Vorrei, ma non posso. Il titolo del mercato di gennaio del Cagliari è quasi scontato, figlio di una situazione economica nota da tempo e della scelta di proseguire nella strada della sostenibilità nel medio e lungo termine. Necessità chiare, possibilità altrettanto chiare. Tra il volere e il potere, insomma, ci sono di mezzo una serie di fattori che hanno portato la società rossoblù a chiudere soltanto per la priorità assoluta chiamata portiere, con l’arrivo in Sardegna di Caprile come unico movimento in entrata a fronte delle cessioni di Scuffet in prestito al Napoli e di quelle di Azzi alla Cremonese (definitiva) e di Wieteska al PAOK Salonicco (temporanea con diritto di riscatto per i greci).
Laccetti
Lo ha dichiarato a più riprese il direttore sportivo Nereo Bonato, lo ha confermato il presidente Tommaso Giulini dopo la vittoria casalinga contro il Lecce, fino alla richiesta di aiuto da parte dell’allenatore Davide Nicola dopo la sconfitta di Torino. Se quest’ultimo non ha specificato il reparto che necessita di forze fresche – a proposito di stanchezza fisica e mentale – sia il diesse che il patron hanno indicato in quella offensiva la zona nella quale si pensa a un intervento in entrata sul mercato. Con un però non da poco, evidenziato senza sorprese dal bilancio chiuso il 30 giugno del 2024. Non tanto per il rosso da 3,6 milioni di euro, quanto per la filosofia messa nero su bianco dal club nel documento. “La stagione 2024-25 è stata programmata perseguendo l’equilibrio economico-patrimoniale e finanziario e attuando una politica di investimenti sostenibile. In conformità all’ambizione di crescere in modo sostenibile, conseguendo apprezzabili risultati sportivi (la salvezza, ndr), prevede di effettuare alcune cessioni funzionali alla riduzione del monte ingaggi e alla realizzazione di ricavi da player trading utili a migliorare la posizione finanziaria”. Parole chiare che lasciano poco spazio alle interpretazioni, ricordando che il mercato di gennaio incide sul bilancio che si chiuderà il 30 giugno del 2025 e per il quale il Cagliari ha già messo in conto alcuni acquisti dall’impatto economico non indifferente. Da Zortea a Felici, da Luperto a Sherri arrivando a Gaetano, la società rossoblù ha già investito una cifra di poco superiore ai 15 milioni di euro, con la possibilità di ulteriore esborso in caso di riscatto dei cartellini di Piccoli (12 milioni) e di Adopo (4 milioni). Compensata in parte dalle cessioni che entreranno nel prossimo bilancio, quelle di Sulemana, Konate e Kourfalidis che porteranno nelle casse del club una cifra vicina ai 10 milioni di euro. Un saldo negativo che diventerebbe maggiore se il Cagliari scegliesse la strada degli acquisti a titolo definitivo in questa sessione di gennaio o se, ancora, optasse per dei prestiti con obbligo di riscatto. Ed è qui una delle ragioni del “blocco” del mercato in entrata, con la necessità di operare per aggiungere peso alla rosa di Nicola, ma con i laccetti dell’indice di liquidità da considerare e uno spazio di manovra limitato, senza contare il tema del monte ingaggi e quello prettamente numerico che invita il Cagliari a seguire la regola delle uscite prima delle entrate.
Strategia
Le ragioni delle difficoltà nel portare a termine un acquisto nel reparto offensivo sono dunque chiare. Da questi dettagli nasce quindi lo stand-by (o lo stop) su alcune trattative nelle quali l’offerta non trova un punto d’incontro con la domanda. L’esempio di scuola quello di Dessers, con i Rangers Glasgow che non hanno mai aperto al prestito con diritto di riscatto – condizione massima proposta dal Cagliari – e una valutazione di 4,5 milioni di euro che ha tolto ogni margine di riuscita. E come il belga con passaporto nigeriano così tutti gli altri papabili per l’attacco di Nicola, arrivando fino a Johnsen che resta, a oggi, ancora in piedi come possibile innesto. Anche per il norvegese della Cremonese la situazione è pressoché identica, con i grigiorossi che puntano a garanzie anche solo per giugno, leggasi prestito con obbligo, e il Cagliari che vorrebbe intraprendere la via dell’accordo temporaneo e poi si vedrà. Insomma, nei giorni che precedono la chiusura del mercato l’obiettivo è restare alla finestra, intavolare discorsi esplorativi e aprire trattative, con la conditio sine qua non dell’occasione sostenibile nel presente e senza un impatto forte sui conti. Tenendo comunque aperta la porta a possibili cessioni, il player trading citato nel bilancio del 2024. Non senza se e senza ma, piuttosto in caso di offerte congrue che possano liberare il Cagliari dal giogo della liquidità mancante. Ragione per cui non è stata accettata la proposta del Monaco per Makoumbou, con un prestito con diritto di riscatto che non avrebbe aiutato, anzi, e una valutazione data dal club del principato che non si avvicinava alla richiesta da quasi 6 milioni della società rossoblù. Fermo restando che, come noto da tempo, tutti sono importanti e nessuno indispensabile e che se le condizioni proposte dal Monaco dovessero cambiare, ecco che una cessione dell’ex Maribor non sarebbe più utopia. Discorso valido per tanti giocatori a disposizione di Nicola, ancora di più per chi come Augello è in scadenza di contratto e ha trovato nel Lecce una pretendente forte a caccia del sostituto di Dorgu. Così come resta sempre con le valigie in mano Lapadula, almeno nelle intenzioni del Cagliari, con un possibile incastro con lo Spezia che nonostante le parole del diesse ligure Melissano – che aveva definito il numero nove un sogno – resta più che vigile sull’attaccante italoperuviano. Tanto da provare a intavolare un incastro che tolga ai rossoblù il problema della minusvalenza, con un giovane a fare il percorso inverso – difficile se non impossibile possa essere il nazionale Under 21 Bertola, attenzione al difensore classe 2004 Giorgeschi – per chiudere il cerchio. Senza dimenticare la classica dinamica di ogni mercato quando si avvicina la chiusura, ossia nomi improvvisamente nei radar che da un momento all’altro diventano obiettivi concreti. I giorni del condor, come viene definito Adriano Galliani, non l’unico a cercare il colpo dell’ultim’ora a sorpresa figlio di incastri e opportunità.
Matteo Zizola