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Olbia, Marino: “Non mollo, in trattativa con investitori. A breve il nuovo tecnico”

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Dopo quasi un mese di silenzio, il presidente dell’Olbia Alessandro Marino torna a parlare davanti ai microfoni. A seguito dell’annuncio di un possibile passo indietro e dopo la separazione dal tecnico Roberto Occhiuzzi (qui la news), il numero uno del club gallurese ha deciso di chiarire in conferenza stampa le diverse situazioni legate al futuro della società, sia sul piano dirigenziale che su quello tecnico.

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a cura di Roberto Pinna

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Termina qui la conferenza stampa

Cosa chiede ad eventuali investitori come punti non trattabili? “Per esempio non mi piacciono chi promette risorse a parole. A volte ci si fida dei soggetti che arrivano a pagherò e poi non lo fanno. La mia richiesta è quella di mettere da subito del capitale per l’Olbia. Se hanno la forza va dimostrato, ma io avendo vissuto in America mi trovo bene con gli americani. Abbiamo lo stesso linguaggio. Credo vogliano tenermi per essere un’arma in più di collante con il territorio”:

A che punto è il nuovo stadio? “Abbiamo il progetto preliminare ma ora servono le risorse, e servono almeno 100 mila euro solo per i documenti. Servono investitori per supportarci già nella fase di proposta documenti al Comune. La stima del progetto nuovo stadio è un progetto ampio che ha vari costi, decine e decine di milioni di investimento. Ma questa città merita un complesso del genere. Per fare calcio non si può giocare al Nespoli”.

I fondi che sono interessati sono già nel calcio? “I fondi americani ora sono molto interessati al calcio italiano e l’Olbia è interessante vista la location e il bilancio positivo. Hanno quote all’estero e stanno guardando altre società tra Italia e Inghilterra. Credo che il territorio posso aspirare ad avere di più dal calcio. Ma con il Nespoli attuale noi non possiamo fare nulla, non è che mettiamo 10 milioni e siamo perfetti così. Servono prima le strutture”.

Messaggio alla città: “Io dico a tutti che io ci sono e non mollo. Non sono uno che molla ma è importante capire come funzionano le aziende. Bisogna che le cose vadano bene non bastano le belle parole”.

La nota di un mese fa sulla cessione dunque era solo uno sfogo e una provocazione? “No, era uno sfogo ragionato. Ho sempre ragionato a freddo e non a caldo. Sono sotto pressione a livello personale e lo confermo ma questo non vuol dire che ci sarà un disimpegno. Detto questo sono impegnato su delle trattative dove sarò protagonista anche con l’ingresso di soci. Per me l’Olbia è un investimento che è cresciuto tantissimo, ho inserito dei miei risparmi qui ma ora dobbiamo crescere. Con nuovi soci potrei realizzare una plusvalenza che mi permettere di monetizzare i miei sforzi. Nel progetto stadio servono comunque tanti capitali. Potrei essere un presidente socio di minoranza e non un tuttofare della società”.

Focus sulle scelte della Lega Pro sul campionato: “Ci sono delle anime nelle squadre che spingono da una parte e altre che vorrebbero assomigliare alla Serie B. E in seconda serie ci sono dei costi anche solo per il giorno gara sono molto più elevati. Io dico che non dobbiamo dividerci come squadre tra chi punta ad assomigliare alla B e chi invece vuole la diminuzione dei costi. Dobbiamo però essere uniti perché una scissione e la creazione di una categoria intermedia per me non aiuterebbe nessuno. Troviamo le risorse per migliorare lo spettacolo, magari con il Var anche in Lega Pro almeno nella fase finale e non solo nella finale playoff. Vorrei in un nuovo accordo con un broadcast, visto che con Eleven è scaduto, e spero in un contratto ambizioso. Almeno avere una telecamera in più il giorno gara. Così si potrebbe creare a un Var semplificato. Riforma all’orizzonte? Io ho un altro anno di mandato e le carte sul tavolo non sono mai arrivate. Speriamo ci sia un’accelerazione. Non credo che la Lnd accetti di avere una categoria in più sopra come era un tempo con la C2. Io non sono favorevole alla creazione di un’altra categoria. Le grandi squadre devono spendere meno ma la competizione ti porta a spingere oltre le tue possibilità”.

Cosa chiedono gli allenatori sentiti all’Olbia? “Quelli a cui ci siamo approcciati conoscono la nostra struttura, la nostra gestione della rosa e l’obiettivo. Con un profilo che ha già lavorato in C la comunicazione è molto semplice. Tutti ci chiedono quali over confermeremo. Mentre chi arriva da altre categorie deve capire bene il contesto e devono essere bravi a saper gestire il gruppo. Allenare una Primavera o una Serie B sono due sport diversi. Da noi abbiamo una prevalenza di giovani ma con i grandi che fanno la differenza e da traino. I tecnici devono saper unire queste due anime. Tatti ci tiene molto a questo aspetto”.

