Vigilia di Olbia-Viterbese. Max Canzi si prepara in vista del match di domenica al “Nespoli”, ore 17:30.
Sarà un’Olbia senza Ragatzu e Palesi, fuori entrambi per squalifica. “Daniele è un giocatore che poche squadre possono permettersi, non poterlo usarlo è sicuramente uno svantaggio per noi, ma così come lo sarà l’assenza di Palesi che si è dimostrato importante e centrato con il nostro progetto di gioco. Riguardo la causa delle assenze bisogna cercare anche di essere superiori in certe situazioni, lasciare da parte la frustrazione anche perché nessuno mette loro pressione e non possiamo rischiare di perdere giocatori importanti per queste cose”.
Gli avversari arrivano da un pari e una sconfitta pesanti. “Come ho detto ai ragazzi, la Viterbese sarà avvelenata. Hanno subito sei gol in due partite. Sono risultati pesanti e non indicativi delle partite che hanno fatto. Avranno grande senso di rivalsa con tutte le pressioni che staranno subendo dall’ambiente. Preferisco squadre che vincono facile, piuttosto che squadre che perdono tanto. Dal canto nostro pensiamo a far bene dall’inizio e mettere loro pressione“.
Domenica scorsa il portiere Ciocci ha commesso un errore che è stato gestito molto bene. “Il portiere ha fatto errore tecnico evidente che è solo la punta dell’iceberg della serie di errori fatti in quell’azione. Lui ha giocato troppo velocemente dando la palla al giocatore sbagliato, non avremmo subito pressione e non sarebbe andata così se avesse agito diversamente, ma stiamo parlando di un ragazzo di diciotto anni che palla in mano può aver avuto difficoltà a dire a Emerson ‘allargati’. Sono soddisfatto perché si è ripreso subito e ha dimostrato di esserci salvando la porta con lucidità in seguito. Sono passaggi che si devono mettere in conto, la cosa che può capitare è deprimersi o andare in ansia, lui non lo ha fatto e credetemi che ad Ancona l’impatto del pubblico dopo un anno e mezzo è stato molto forte, per di più parliamo di ragazzi che non hanno mai giocato con un pubblico vero. A tal proposito spero che domani ci sia la nostra gente a darci lo stesso aiuto che al Conero hanno dato ai loro“.
Roberta Marongiu