L’Olbia si prepara alla lunga trasferta anconetana (partenza prevista al venerdì sera) che porterà ad una storica partita: i playoff di Serie C.
Visto l’unicità dell’evento in conferenza stampa al “Nespoli” oltre al tecnico Max Canzi era presente anche il direttore sportivo Tomaso Tatti. È proprio lui che esordisce. “Non sarà una partita facile ma siamo pronti a questo match che ci siamo meritati di fare. Abbiamo possibilità di fare bene, noi ci crediamo, è giusto sognare e abbiamo la mentalità giusta per affrontare la partita. Quella di preparazione alla partita contro l’Ancona è stata una settimana bellissima, c’era tanto entusiasmo per un obiettivo importante, una prima volta nella storia dell’Olbia. È stato bello vivere questa settimana però siamo anche consapevoli che si tratti di una partita molto difficile che siamo pronti ad affrontare”.
Alla stessa domanda ha risposto anche il tecnico dei bianchi. “È stata una settimana che abbiamo vissuto con grande entusiasmo perché è stato un regalo e spediamo duri il più possibile, ci siamo guadagnati questa sfida, che avrebbe potuto non esserci, quindi abbiamo il dovere morale di onorare questo obiettivo e andare più avanti possibile”.
Il tecnico ha risposto anche alla domanda sul possibile modulo e su che Olbia vedremo domenica 1 maggio. “Abbiamo acquisito identità di squadra molto aggressiva e questo ci caratterizza, le scelte vanno fatte su questa base a prescindere dal modulo. Una delle cose positive è la possibilità di cambiare sistema di gioco a partita in corso o all’inizio, e di fare scelte fatte in funzione dell’avversario. Abbiamo, a parte Biancu squalificato, tutta la rosa disponibile. Sappiamo che è difficile farci gol e noi possiamo farlo in qualsiasi momento”.
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Nelle due partite con l’Ancona ci sono stati cartellini rossi e tanto nervosismo. Servirà pazienza e cercare di non cadere nei tranelli. Cosa si prende per farne tesoro? “Avere già giocato dà possibilità di fare scelte a ragione veduta e imparare dagli errori. Dobbiamo cercare di pensare solo a noi e credo sia casuale che partite così nervose siano capitate contro l’Ancona, una squadra che non mi sento di dire che sia provocatrice. Dovremmo essere bravi perché ci sarà ambiente con pressione esterna importante e tanto pubblico (attesi in 4-5000 ndr). Ma queste sono le partite più belle da giocare. Loro non credo che speculeranno sul pari davanti al loro pubblico ma giocheranno per vincere.
Il direttore parla del valore della squadra. “La classifica ha detto questo, forse potevamo raggiungere l’obiettivo un po’ prima perché abbiamo avuto la possibilità di farlo sul campo, magari averlo fatto all’ultimo dispiace ma sono convinto che la squadra fosse da playoff”.
Cos’ha Olbia più dell’Ancona? Per il tecnico “la consapevolezza e la serenità che ci rende consapevoli della forza e non abbiamo ansia da prestazione, possiamo ottenere il massimo”. Si sente tanto dire nell’ambiente che l’Olbia non ha nulla da perdere, una frase che sembra un po’ arrendevole, negativa. Il commento del direttore Tatti: “Non credo sarà così. È la prima volta che fa i playoff forse pensano che ci accontentiamo di questo ma da una parte dico ‘magari ci prendessero sotto gamba’. Noi andiamo consapevoli della nostra forza, faremo grande prestazione, mentre il risultato lo vedremo alla fine. Non andiamo per fare le comparse, vogliamo andare avanti e fare un grande playoff”.
“Abbiamo da perdere la possibilità di giocarci una possibilità straordinaria – afferma Canzi – la voglia di giocare il playoff in casa c’è (e questo significa passare le prime due sfide in trasferta, ndr). Ci attendiamo un po’ di pubblico a favore perché so che qualche sardo che abita fuori dall’isola sarà lì per sostenerci. A volte non ci si rende conto di quanto l’Olbia sia vissuta come un elemento identitario molto forte. Siamo forse la squadra con più giocatori sardi presenti in rosa e questo è avvertito molto soprattutto fuori”.
Nelle partite secche l’Olbia ha ottimi precedenti e ora davanti a sé ha sfide con un unico risultato possibile in cui bisogna dare tutto. Chissà che questa traduzione non continui…
Roberta Marongiu
