agenzia-garau-centotrentuno

Malagò: “Cagliari in B? Giulini è un amico, serve dare fiducia a chi ci mette la faccia”

Scopri il nostro canale su Telegramle-notizie-di-centotrentuno-su-telegram

Alla presentazione del libro “Mio papà, il padre dello Scudetto”, scritto da Stefano Arrica, con Sergio Cadeddu e Gianluca Zuddas, che si è tenuta nell’aula consiliare del Comune di Cagliari, era presente anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Non solo presidente del comitato olimpico nazionale, ma anche amico della famiglia Arrica. Queste le sue parole al termine della conferenza.

Sul Cagliari

“Parlare di Andrea Arrica nei giorni successivi alla retrocessione del Cagliari in Serie B sembra quasi paradossale, una provocazione. So che c’è un po’ di contestazione, il presidente Giulini è un amico, nella vita bisogna anche dare fiducia alle persone che ci hanno messo la faccia e che hanno investito nella società. Cosa avrebbe fatto Andrea oggi? I tempi sono cambiati, quel suo essere con una stretta di mano, con una mano stretta, basti vedere quello che è successo nella carriera di Gigi Riva, oggi sarebbe impensabile e irripetibile. Lui fu l’uomo giusto, nel momento giusto nel nostro calcio. Ho citato gli undici titolari di quel Cagliari, che avrebbe potuto vincere di più e anche all’estero. Oggi bisognerebbe avere una rosa più ampia e dinamiche finanziarie che nel calcio di provincia è sempre più complesso vedere. Questo sottolinea ancora di più la maestosità di Andrea Arrica. Tutti gli italiani dovrebbero essergli grati, perché se il calcio è una favola è anche grazie a quello che ha fatto Andrea”.

Sull’Andrea Arrica uomo

Andrea Arrica fuori dal campo era una persona molto simpatica, ironica, umorista. Però al tempo stesso una persona molto seria. Fa parte di quella generazione di persone che bastava una parola, una stretta di mano per dimostrare che fosse una persona che manteneva gli impegni. E non mi sembra una cosa così scontata ora”.

Sullo sport isolano

“Stasera prendo un aereo per andare al Golden Gala per vedere Filippo Tortu e Lorenzo Patta. Quello che hanno fatto è quasi leggendario, un’impresa equivalente a quella del Cagliari Calcio. Vincere una medaglia d’oro, nella staffetta 4×100 la più prestigiosa, due sardi, è quasi fantascienza. Ci sono poi tante altre cose che mi piace ricordare. Penso alla carriera di Gigi Datome, penso alla medaglia nel doppio pesi leggeri di Oppo-Ruta a Tokyo, ma anche alla straordinaria crescita di Barella. Veramente tanti e questo è motivo di orgoglio in più. Un tempo non c’era questa multidisciplinarietà. Ci potevano essere alcuni calciatori, c’erano i pugili, qualche discreto giocatore di pallacanestro. Oggettivamente mi sento di dire che c’è una multidisciplinarietà insolita, e questo vuol dire che c’è interesse in tutte le discipline e questo fa a onore al movimento sportivo sardo”.

Matteo Cardia

Notifiche
Avvisami se ci sono
guest
2 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti