Le parole di Giovanni Malagò, presidente del Coni, all’uscita dalla camera ardente di Gigi Riva, allestita nell’atrio dell’Unipol Domus.
Così il numero uno dello sport italiano: “Un ricordo di Gigi? Mio padre era molto amico di Andrea Arrica, facevano le vacanze insieme per trent’anni. La mia famiglia, mia madre e mia sorella in primis, era tifosa del Cagliari e di Gigi Riva anche in virtù di questo fatto. Il Collare d’Oro l’hanno avuto tante persone, nel nostro Paese, che se lo sono meritato. Ma il caso di Riva è l’unico caso in cui la montagna è andata da Maometto (sorride, ndr) dato che lui non riusciva a venirlo a ritirare. Dopo diversi tentativi andati a vuoto, l’ho chiamato e gli ho detto: ‘Ma se vengo a dartelo che facciamo?’. Così abbiamo avuto l’idea di darglielo, riconoscendogli una sacrosanta e doverosa standing ovation, in occasione di un Cagliari-Juventus, con i bianconeri primi in classifica. L’idea era consegnarglielo e poi rientrare negli spogliatoi. Ho ricordato questo aneddoto con Tommaso (Giulini, ndr) e Stefano (Arrica, ndr): lui era in uno stanzino a fumare, dicendoci: ‘No, io non esco’. A quel punto gli dissi: ‘Come la mettiamo, Gigi? Son venuto a Cagliari per consegnartelo e te lo devo dare in questo stanzino?’. Una volta convinto, lui non voleva più andarsene via. Il suo girare per il campo era fuori protocollo: salutava la gente, c’era Buffon pronto a entrare in campo con l’arbitro ma tutti erano fermi. Perché quasi sembrava che a nessuno interessasse la partita, ma solo dare questo tributo a Gigi Riva. È stata la sua ultima uscita pubblica, dire che ha reso orgoglioso il nostro mondo è dire poco. Possiamo solo dirgli grazie. Faccio fatica a trovare qualcuno nel mondo dello sport con cui fare un paragone, qualcuno più integerrimo di lui sotto tutti i punti di vista. Qualcuno dice che erano altri tempi, ma lui anche oggi o tra mille anni sarebbe stato così. Un premio da intitolargli? Noi saremo accondiscendenti a tutto quello che si deciderà di fare, lui è soprattutto un patrimonio del calcio ma pure di tutto lo sport italiano. La Sardegna diventerà un luogo di pellegrinaggio, non soltanto per i tifosi di Riva e del Cagliari”.
La Redazione














