione esterna ma anche interna, perché i ragazzi non pensano di aver fatto bene. Io personalmente sono nero, ho parlato con la squadra e ho detto che dobbiamo avere almeno una base standard di prestazione, altrimenti ogni volta devi ripartire da zero. Serve un’identità di squadra, che non è il modulo ma un atteggiamento. Domani dobbiamo far vedere che abbiamo capito il messaggio”.
Atteggiamento
“La classifica è drammatica, lo sappiamo. Ci sono giocatori che sentono troppo il momento, altri che non l’hanno capito e la differenza la fanno loro, nei rapporti tra di loro. Quando hai questa classifica e rimescoli il gruppo con i nuovi acquisti, devi trovare l’amalgama in fretta: i più grandi problemi delle squadre sono legate a dinamiche interne. Il gruppo è compatto ma è il livello di compattezza che fa la differenza, come in un rapporto di coppia ci sono modi e modi di stare insieme. Con questa classifica è normale dover fare fatica: ci sta andare sotto, ma la reazione dev’essere immediata. Tutti all’esterno, la società e la piazza, hanno capito che c’è da soffrire. Il discorso è che la squadra dev’essere disposta a soffrire per fare risultato. Ho detto ai ragazzi di non guardare troppo all’anno scorso, perché non è così semplice: la squadra è formata in parte da elementi che c’erano già, giocatori di categoria, ma ci sta andare in difficoltà, perché ogni anno è diverso e questo è un altro gruppo. Ribaltare le partite è difficile, ma l’atteggiamento dev’essere quello giusto per superare difficoltà legate al percorso e al momento: non è un caso che chi è subentrato finora non abbia mai segnato, è indice di un modo di approcciare la partita remissivo a volte già dalla panchina. L’atteggiamento di base dev’essere quello visto contro l’Arezzo e a Carrara: è ovvio che si debba andare al tiro di più, ma per farlo devi essere solido e non c’è tanto tempo”.
Testa all’Entella
“Abbiamo avuto poco tempo per preparare la partita con l’Entella, ma tatticamente è un match simile a quello di Ancona. Ciò che deve cambiare è l’atteggiamento iniziale. Partiamo dal presupposto che andiamo in campo per portare a casa il massimo convivendo con la paura, però ho cercato di fare capire ai ragazzi che con troppa paura ti togli ogni speranza. Dobbiamo essere affamati, e in casa di più, dobbiamo far sì che il fattore campo diventi un punto di forza: ho giocato al Nespoli da avversario, Olbia è una trasferta particolare e questo deve andare a nostro vantaggio. L’Entella non sta vivendo un momento di particolare grazia, ma ha una base di individualità importanti. Ha rivisto la rosa per ridurre il budget, perché era partita con ambizioni diverse, ma se gioca al 100 per cento può metterci in difficoltà. Domani dipende da noi come poteva esserlo ad Ancona, con i nostri avversari che non erano sereni fino al 2-0”.
La Redazione