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Olbia, Biagioni: “Credo nella salvezza, a Perugia con coraggio per fare la partita”

Oberdan Biagioni, mister della Primavera dell'Olbia | Foto Sandro Giordano
Oberdan Biagioni, mister dell'Olbia | Foto Sandro Giordano
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Vigilia di campionato per l’Olbia che domani, domenica 7 aprile alle 14, sfiderà il Perugia in un match delicato per provare a dare nuova linfa alle proprie speranze di salvezza. Il nuovo tecnico dei bianchi Oberdan Biagioni ha parlato del momento e della gara in conferenza stampa.

Sul momento

“Ho trovato chiaramente dei ragazzi feriti, perché quando si perde come a Rimini c’è poco da aspettarsi qualcosa di buono. Loro sono ben disposti al lavoro, sto cercando il più possibile di aiutarli a liberare la mente e dargli quella fiducia che permette di fare la prestazione che vorremmo. Non dobbiamo pensare al risultato in sé, ma dobbiamo pensare solo a farlo perché è quello che conta a prescindere dai nostri valori. Dobbiamo essere fiduciosi perché comunque le partite vanno giocate”.

Sui possibili cambi dal punto di vista del gioco

“Tra infortuni e altro, la squadra al momento è quella vista ultimamente. Mercoledì abbiamo perso La Rosa, che ha avuto un piccolo problema muscolare e proverà a rientrare per il Pescara, ma torna Dessena. Sto cercando soprattutto di cambiare l’interpretazione e dare quella fiducia che permette di fare quel qualcosa in più che finora non c’è riuscito, non perché non c’hanno provato. Stiamo provando a dare più spensieratezza, essendo anche una squadra giovane c’è bisogno di questo e come detto di liberare la testa dagli altri pensieri. Abbiamo quattro finali davanti, dobbiamo cercare di fare più punti possibili”.

Sul come si può reagire a una sconfitta pesante come quella di Rimini

“Ci sono i giovani che in certi momenti ti danno qualcosa in più con il proprio entusiasmo, altri in cui subentra il malumore e soprattutto il fatto di non sentirsi forti come in altri periodi. Perdendo non all’ultima partita di campionato per 5-0, in queste situazioni, quello che vedi dopo è l’inferno. Ed è per questo che sto cercando di dare quanto detto prima, far pensare alla partita più che alla situazione generale, pensare a quello che potrebbe arrivare nel caso facessimo un risultato positivo. Più spazio per i giovani con me? Possibile che possano avere più spazio, ma in questo momento non esistono titolari. Esiste solo che chi corre e sta meglio gioca, a prescindere dai moduli e da tutto. Il sacrificio, fare una corsa in più: chi in allenamento mi fa vedere questo gioca. Anche prima era così, ma ora abbiamo una problematica ancora più grossa perché a poche giornate dalla fine le speranze ti vanno via e diventa sempre più difficile”.

Su come arriva a questa esperienza

“Quando ho accettato l’incarico della Primavera due anni fa non pensavo si sarebbe potuta presentare questa situazione. C’era un progetto che stavamo portando avanti molto bene, come fatto capire dalla presenza di Gennari e altri ragazzi in prima squadra. Era un lavoro che stava camminando bene. Questa situazione invece ha cambiato tutti i piani. Io adesso devo cercare di salvare il salvabile, l’obiettivo è quello di rimanere in questa categoria”.

Sul Perugia

“Incontreremo una squadra che è stata costruita per vincere il campionato, ma questo non può andare a penalizzarci nel nostro modo di fare calcio. Non saremo il Barcellona e il Real Madrid però se dovessi preoccuparmi solo perché gioco con il Perugia non aiuterei la squadra. Dobbiamo cercare di fare il massimo in questo momento per noi e di dare tutto per fare risultato. Certo, è una formazione più forte e con elementi straordinari, ma a volte il calcio ha fatto vedere che anche quelli che sembrano più deboli possono battere i più forti. Dobbiamo avere il coraggio di fare la partita. Spero di essere stato bravo in questo giorno e mezzo nel dare ai ragazzi la sensazione di avere la possibilità di centrare un risultato positivo”.

Su come ha lavorato nei primi allenamenti

“Dopo un 5-0 e un cambio d’allenatore per forza si è abbacchiati e questo giorno e mezzo è stato utile per provare a far riemergere gli stimoli iniziali. Si perde ma si può perdere in un modo, si può vincere in tutti i modi. La sconfitta di mercoledì ha però lasciato un segno diverso dalle altre sconfitte. Nei due allenamenti tra ieri e oggi ho provato a dargli più serenità e trasmettergli quella voglia che porta a fare la corsa in più rispetto all’avversario. Non possiamo metterla solo sul piano tecnico, la nostra principale forza deve essere l’agonismo e la volontà di fare una corsa in più per il compagno. Poi se ci sono le giocate di qualche singolo che noi abbiamo ben venga, perché significherebbe di conseguenza fare bene a livello collettivo. Singoli a cui ho provato a ricordare le loro qualità. Un giocatore come Ragatzu non si è di certo dimenticato di come si gioca, se tocchi le corde giuste e si accende un po’ di entusiasmo, così come Biancu o altri, ti dà quel qualcosa in più che altri non hanno”.

Sull’aspetto tattico

“Vedremo come giocare. Tutte le soluzioni sono possibili, così come cambiare durante la gara. Come si sa mi piace giocare con il 4-3-3, ma questa squadra è abituata anche a giocare con i tre dietro. Più libertà per i giocatori più tecnici come arma? Ai ragazzi ho chiesto la libertà di giocata, che è completamente diversa rispetto alla libertà assoluta come si poteva fare una volta. Oggi viene la squadra prima e poi ragazzi come Biancu, Belloni e altri nel proprio ruolo che si mettono a disposizione della squadra e con le loro giocate individuali possono alzare il livello. Perciò serve il sacrificio. Ragatzu in questo è stato un esempio, non l’ho mai visto risparmiarsi a prescindere dal gol nei due anni in cui sono stato qui, e lo ha dimostrato anche in questi due giorni di allenamento”.

Sulla squadra e sul fatto di credere ancora nella salvezza

“Se non pensassi che la squadra si può salvare oggi non saremmo qui a parlare. Sicuramente in questo momento i ragazzi sono avviliti, ma nel calcio tutto può cambiare velocemente nel bene o nel male. Le partite si possono vincere o perdere sempre, a vincere il campionato è solo una squadra. L’importante è uscire dal campo con la consapevolezza di aver fatto tutto quello che si poteva, gli altri aspetti purtroppo non si possono gestire. Se dai tutto nessuno ti può rimproverare. Se a settembre o ottobre mi avessero detto che l’Olbia si sarebbe trovata in questa situazione non ci avrei creduto, essendo anche un uomo di calcio. Ma nel calcio non si può gestire niente, tutto può succedere: quest’anno sta capitando a noi però abbiamo ancora quattro possibilità e dobbiamo giocarci tutto fino alla fine. Sono stato tre anni prima e due anni a Olbia, oltre che tifoso mi sento pure un po’ olbiese. Qui sono stato cinque anni e vuol dire che qualcosa dentro l’ha toccato. Ci siamo voluti bene e ci stiamo volendo bene in maniera reciproca, ho questa situazione a cuore più di qualsiasi altra cosa”.

La Redazione

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