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Lapadula: “Spezia come il Cagliari di Ranieri. Nicola? Non mi è arrivato”

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Lunga intervista di Tuttosport a Gianluca Lapadula attaccante dello Spezia arrivato in Liguria dal Cagliari nella sessione di calciomercato invernale: vi riportiamo alcune dichiarazioni dell’attaccante italoperuviano, ritornato al gol nel derby contro la Sampdoria per le sue prime due marcature con la maglia degli spezzini.

Il gol
“Come da copione, ci vuole un po’ ma poi arrivo. A Pescara dopo sette turni, a Cagliari dopo dieci, a Cesena nove. Stavo bene fisicamente, mai stato meglio. Guardavo la palla sfilare, e pensavo ‘Ma come, venivi sempre da me…”. Poi ho capito che era il momento”.

Gli allenatori
“Ci sono allenatori che anche con i loro silenzi aiutano, D’Angelo è uno di questi. Io a Cagliari ho avuto Ranieri. Quando arrivò ci chiuse in una stanza me e Pavoletti e ci disse che il suo compito era quello ‘di fare in modo che la squadra mettesse palle nel mezzo dell’area, che poi
due avremmo fatto tutto’. Che lui poteva andarsene, non serviva. Così fu. Non lasciava nulla al caso; c’è chi stenta a credere anche a quello che disse prima della finale di ritorno a Bari. 70′ chiese di stare chiusi, poi negli ultimi 20′ di mandare più palloni possibili in area. Su uno, Pavo firmò la promozione. Gli allenatori devono essere bravi a farti arrivare qualcosa. Ranieri mi è arrivato. Cosi D’Angelo, anche se diverso. Vivarini in parte, Nicola no, ma sono solo esempi”.

Lo Spezia
“Come il Cagliari di Ranieri sembra una squadra che può mollare, perdere tutto, ma poi la ribalta. Come quel Cagliari, soffre sembra quasi tutto programmato e scritto. A giugno vorrei andare in Nazionale le qualificazioni mondiali, affrontiamo Colombia ed Ecuador, significherebbe che saltiamo i playoff Ma soprattutto che siamo riusciti nell’impresa”.

La Redazione

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