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Lega Pro, Ghirelli: “Riammissioni? Cambierebbe il format, ma non i gironi”

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Continua l’attesa per i verdetti del Consiglio di Stato relativi alle situazioni di Campobasso e Teramo, squadre escluse dalla giustizia sportiva e da parte di quella amministrativa dalla prossima Serie C (qui i dettagli). Una situazione su cui è tornato a esprimersi Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro. Questo un estratto delle sue parole rilasciate al quotidiano ItaliaOggi.

Sulla decisione del CdS

Se il Consiglio di Stato dovesse effettivamente reinserire il Campobasso, il format del campionato di Lega Pro cambierà, passando a 61 squadre. Non cambierà invece la composizione dei gironi, sarà il Consiglio direttivo a definire, anche se l’auspicio è quello di rimanere a sessanta club. In generale, è necessario anticipare i tempi di valutazione dei requisiti per le iscrizioni ai campionati, ponendo un termine di pre-iscrizione con scadenza a marzo. La proposta è già pronta e sarà avanzata al prossimo consiglio federale“.

Sul quadro complessivo

Non posso pensare che l’inizio del campionato e la Coppa Italia si siano dovute rinviare raffreddando l’enorme entusiasmo di pubblico costruito durante i playoff; un danno gravissimo per la Serie C e una perdita economico-finanziaria per i club, più spese e meno ricavi. Irritazione perché, come più volte suggerito, quanto dovuto al fisco poteva essere saldato nei termini perentori fissati dalle norme e poi, eventualmente, provare a far valere le proprie ragioni. Di contro, si è preferito un percorso di ricorsi i cui costi non saranno lontani da quanto doveva essere versato per sanare e porre in zona sicurezza il proprio club; nello stesso tempo, non si sarebbe procurato un danno agli altri club”.

Sulle riforme già attuate

L’indirizzo della valorizzazione del principio del merito sportivo è encomiabile e dimostra sensibilità sociale elevata. Nella normativa delle licenze nazionali di Figc tale principio viene ponderato ed applicato in sede di iscrizione, introducendo una diversità di criteri. La serie C ha nel suo dna il dato sociale. Può esplicitarlo al massimo se risponde ai criteri di sostenibilità economica. I club virtuosi fanno attività sociale, quelli instabili finanziariamente creano problemi sociali spesso drammatici. Questa è la storia dei fallimenti dei club, perdita di posti di lavoro, scomparsa del calcio nella città ove è insediato il club. Per questi motivi. Negli ultimi anni, abbiamo rafforzato le norme affinché si desse forza al criterio della sostenibilità economica come condizione di stabilità finanziaria dei club e si consentisse, di conseguenza, il rispetto della regolarità della competizione in campo“.

La Redazione

TAG:  Serie C
 
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