Dopo le due amichevoli contro Como e Catanzaro e la presentazione della squadra in quel di Saint-Vincent (qui l’articolo integrale), per il Cagliari è tempo di primi bilanci. A fare il punto della situazione sarà l’allenatore rossoblù Davide Nicola, che presenzierà davanti ai media per la conferenza stampa di fine ritiro estivo, il cui inizio è previsto per le ore 12.15.
A cura dell’inviato a Châtillon Francesco Aresu
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12.35 – Termina la conferenza stampa.
Sui meccanismi di gioco: “Meccanizzare è una parola che non mi piace moltissimo. Credo infatti che serva riconoscere le relazioni. Noi sviluppiamo un tipo di gioco che di fatto riconosce una relazione geometrica. Questa relazione geometrica, se è statica, è una relazione facile da leggere per l’avversario e quindi deve diventare dinamica questa relazione per poter permettere a un giocatore che questa funga da appoggio per poi dare palla e andare e conquistare uno spazio. Nel momento in cui dà la palla per andare a conquistare lo spazio il compagno deve immediatamente riconoscere che abbiamo bisogno di un sostegno, modificando subito la sua posizione di partenza e ricostruendo questa figura geometrica. All’inizio si fa un po’ più di fatica perché ovviamente gli si chiede di pensare e quindi pensando ritardi un po’ l’azione, ritardi il movimento e non lo fai in maniera fluida e sciolta. Ma non c’è apprendimento senza didattica del movimento. Io sto vedendo che queste relazioni si stanno costruendo e distruggendo con continuità e questo ovviamente dovremo farlo anche con una certa qualità e una certa efficacia. Io devo dire però che, soprattutto nell’interpretazione della seconda partita, questo è avvenuto. È chiaro che ogni partita di allenamento può presentare in questo momento delle difficoltà diverse o perché incontri una squadra più qualitativa o perché incontri una squadra che ti toglie gli spazi e quindi ti rallenta il gioco. Ogni squadra porta la possibilità di apprendere determinate cose. Noi, sinceramente, abbiamo incontrato squadre che giocano con la difesa a quattro. Questo per me è importantissimo perché nel macro gruppo della Serie A ci sono molte squadre che giocano a tre e alcune squadre che giocano a quattro. Ma per come giochiamo noi, invece, è importante incontrare questo tipo di squadre perché ci costringono a passare da una difesa a tre a una difesa a quattro. Questo è importante farlo soprattutto in questo momento perché quando incontri squadre che, come si suol dire, giocano a specchio, è più facile capire le uscite sulla pressione e percepire gli spazi che vengono lasciati liberi. Quando incontri squadre che utilizzano un tipo di gioco posizionale molto accentuato e che non ti danno alcun tipo di riferimento, il tipo di aggressività che noi dobbiamo portare deve essere riconosciuto. Per farlo devi incontrare queste squadre. Noi stiamo costruendo una nuova identità e una nuova idea, ma già dal breve periodo. Vedo già dalla costruzione del portiere avversario la voglia di ‘rompere le scatole’, accettando delle richieste di uno contro uno e questo per me è importantissimo. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di imparare dinamiche di gioco che portino ad avere fluidità e velocità per sorprendere gli avversari. La convinzione è data solo dal lavoro quotidiano perché questa è la dimostrazione che abbiamo avuto un’idea di gioco”.
Sul centrocampo: “Io preferisco giocatori che sappiano giocare a calcio, a prescindere dalla tecnica: a me interessa costruire una squadra che sappia cosa deve fare. Gli errori non si toglieranno mai, ma serve costruire costantemente una relazione: stiamo lavorando molto sulla capacità di creare gioco palla a terra, ma dal portiere la palla si può anche alzare e si liberano più velocemente gli spazi. Attaccare la profondità porta a finalizzare, ma nel momento in cui lo fai c’è un momento di transizione per la preparazione alla nuova ondata offensiva o difensiva in base a ciò che fa l’avversario. A me non piace che la palla rimanga ferma, così come non dobbiamo restare a guardare l’avversario quando recupera la palla. Stiamo cercando di lavorare in modo molto intenso, a centrocampo abbiamo elementi di qualità come Marin o Prati, come Makoumbou: da lui voglio molti più inserimenti e la capacità di arrivare al tiro con costanza. Deiola ha tempi di inserimento importanti che vanno sfruttati bene, nello sviluppo del gioco deve giocare semplice. Ma gli errori ci saranno sempre, perché chiediamo passaggi complessi e difficili ma per poter far male, i famosi passaggi chiave. Per arrivare a questo serve consapevolezza e struttura geometrica in testa, ma questo arriva solo con il lavoro e con il tempo”.
C’è qualcuno indietro? “No, nessuno. Sicuramente ci sono giocatori che hanno volumi di lavoro svolti che sono differenti: penso al gruppo che ha lavorato ad Assemini dal primo giorno o agli ultimi tre arrivati. Bisognerà vedere l’interpretazione di certe richieste, chi avrà bisogno di più o meno tempo per farlo. Sono contentissimo della mentalità, ho trovato nel gruppo di giocatori più rappresentativi grande appartenenza e responsabilità nel lavoro, ma sono stato colpito anche dalle potenzialità dei giovani. Nel caso di Prati credo che la sua area di miglioramento sia solo nella fase di non possesso, perché nella fase di sviluppo è un giocatore molto intelligente”.
