Nicola Riva, figlio maggiore del mitico e indimenticato Gigi Riva, ha rilasciato una lunga intervista dalle colonne del quotidiano La Nuova Sardegna. Queste alcune delle sue dichiarazioni.
Sull’essere rappresentante del padre in giro per l’Italia
“È quasi un secondo lavoro. Ora poi, dopo la scomparsa di papà, gli impegni si sono triplicati. Non è stato facile. Ho dovuto reinventarmi, forzare un po’ il mio carattere”.
Sui consigli di papà Gigi alle premiazioni
“Lui mi diceva semplicemente di parlare con il cuore, di dire quello che sentivo. Ha sempre funzionato, perché poi quando gli raccontavo come era andata mi guardava e sorrideva, aggiungendo un complimento. Ora mi manca tanto questo, potermi confrontare con lui prima di ogni cerimonia e poi portergli dire come era andata”.
Sul discorso al funerale del padre Gigi
“Sono stato sempre consapevole, sin da piccolo, che avrei dovuto condividere mio padre con tante persone che gli volevano bene, forse quanto me. La conferma di cosa rappresentasse l’ho avuta dalle persone che sono andate a salutarlo alla camera ardente, allo stadio e ai funerali. Gente che piangeva, che lo accarezzava e lo ringraziava. La sua scelta di restare in Sardegna, di rifiutare le offerte di tutte le grandi squadre è stata troppo forte per non lasciare il segno. Per questo ai funerali ho parlato della scomparsa di un parente di tutti, non solo di un padre e di un giocatore”.
Dal collare d’oro del Coni al ritiro a vita privata
“Più o meno quando gli fu assegnato nel 2017 il collare d’oro del Coni. Decise di chiudersi a casa, qui, di stare tranquillo. Circondato dall’affetto della famiglia, con i suoi amici, e al telefono a cui non ha mai smesso di rispondere. Egoisticamente dico che è stato il momento più bello per me. Finalmente ce l’avevamo tutto per noi. Potevamo vederlo tutti i giorni, parlarci, confrontarci”.
La Redazione














