Il difensore dell’Olbia, Emerson, ha parlato in conferenza stampa a margine del successo interno per 3-1 al Bruno Nespoli contro la Torres. Queste le sue dichiarazioni:
Ti sei commosso a fine partita?
“Un po’ sì, soprattutto per la vittoria, per la prestazione, per tutto quello che c’è stato in questo campionato. C’è un po’ di sofferenza dietro queste prestazioni perché molte volte, in alcuni momenti, in passato prendevamo uno schiaffo per poi reagire. Oggi diciamo che è stato simile, è un momento positivo per noi. Abbiamo preso lo schiaffo ma abbiamo reagito subito, da squadra che sa quello che vuole, che ha il suo equilibrio, che ha la sua identità precisa, quindi la vittoria è frutto del lavoro iniziato a luglio. Purtroppo i risultati sono arrivati un po’ più tardi però la strada è ancora lunga, ci sono tante partite ma ci stiamo divertendo in questo momento”.
Che Olbia hai visto dalla difesa?
“Ho visto un’Olbia in fiducia, che vive un momento positivo e nel calcio è molto importante. Il lavoro di squadra paga sempre perché c’è fiducia massima in tutti i componenti della rosa. Anche quelli che non giocano saranno che sono importanti e che in qualsiasi momento possono essere determinanti. Un esempio è Marteen Van der Want che purtroppo non stava bene e alla fine ha giocato, ha fatto una prestazione maiuscola, ci ha dato una mano dietro, ci ha dato sicurezza e questo non è poco perché, quando giochi contro una squadra importante come la Torres, tutti sono importanti”.
Guardando ai tre derby stagionali contro la Torres, avete dimostrato di essere un’altra squadra. Come mai vi è mancata questa costanza?
“Sicuramente è mancata un po’ di continuità nelle prestazioni, nel capire che la Serie C non è il campionato Primavera o un campionato Dilettanti, con tutto il rispetto per la Primavera e i Dilettanti, che sono campionati di livello ma quando arrivi nei professionisti c’è un livello di agonismo più alto e la posta in palio è sicuramente molto più importante. Un ragazzo che arriva dalla Primavera per giocare in Serie C si deve calare subito nella mentalità del campionato. Noi abbiamo pagato un po’ i tanti cambi di giocatori che sono andati via e che sono arrivati. Il mister è stato intelligente a capire che la materia prima che aveva in mano non era pronta a fare quello che voleva lui, poi piano piano lui si è messo lì, ha capito quello che doveva fare e quello che ci doveva trasmettere, ci è voluto un po’ di tempo però nel calcio non è mai troppo tardi. Ci sono ancora nove partite da giocare, la squadra ha percepito quella che è la sua identità. Oggi c’è stato un ambiente bellissimo da entrambe le parti, un derby maschio dove c’è stato rispetto in campo e fuori dal campo: questa è la Sardegna. Noi siamo orgogliosi di vincere una partita del genere perchè ci dà tre punti che ci rilanciano per la prossima partita in una maniera totalmente diversa rispetto a due mesi fa”.
Il pubblico?
“Bellissimo. Sicuramente mancava un po’ di gente però sappiamo che ci sono delle restrizioni, c’è qualche limite verso i tifosi della Torres che non sono venuti. A noi piace vedere la gente che si diverte fuori dal campo e a tifare. Tutto quello che c’è fuori fa bene allo sport. Ci sono tre squadre professionistiche in Sardegna. Speriamo che dall’anno prossimo ce ne siano anche di più perché i derby fanno bene al calcio, fanno bene alla nostra isola, che ci porta in Italia a far vedere quello che valiamo. Ci sono tante squadre importanti, tanti giocatori che possono fare strada in questo ambiente qua. Per noi il pubblico è importante. Noi quest’anno abbiamo ritrovato la nostra curva che per noi è ossigeno in casa e fuori casa, ci danno la carica, sono vicini a noi in tutti i momenti. In questo campionato ci sono stati dei momenti difficili dove siamo stati contestati. Siamo ancora lì nelle sabbie mobili però siamo vivi più che mai e solo con il loro aiuto e con il lavoro di tutti i componenti dell’Olbia Calcio possiamo fare ancora meglio “.
La Redazione
