Nicola Riva, figlio del mitico e indimenticato Gigi Riva, storico bomber del Cagliari e della Nazionale Italiana, ha parlato ai microfoni del quotidiano Il Messaggero. Di seguito alcuni passaggi delle sue dichiarazioni.
Sul legame con la Sardegna
“L’amore vero gli faceva piacere. È una delle ragioni per cui non se n’è mai andato dalla Sardegna: sentiva che era un legame sincero e autentico. Per i sardi il regalo più grande non sono stati i suoi gol, ma che lui non li abbia mai abbandonati. Noi di questo siamo molto fieri”.
Sull’essere figlio di Gigi Riva
“È stata una sollecitazione continua, sin da bambino. Quando giocavo a pallone, il paragone era difficile da sostenere. Io cominciai a 6 anni ma quando passai al Cagliari, a 14, la maglia era pesantissima e io con questo cognome non mi sentivo sereno. Ho avuto un rifiuto e ho messo: per quattro anni non ho più voluto saperne del calcio. Avevo la consapevolezza che diventare come lui sarebbe stato impossibile”.
Sul Cagliari e la Nazionale
“Se guardavamo le partite con papà? Mai. Ce lo proibiva, quando eravamo a cena con lui. Soffriva: Cagliari e Nazionale lo facevano star male. Pativa la tensione, si agitava”.
Sulla salvezza del Cagliari
“Il mister Ranieri si è sentito di ringraziare papà, perché anche dopo un colloquio con mio padre aveva accettato la sfida. Sarebbe stato triste finire in Serie B proprio in questo 2024 in cui papà purtroppo se n’è andato”.
La Redazione