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Lora: “Torres, non sono preoccupato: la società non è sprovveduta”

Filippo Lora al tiro contro la Spal | Foto Alessandro Sanna
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Filippo Lora, attuale giocatore del Vado in Serie D ed ex calciatore della Torres, è stato ospite ai microfoni di Buongiorno 131, dove ha parlato dell’attuale periodo in casa rossoblù e non solo. Di seguito le sue dichiarazioni.

 Sulla situazione della Torres
“Quando cambi tanto bisogna ritrovare degli equilibri. Prima, con Greco, c’erano equilibri importanti, non solo tecnici ma anche di gestione da parte della società. In questo periodo di assestamento ho visto anche l’adrenalina della piazza. Da questi momenti però devi passare se vuoi fare step di crescita, il cambiamento non porta subito alla crescita. La Torres ha tutti i mezzi per trovare un equilibrio e la sua strada. Non conosco Pazienza, ma immagino sia un allenatore preparato, ha una rosa con giocatori di livello. Ci sono stati anche impedimenti fisici, ma i giocatori sono sicuramente all’altezza delle aspettative. Anche in società ormai ci sono persone che sanno gestire questi momenti. Non mi preoccupa così tanto il loro momento, lo sapranno interpretare al meglio”.

 Gestione dei cartellini
“I cartellini rossi della Torres probabilmente evidenziano il fatto che ci sia anche tensione e adrenalina, capita quando le cose non vanno del tutto lisce. Ricordo pochi momenti simili nel campionato in cui siamo arrivati secondi, qualcuno in più quando ci salvammo tranquillamente. Vedere cartellini è però un bel segnale, una squadra piatta sarebbe peggio”.

 Conoscenza dei compagni di reparto
“La ripetizioni di schemi e giocate che ti portano a conoscerti con i tuoi colleghi fanno la differenza. Nei miei anni migliori ricordo che conoscevo i miei compagni di reparto da anni, condividevamo ogni momento di allenamenti e partite. Conoscerti e ripetere determinate cose aiuta, è una cosa che forse sta mancando alla Torres per motivi che spesso non si possono controllare, come gli infortuni. Quando si cambia tanto questo incide parecchio, ma anche questo periodo servirà per essere più performanti fra qualche settimana”.

 Torres: il periodo più difficile della gestione Abinsula?
“Condivido le parole di Pazienza, dobbiamo considerare che non solo i grandi devono essere responsabilizzati, in una squadra di undici elementi non bastano due o tre leader. Tre su undici è quasi un quarto della rosa. La Torres secondo me ha i leader, ogni tanto mancano per qualche imprevisto, ma nella rosa i leader ci sono. In queste occasioni bisogna responsabilizzarsi tutti quanti. Ho avuto un allenatore che diceva che se anche solo un undicesimo rende meno, la rendita globale si abbassa e in un momento più delicato tutta la squadra rende di meno. Non voglio essere troppo positivo, ma so che in rosa la leadership c’è. Questo è un momento dove tutti devono mostrare maggior responsabilità”.

 Sul alcuni elementi della rosa
“Vedere Musso che si impegna per 90’ è un buon segnale. Dovrei conoscere tutti i nuovi caratterialmente, Diakite si impegna abitualmente. Anche vedere la grinta di Masala è positiva. La Torres ha tanti punti di forza su cui aggrapparsi”.

 Sulla sua prima stagione alla Torres
“Ripenso alla mia prima stagione e io non vedo la situazione della Torres così drammatica. Quell’anno la squadra è sempre stata sul pezzo, fuori dalla zona playout. Quella stagione non è stata così difficile, abbiamo battagliato per salvarci e lo abbiamo fatto con un punto all’ultima giornata. Questo è il momento di scossa più grande, ma è da questi momenti che impari ciò che non hai imparato prima. Queste situazioni ci danno quel qualcosa in più per crescere e progredire. Non penso che la Torres abbia una rosa e una società sprovveduta”.

 I problemi con il Vado
“Ho firmato due anni con il Vado, ma sono in una situazione particolare: probabilmente non volevano pagarmi e volevano dimostrare che io non fossi idoneo all’attività sportiva. Mi sto allenando tanto e ho dimostrato nelle opportune sedi che io sono idoneo. Attualmente la mia situazione è in mano agli avvocati, dunque sono in attesa: seguo il calcio da fuori. Non pensavo di giocare quindici anni tra Serie B e Serie C per ritrovarmi in questa situazione a fine carriera, però tutto insegna. L’importante è avere la coscienza a posto. Parallelamente, insieme a mia moglie, portiamo avanti la nostra attività: gestiamo un migliaio di persone in DNA Solution, un’azienda che si occupa di integrazione e benessere. Ci sta dando grandi soddisfazioni”.

 Ritorno in Sardegna ed ex compagni
“Non sono ancora tornato in Sardegna, ma prima o poi lo farò: mi manca l’Isola. Dei miei vecchi compagni sento spesso Mastinu, ogni tanto anche Antonelli”

 La Redazione

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