Terza partita consecutiva senza subire gol per il Cagliari ma lo 0-0 maturato al Tombolato di Cittadella lascia l’amaro in bocca. L’impressione è che i rossoblù abbiano perso due punti piuttosto che averne guadagnato uno, specialmente alla luce dei ben 40 minuti giocati in superiorità numerica contro i veneti. Ranieri ha deciso di confermare per quanto gli era possibile l’11 che ha vinto contro il Como; l’unico cambio è stato quello di Falco al posto dell’infortunato Pavoletti. L’assenza dell’attaccante livornese ha pesato come un macigno, complici anche le caratteristiche opposte dell’ex Lecce.
Costruzione
Nella gara vinta contro il Como il nuovo Cagliari di Ranieri aveva di fatto rinunciato alla costruzione bassa vista spesso con Liverani per andare alla ricerca immediata delle punte con un rinvio lungo del portiere. Quando hai un fenomeno del gioco aereo come Pavoletti non è mai una brutta idea lanciare lungo, ma se la tua coppia d’attacco è formata da Lapadula e Falco impostare la propria fase di possesso sulla ricerca dei duelli aerei rende troppo facile la vita agli avversari. In questo senso sarebbe stato forse più opportuno alternare il gioco lungo per vincere la seconda palla con un più paziente giro palla dal basso, ma giocatori come Altare e Dossena non hanno nelle proprie corde questo tipo di soluzione.
Attacchi laterali
Il Cittadella di Gorini si è schierato con un 4-3-1-2, modulo che manca naturalmente di ampiezza nelle due fasi. Il 3-5-2 del Cagliari sviluppa buona parte del suo gioco proprio sulle fasce, specialmente sulla sinistra dove può sfruttare il dribbling di Azzi e l’energia di Kourfalidis. Il Cittadella però ha fatto un buon lavoro nella difesa laterale portando in zona palla terzino, mezzala e punta, creando di fatto superiorità numerica in quella porzione di campo. In queste situazioni sarebbe stato utile alzare uno dei braccetti, ma né Altare sulla destra – non è il suo forte – né Capradossi sulla sinistra sono stati in grado di fare la differenza da questo punto di vista. Si è sentita tanto la mancanza dello stile di gioco e della qualità tecnica di Obert in quella posizione.
Attacco dell’area
Un grosso miglioramento riscontrato nella prima partita di Ranieri è stato nell’attacco dell’area, uno dei problemi riscontrati nel Cagliari di Liverani in questa prima parte di stagione. Nella gara contro il Como la presenza fissa di Pavoletti, Lapadula e uno dei due esterni riusciva a tenere sempre impegnata la retroguardia avversaria. L’assenza del centravanti livornese e la sua sostituzione con un giocatore come Falco, che per sua natura tende muoversi più sulla trequarti, ha costretto il Cagliari a un grosso passo indietro da questo punto di vista. Ogni cross era facile preda dei difensori che dovevano occuparsi quasi solo di Lapadula nella maggior parte delle situazioni.
Considerati i problemi di cui sopra nel creare un’azione pulita non è un caso quindi che le migliori occasioni del Cagliari siano arrivate da calcio piazzato, tra l’altro quasi tutte a firma Dossena che, nel gioco aereo, ha dimostrato di avere pochi pari. Purtroppo per lui l’ex Avellino ha trovato di fronte un Kastrati in grande forma.
La partita dopo l’espulsione
Merita un approfondimento a sé quanto accaduto dal 52’ in poi, momento dell’espulsione del terzino del Cittadella Salvi che ha dato vita a una nuova partita dentro la partita. Il Cagliari ha giocato per 40 minuti in 11 contro 10 senza mai rendersi pericoloso, anche a causa di un atteggiamento decisamente troppo poco coraggioso. Dal rosso in poi il Cittadella si è trovato costretto comprensibilmente a rinunciare in toto alla fase offensiva, abbassando esponenzialmente il proprio baricentro e schierandosi con una sorta di 4-4-1 nella propria metà campo.
Ciononostante Ranieri ha deciso di mantenere il 3-5-2 fino all’85’, rendendo di fatto inutile la superiorità numerica acquisita perché il Cagliari aveva ben 4-5 giocatori nella propria metà campo. Si è trattato di una precauzione eccessiva che ha limitato enormemente la pericolosità dei rossoblù che riuscivano ad accompagnare l’azione solo con 5-6 uomini contro i 9 del Cittadella.
I veneti si sono focalizzati specialmente nel difendere le zone laterali cercando di fare densità, ma questo logicamente portava a lasciare degli spazi centralmente a causa dell’uomo in meno. Il Cagliari, tuttavia, ha rinunciato ad attaccare la zona centrale avendo lasciato i tre difensori in campo, i quali spesso cercavano il lancio dalla trequarti per un Lapadula in area isolato tra i difensori avversari piuttosto che tentare un’azione manovrata. In questo modo il Cagliari ha sprecato il vantaggio di giocare con un uomo in più andando a occupare zone del campo in cui il Cittadella si trovava spesso in superiorità numerica. È risultata inoltre evidente la mancanza di un giocatore in grado di saltare l’uomo, caratteristica fondamentale quando si sfida un blocco così basso, e in questo senso l’ingresso di Luvumbo è apparso alquanto tardivo.
In sintesi, il lato positivo di questa partita consiste indubbiamente nella terza porta inviolata consecutiva su cui si è espresso con gioia lo stesso Ranieri, ma è difficile non avere la sensazione di aver perso due punti considerato che si è giocato per quasi un tempo in superiorità numerica senza riuscire a creare alcunché di pericoloso a causa di un approccio troppo poco coraggioso. Se l’idea di gioco proposta contro il Como sembrava essere funzionale alle caratteristiche della rosa, l’assenza di Pavoletti obbliga Ranieri a trovare delle soluzioni alternative.
Marco Lai