Occhiuzzi scommessa non riuscita? “Io dico di sì invece, il rapporto con lui è sempre stato ottimo. Il problema che ha portato alla separazione fa parte dell’ottica delle aspettative. Lui viene dalla Serie B e quello è il traguardo che cerca. Lui è venuto da noi per imparare ma è una figura ambiziosa. Aveva la necessità di una nuova avventura con ambizioni diverse ma questo non vuole dire che ci ha snobbato. Noi programmiamo con chiarezza e questo abbiamo deciso di lasciarci, ma il rapporto è ottimo e lo ringrazio”.

Incontro con i tifosi: “Io ho incontrato i tifosi dopo lo scontro dei mesi scorsi e li conosco. C’è stato un chiarimento su alcuni aspetti che magari non erano stati percepiti e secondo me da lì è partito un percorso virtuoso che si è visto anche in campo. Io vorrei solo unità, specie nei momenti complessi. Non vorrei vedere gente che punta il dito. Si può sbagliare qualche scelta. Io non ho nulla contro i tifosi, però alcune cose è naturale ti facciano venire un po’ meno l’entusiasmo. Non pariamo di razionalità ma di cuore”.

Focus sui bilanci: “Noi siamo in margine positivo, questo vuol dire che abbiamo sempre del capitale da investire. Banalmente non abbiamo mai buttato soldi, poi chiaro non abbiamo la forza di creare la cassa per alzare ancora l’asticella da soli”. Dal Covid siamo in crescita, sicuramente ci sono state delle perdite che abbiamo spalmato con ordine. Non abbiamo soldi con le banche e anche questo richiede tanto lavoro dal punto di vista economico”.

Quel è il profilo ideale per il nuovo allenatore dell’Olbia: “Per noi il lato umano è fondamentale. Con Occhiuzzi abbiamo sofferto e poi salvato la categoria solo perché condividevamo i giusti valori. Anche per questo abbiamo portato la barca in porto. Noi guardiamo soprattutto ai valori umani. Poi cerchiamo un profilo giovane e non uno navigato che altrimenti non verrebbe all’Olbia. Detto che tanti che sono passati qui da Canzi a Mignani poi hanno fatto carriera”

