Consueta conferenza stampa di fine stagione per Alessandro Marino, presidente dell’Olbia, che al GeoVillage ha incontrato i cronisti facendo il punto post-campionato.
Tanti, ovviamente, i temi toccati dal numero uno gallurese, al tramonto della terza annata in Serie C del suo sodalizio. Dal calciomercato allo stadio, passando per le scelte fatte dalla Lega Pro e il bilancio di un torneo tribolato nelle gestioni Filippi-Carboni-Filippi. L’obiettivo playoff non è stato raggiunto, ma il girone di ritorno al rialzo fa ben sperare per il futuro.
“Ci eravamo visti a gennaio in una situazione di classifica piuttosto preoccupante – le parole riportate dal sito ufficiale -, ci ritroviamo oggi a commentare un girone di ritorno certamente positivo per un ruolino di marcia che ci ha visto raccogliere 22 punti. Una media playoff che però non è stata sufficiente a compensare un girone di andata che ha condizionato la risalita. Le tante operazioni del mercato di gennaio lo evidenziano, a inizio stagione abbiamo sbagliato la scelta di alcuni giocatori che pensavamo potessero darci un qualcosa in più che è mancato. Abbiamo però pagato anche i tanti e ripetuti infortuni che in diverse occasioni ci hanno costretto a giocare in piena emergenza, come successo per esempio a Cuneo”.
Marino, che ricorda le 15 partite perse di misura e i 26 gol subiti su palla inattiva, non nasconde il rammarico. “Abbiamo perso punti per limiti caratteriali ed emotivi – dice – Ci sono però motivi di felicità, penso alla valorizzazione di talenti italiani come Bellodi, solo per citarne uno. Ci stiamo specializzando in questo, e ciò richiede lavoro, sensibilità, coraggio”.
Nella prossima stagione saranno tanti i cambiamenti nella Lega Pro. “È stata intrapresa una strada che non mi aspettavo – dice Marino -, con un netto ribaltamento di quelli che sino ad oggi sono stati gli obiettivi condivisi della categoria. Si è deciso da una parte di non porre limiti al tesseramento dei giocatori over e dall’altra di mettere un tetto minimo di tre e un tetto massimo di cinque giocatori under incentivabili. È chiaro che con questa decisione la Lega non fa altro che indicare ai club la possibilità di scegliere tra due strategie opposte. La conseguenza, dal mio punto di vista, è che assisteremo a una spaccatura sempre più netta all’interno del campionato, ancora più di quest’anno che, per ragioni di natura differente, ci ha visto lottare contro squadre costruite per giocare la Serie B. Mi aspetto di vedere da una parte circa un terzo delle squadre che investirà per lottare per le prime posizioni e dall’altra un grande gruppo di club che continueranno a sposare la mission di categoria”.
Nessun dubbio sul futuro dell’Olbia. “Punteremo alla valorizzazione dei giovani, vogliamo eccellere in quello che sappiamo fare meglio ed essere i migliori tra quelli che adottano la nostra stessa strategia. Sicuramente ci saranno più giocatori d’esperienza in rosa, viste le nuove regole, ma anche qualche elemento in arrivo dal settore giovanile che quest’anno ha iniziato a raccogliere i primi frutti. Ho chiesto al mister di valutare attentamente ciò che abbiamo in casa, l’idea è quella di aggregare in rosa in pianta stabile tre ragazzi del gruppo che con la Berretti ha centrato i playoff”. Poi l’importante precisazione. “Questi sono i programmi attuali, ciò non toglie però che se domani dovesse arrivare qualcuno pronto a investire per puntare al salto di categoria io sono pronto a cedere la Società”.
Il “Nespoli” non si tocca, se non per gli adeguamenti necessari per ottenere le varie licenze nazionali che consentano di giocarci. Ma per parlare di stadio nuovo a Olbia è molto presto. “È vero che il Nespoli è una struttura obsoleta – spiega Marino -, ma per la partecipazione al campionato di Serie C assolve pienamente la sua funzione. Ho sempre detto che costruire un nuovo stadio a Olbia deve presupporre la consapevolezza che sia un’opportunità che vada oltre all’utilizzo calcistico. Anche in questo caso sono disposto ad ascoltare chiunque sia interessato a ragionare sull’idea e a mettermi in gioco. Per adesso stiamo bene al Nespoli, sperando che si trovi quanto prima con l’Amministrazione una soluzione per l’adeguamento all’impianto di illuminazione che ci impone l’ottenimento delle licenze nazionali in vista del prossimo campionato”.
Confermato Filippi (“Quest’anno ho visto l’Olbia giocare un ottimo calcio e il mister, nel girone di ritorno, crescere anche sotto il profilo comunicativo”), Filippi annuncia che “nel prossimo ripartiremo certamente da Pisano e Van der Want, ma anche che in questo triennio tanti giocatori hanno raggiunto apici e valori importanti, per questo parlerò con ognuno di loro per capire quali siano le ambizioni. Credo che per alcuni di loro sia giunto il momento di tentare il salto ed è giusto che ci provino”.
Biancu dovrà cimentarsi con altre categorie (si valuterà in ritiro se potrà rimanere al Cagliari) essendo “un talento cristallino del calcio sardo e, per la sua età, è certamente avanti alla gran parte dei suoi coetanei” mentre sui portieri si faranno delle valutazioni sulla base dell’ultima esperienza, che ha visto prima alternarsi i giovani Marson e Crosta (ceduto al Livorno a gennaio) e poi scegliere van der Want per il finale. Difficile sbilanciarsi su Ragatzu, definito da Marino “un giocatore unico a cui forse anche la Serie B starebbe stretta. Il programma di base prevede che faccia ritorno al Cagliari, anche se lui in passato ha stupito tutti con scelte che nessuno si aspettava”.