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Marino: “Ripresa? Cercherò di tutelare l’Olbia”

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Alessandro Marino, presidente dell’Olbia e consigliere di Lega Pro, ha parlato a CSiamo sulla RAI.

Sull’istanza rigettata dalla FIGC sulla conclusione della Lega Pro commenta: “Sono rimasto perplesso dopo questa decisione, nessuno poteva prevedere che accadesse un disastro simile. Non esistendo norme al riguardo, si doveva gestire tutto con l’unica regola valida, ossia il buon senso. Siamo dei professionisti, ma siamo dei professionisti diversi dalla Serie A: abbiamo più difficoltà logistiche ed economiche e non possiamo dire ‘Ricominciamo’, come fanno A e B. Bloccare le retrocessioni è necessario, non si possono penalizzare delle società che hanno sostenuto degli investimenti con tante gare ancora da giocare. Pensare di retrocedere con tre partite giocate nel girone di ritorno non rientra nel buon senso. La decisione di fermarci presa in Lega Pro? Tra presidenti abbiamo esplorato le reali possibilità e abbiamo chiesto ai nostri medici, che hanno convenuto all’unanimità che non si poteva giocare. Addirittura ci hanno detto che se avessimo dovuto decidere di continuare loro si sarebbero dimessi. Ora parleremo nel consiglio direttivo della Lega Pro, siamo in difficoltà perché non si parla di playoff e playout come da regolamento: la FIGC propone un format più corto, che include anche le prime e le ultime. Dobbiamo capire in primis se c’è la possibilità di giocare o no, e noi pensiamo che ancora questa possibilità ci sia. Dimissioni di Ghirelli? Quello che è successo non è un buon motivo per chiederle, anche se non sono state accettate le nostre istanze. Ora dobbiamo cercare una dialettica e trovare una nuova soluzione. Dovremmo fare un ventaglio di proposte sulla base di quanto ci ha detto il Consiglio Federale, poi giovedì 28 ci sarà uno snodo fondamentale col ministro Spadafora. Non è pensabile che non sappiamo dire ai nostri calciatori e ai nostri dipendenti cosa sarà del nostro futuro”.

Sull’Olbia: “Sento tanti presidenti che non vorrebbero schierare le proprie squadre in caso di ripresa. Io cercherei di tutelare la squadra, ma allo stesso tempo, personalmente, ci penserei bene ad andare avanti. A noi mancano ancora tante trasferte: per ogni viaggio dovremmo prendere un aereo che trasporti soltanto noi, dotarci di due pullman e prendere 40 stanze singole in albergo”. 

Sulle riforme aggiunge: “Si può creare un fondo per aiutare le società di Lega Pro, ma non vedo perché la Serie B debba pagare di tasca propria le spese del protocollo e noi no. Se dovessimo valutare pro e contro delle riforme, il contro sarebbe un incremento di format che andrebbe a nostro discapito, perché noi come categoria avremmo meno risorse. Se per un anno dovessimo essere 66 o 64 squadre, il problema non ci sarebbe, accetteremmo questo handicap, dopodiché ripristineremo il format originale o attenderemo delle riforme. Questo è il prezzo da pagare: siamo in una situazione che non ha precedenti, l’unica cosa che possiamo fare è affidarci al buon senso. Per me le riforme sono necessarie, la mia posizione è di affermare che la riduzione del numero delle squadre non risolverebbe il problema. Ci deve essere una riforma fatta per valorizzare i prodotti: se si crea un girone d’élite, bisogna essere capaci di procacciarsi maggiori risorse, per esempio in materia di diritti TV, dato che noi come Serie C per ora non siamo in grado di avere ricavi su questo fronte. In più non è pensabile che ci siano delle squadre nella nostra categoria che spendono 10, 15 o 20 volte rispetto ai ricavi: sarebbe necessario un salary cap, perché sennò ci saranno sempre distorsioni e differenze abissali tra i club. Bisogna essere più ragionevoli sulla sostenibilità. Lo stop ci ha dato occasione di ripensare ad alcune situazioni e alle nostre difficoltà, dobbiamo evitare anni di perdite, dobbiamo ragionare su queste cose”. 

TAG:  Serie C
 
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