Sul mercato: “Le idee chiare ci sono sempre, si può fare sempre un bilancio. Tutti i giocatori presenti hanno dimostrato la voglia di far parte di questo progetto, alcuni giocatori sono già andati via. Per ogni giocatore che va via, serve che arrivi qualcuno: se va via Radunovic, serve che arrivi un portiere che ci permetta di svolgere al meglio quello che è il nostro lavoro. Ciocci fa dei progressi, ma per lui ci vorrà ancora del tempo per poter trovare spazio e proseguire la sua carriera. Siamo in continuo contatto con la società, serve un portiere con determinate caratteristiche ma non faccio nomi. Nel momento in cui arriverà il portiere vedremo che status ha, ma per ora sono contento di chi sta interpretando il ruolo in questo momento. Per il resto avremo Mina solo ad agosto inoltrato, vista anche la squalifica in campionato. È un giocatore di grossa personalità: ‘ho sentito al telefono, mi ha fatto un’ottima impressione ma avrà bisogno di tempo e preparazione perché ha una certa struttura e gli serve continuità di lavoro. Stiamo valutando due elementi in difesa che l’anno scorso non hanno avuto continuità per diversi motivi: per me l’interpretazione difensiva di quel ruolo è importante, perché dà coraggio a tutta la squadra. Se so di avere un difensore che se la sbriga nell’uno contro uno senza arretrare altri elementi, il mio pressing diventa più efficace. Per me è importante che loro finiscano questo periodo con noi, in cui verranno valutati ulteriormente poi faremo delle tranquille analisi. Veroli è un giocatore di prospettiva importante, ha bisogno di completare ulteriormente la sua maturazione. Ho conosciuto Adam Obert che secondo me ha le caratteristiche giuste per potersi cimentare nel ruolo insieme a Luperto: ha dinamismo, tecnica e pulizia di gioco. Deve amumentare la capacità difensiva nell’essere aggressivo in modi e tempi giusti, ma essendo lui molto voglioso di lavorare e umile penso che possa migliorare ulteriormente”
Da Assemini alla fine del ritiro, dove ha visto i maggiori miglioramenti? “Sicuramente ci son stati dieci giorni di lavoro in più, sia dal punto di vista fisico, tecnico-tattico, psicologico e della conoscenza relazionale e dei principi e dell’organizzazione di gioco che vogliamo proporre e in questo dieci giorni in più di lavoro fanno la differenza, oltretutto con tre giocatori che ad Assemini non avevo allenato. In questo momento non resto colpito, perché arrivo in un contesto in cui mi sono trovato bene da subito. La chimica che si è creata tra la lettura delle caratteristiche e le persone che lavorano dietro ai giocatori per me è stata assolutamente naturale. In loro ho visto la stessa voglia e la stessa determinazione di costruire un progetto nuovo con un’idea nuova che ci possa permettere di esprimere al massimo le nostre qualità. Ovviamente non bastano 22 giorni di lavoro, è un processo che deve durare dei mesi ma è altrettanto importante che in questo processo di lavoro ci si possa rendere conto dei risultati ottenuti dalle proposte di lavoro svolte e proposte. Io questo lo sto vedendo, vedo che la squadra sta rispondendo, vedo che la squadra ha voglia di interpretare la fase di non possesso in maniera aggressiva. Ovviamente ci si prende dei rischi, in funzione dell’organizzazione che stiamo cercando di dare ma vanno anche soppesati i vantaggi che può portare la mentalità di un singolo giocatore e dell’intera squadra. Ora abbiamo bisogno solo di ripetere, ripetere e ripetere ma senza annoiare i giocatori durante gli allenamenti, con alcune piccole variazioni. Vedo una squadra che non si risparmia: dai test di Assemini il volume di lavoro svolto è davvero sensazionale. C’è ancora tanto lavoro da fare, ma per noi diventa fondamentale sperimentare le varie interpretazioni del ruolo. Lo sviluppo rimane uguale, per il resto sono molto soddisfatto del lavoro svolto”.
Mister, un bilancio di questo ritiro: “Stiamo proseguendo con i punti che abbiamo previsto per la programmazione della seconda parte di questo ritiro, in cui avevamo la possibilità di integrare giocatori come Marin, Obert, Sherri e Lapadula. Era importantissimo integrarli nel nostro lavoro. Nella prima partita non sono stati presi in considerazione perché ogni giocatore ha il suo tempo di preparazione per non incorrere in situazioni spiacevoli o in infortuni. Questo è il momento dello studio e dei test, di una preparazione che vada ad integrarli e dove siamo riusciti a inserirli fortunatamente nella partita contro il Catanzaro, dove siamo riusciti a vedere le loro caratteristiche. Ovviamente, come dico sempre, noi i giocatori li conosciamo per averli avuti da avversari o per averli incontrati. Nel caso di Lapadula non è un giocatore da scoprire però quando li alleni ti rendi conto di aree di miglioramento ulteriori, punti di forza e caratteristiche peculiari, sia di carattere sia di scoprire quei movimenti che sono solo loro e che possono costituire una risorsa per l’intera squadra e che di conseguenza ci permette di organizzarci”.
12.10 – Inizia la conferenza stampa di Davide Nicola.
12.00 – Buongiorno a tutti da Châtillon. Siamo pronti per raccontarvi in diretta la conferenza stampa di fine ritiro estivo del tecnico del Cagliari, Davide Nicola.