L’intervento del patron dell’Olbia Marino prima delle domande dei cronisti: “Ci sono tre punti che voglio chiarire in questa conferenza. Ci sono tante cose da dire visto che non parlo da tempo al di là dell’ultimo comunicato. Voglio essere preciso su questi punti. Il primo è il chiarimento sul futuro del club. Il mio disappunto nasce da quello che è il nostro modo di operare dove non ci siamo mai fatti male. Abbiamo creato degli equilibri di bilancio tra i migliori della categoria, al netto dei problemi della pandemia che non sono ancora del tutto risolti. Chiaramente noi economicamente ci basiamo su un presupposto di spendere quello che si guadagna, non riguarda solo noi ma tutte le aziende nel calcio. Non si coprono i costi del calcio con i soldi degli imprenditori. Noi da anni siamo in linea di equilibrio, questo però non vuol dire che la vita è facile dal punto di vista economico. A Olbia tutto funziona solo con un mio impegno completo e ho dovuto interrompere tanti progetti personali per questa società. A volte siamo stati anche creativi nei vari problemi che sono venuti fuori. Io non percepisco un compenso dall’Olbia se mi chiedete perché lo faccio vi dico che voglio creare un valore economico e prima o poi ottenerlo attraverso una cessione del club. Molti club passano a zero o con debiti che copre il subentrante, ma a me non piace questo modo di vedere. Io voglio creare un valore economico con l’Olbia per vedere ricompensato il lavoro di questi anni anche perché il mio tempo lo avrei potuto dedicare a qualcosa di diverso. Poi c’è l’aspetto della passione, della condivisione dei risultati con tutti i dipendenti di questa azienda che coinvolge tutta la città. Abbiamo sempre pagato tutti e sempre dato un percorso di formazione. Abbiamo un settore giovanile importante e questo ci gratifica. E poi c’è la prima squadra che ha fatto dei risultati positivi. Il mio disappunto quindi nasce dal fatto che in un momento di difficoltà sono stato preso di mira e non capisco il perché. Posso capire uno contesta per manifesta malafede o altro ma nel mio caso ho sempre mantenuto le mie promesse. Io promisi la C, il settore giovanile in crescita e lo stadio. E credo di aver mantenuto due delle tre promesse e sulla terza ci stiamo lavorando da tempo. Salvarsi in Primavera 3 è stato importante per noi, considerando che le spese coperte dalla Regione non coprono nemmeno tutte le trasferte stagionali. Abbiamo un’U17 competitiva e un’U14 nazionale che ha fatto bene. Il mio malumore nasce da certe accuse dunque che non ho capito. Poi va detto che negli ultimi mesi le cose sono cambiate e noi siamo andati sempre meglio in campionato. Abbiamo fatto il miglior girone di ritorno di tutta la mia gestione. I tifosi si sono riavvicinati alla squadra, ho visto un crescendo di interesse. E molti mi hanno incitato a tenere alto l’entusiasmo e a rimanere. Il secondo punto riguarda il budget per il prossimo anno, che sarà diretta conseguenza di quello che ho detto: dobbiamo sempre avere equilibrio. I programmi possono cambiare negli anni anche a parità di budget. Non ci saranno immissione di capitale, che spesso generano problemi e difficoltà a un club quando fanno il passo più lungo della gamba. Avremo lo stesso budget della scorsa stagione ma con la voglia di raccontare due storie diverse. Io però non posso pensare di prevedere le varie imprevedibilità di un campionato e di un mercato. Ci sarà un turnover e questo sarà inevitabile. Ma resterà uno zoccolo duro di giocatori che ti permette di non andare mai dell’asticella minima che è la salvezza della categoria. La mia ambizione è chiaro che sia di stare vicina alla parte alta della classifica e fare 50-55-60 punti. Farne di più l’anno prossimo con Spal, Perugia e compagnia sarà difficilissimo. Mi aspetto una B2 l’anno prossimo e con il nostro budget sarà dura ma dobbiamo azzeccare tutto, dall’allenatore alla rosa che costruiremo, saper usare bene i prestiti e così via. Vi assicuro che io ci proverò. L’obiettivo minimo restano i 40-42 punti. Mi piacerebbe competere contro squadre che hanno solo il nostro budget e poi vediamo chi è più bravo ma così non è. Poi ci sono realtà con ricavi dal pubblico più alto di noi, guardate ora ai playoff. Sono risorse che poi reinvesti nel club e noi non abbiamo questa possibilità perché abbiamo uno stadio piccolo. Se facessimo altri 18 sold-out come contro la Torres ma non sarebbe una grande differenza rispetto ad altre piazze. Io sarei entusiasta di riuscire a fare un campionato ancora importante per stare vicino alla zona sinistra della classifica, ma non posso garantirlo. Le scelte tecniche saranno legate dal mister e nei prossimi giorni lo ufficializzeremo. Abbiamo sentito tanti profili, siamo a buon punto nella trattativa ma ancora non siamo sicuri. Al massimo una settimana-dieci giorni però ci sarà la firma e poi con lui tratteremo la rosa partendo dalle conferme o meno dei giocatori in scadenza. Vorrei chiarire che il rapporto con il Cagliari resta lo stesso, non ho mai litigato con il mio amico Tommaso Giulini a cui auguro il meglio per i playoff. Cambiano solo le contingenze in base alle categorie di entrambi. Ma la storia dice che non dipendiamo dai prestiti del Cagliari per fare bene. L’anno scorso abbiamo dimostrato di poter fare bene anche senza i prestiti rossoblù, ma io sono il primo che vuole un grande rapporto con il Cagliari. C’è una partnership di coordinamento anche sul settore giovanile e non solo sulla prima squadra. Quest’anno vorrei portare tanti giocatori dal Cagliari all’Olbia visti i tanti 2003 di qualità, ma prima parleremo con il nuovo tecnico e poi plasmeremo la rosa sulle sue volontà. Non vogliamo fare l’errore di cambiare tutto prima avere un allenatore. Siamo a maggio e c’è tempo. Cessione del club? Ci sono varie trattative in piedi ma la cessione del club non vuol dire che io vado via. Qualcuno ha riconosciuto il lavoro che è stato fatto e vorrei che qualcuno si inserisse con capitali per progetti di crescita. Pensiamo alle infrastrutture ma anche nel capitale umano. Far crescere dei talenti non solo in campo. Questo aspetto dipende da i fondi che entreranno o meno. Poi se qualcuno mi chiederà di passare la mano pretenderò che il club finisca in buone mani. Attualmente non ho offerte sul tavolo ma alcune trattative per soci che spero si concretizzino e ci aiutino nel progetto stadio. Anche su questo nelle prossime settimane informeremo su questo discorso. Post iscrizione sarà impossibile portare avanti queste offerte, quindi vorrei chiudere il tutto prima per poi gettarci nella creazione della squadra. Se non riuscissimo riapriremo i discorsi a dicembre. Ma ho 5 soggetti stranieri (americani e fondi) che sono interessati al club e al nostro progetto”.

Inizia la conferenza stampa

11.15 – Buongiorno e buona domenica amici di Centotrentuno, siamo a Olbia per raccontarvi la conferenza stampa indetta dal presidente del club gallurese Alessandro Marino.

TAG:  Olbia Serie C
 
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