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La Moviola di Verona-Cagliari: Orsato fatica in una gara spigolosa

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Daniele Orsato di Schio | Foto Luigi Canu
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A Natale puoi dice una nota canzone di uno spot televisivo. Ed effettivamente a Natale, o almeno all’antivigilia, anche i migliori possono incappare in una serata storta. È quanto accaduto a Daniele Orsato, arbitro di Hellas Verona-Cagliari, scontro salvezza della giornata numero 17 di Serie A terminato 2-0 in favore dei padroni di casa.

Metro largo
Carattere, personalità ed esperienza internazionale sono elementi importanti per un calciatore e lo sono ancora di più per un direttore di gara. Se, però, non portano a supponenza e a dare la sensazione di sentirsi superiori all’evento che si conduce. Ed è questo quanto ha lasciato negli occhi Orsato dopo la serata del Bentegodi, soprattutto per decisioni che non hanno seguito un metro lineare e alcuni errori su situazioni di facile lettura. Al 3′ il primo segnale di una direzione improntata a una linea di fischio decisamente alta: ci vogliono infatti numerose reciproche trattenute tra Duda e Oristanio perché Orsato decida di concedere la punizione al Verona. Al 7′ inizia la sfida nella sfida del fischietto di Schio con il gialloblù Terraciano. L’occasione capitata a Nández nasce infatti da un contrasto tra il 24 e Viola non ritenuto irregolare dall’arbitro, decisione corretta. Situazione simile all’11’ quando Prati colpisce il palo dopo un contrasto aereo tra Pavoletti e Hien ritenuto regolare nonostante il difensore del Verona abbia la peggio. Poco dopo arriva il primo giallo della gara, è Makoumbou a finire sul taccuino per un fallo con relativa trattenuta su Suslov. Cartellino corretto non tanto per la natura della scorrettezza, quanto per aver interrotto una promettente azione d’attacco dell’Hellas, la cosiddetta SPA. Al 13′ Orsato con ampi gesti sembra lasciar correre dopo un’entrata di Nández su Terraciano, poi probabilmente richiamato dal quarto ufficiale Kevin Bonacina decide per la punizione: fischio corretto e corretto anche non ammonire il numero 8. Tre minuti dopo il fischietto classe ’75 valuta corretto il recupero di Hongla su Viola per poi punire la carica di quest’ultimo sull’avversario, decisione che appare giusta. Nella seconda parte della prima frazione arrivano una serie di scontri che Orsato non punisce: al 27′ l’occasione per Suslov che nasce da un intervento su Oristanio ritenuto non punibile, quindi al 31′ è Terraciano a subire una carica di Nández senza ottenere il fallo, con il direttore di gara che lo invita ad alzarsi con ampi gesti e un richiamo verbale deciso e, infine, al 44′ è Pavoletti a non essere assecondato in una richiesta di punizione che appare legittima. In mezzo, al 37′, il gol annullato a Goldaniga per fuorigioco: il SAOT mostra la posizione irregolare della spalla per pochi centimetri, nulla da eccepire con un sistema tecnologico infallibile nonostante la beffa per i rossoblù. Il primo tempo si chiude con un grave errore di Orsato quando ferma il gioco per ammonire Duda per fallo su Nández: giusto il giallo, intervento in ritardo e da SPA, ma il numero 8 del Cagliari nel proseguire l’azione senza terminare a terra appare in condizione di far partire, appunto, una promettente azione d’attacco. Una decisione peraltro in controtendenza con il metro adottato fino a quel momento.

Rosso e durezza
La ripresa si apre sulla stessa falsariga della chiusura dei primi 45 minuti. Al 46′ infatti il secondo errore abbastanza curioso di Orsato: Oristanio parte verso l’area del Verona, è netta la spinta di Hongla ai suoi danni, ma il fischietto di Schio non punisce il giocatore del Verona con la punizione e il giallo per SPA. Anzi, dopo che Oristanio tocca la sfera con la mano in seguito alla caduta, Orsato fischia il fallo contro il 19 rossoblù. Al 51′ arriva l’episodio che cambia la sfida del Bentegodi, la seconda ammonizione per Makoumbou e conseguente espulsione. Decisione legittima, anche se il fallo del centrocampista del Cagliari è a metà tra negligente e imprudente e pertanto tra non punibile con il cartellino o, correttamente, da giallo. Con il metro utilizzato fino a questo episodio non sarebbe stato un errore punire solo con la punizione l’entrata di Makoumbou. Da questo momento in poi la gara diventa nervosa e Orsato fatica a tenere il filo. Al 56′ si accendono gli animi dopo che Viola cerca di recuperare il pallone per eseguire una rimessa laterale, con Ngonge che prova a trattenere la sfera e impedire la ripresa del gioco. Si crea un capannello, Suslov e Viola vengono a contatto e Orsato ammonisce entrambi, manca però il cartellino per Ngonge. Ammonizione che arriva giustamente dodici minuti dopo per una trattenuta prolungata da SPA su Nández, con un accenno di reazione dell’uruguaiano lasciato correre dall’arbitro. All’86’ rischia tantissimo Pavoletti per una manata su Dawidowicz durante un calcio d’angolo per l’Hellas: il check del VAR Mazzoleni si conclude con un nulla di fatto. Due i motivi: il primo è che il contatto arriva un istante prima della battuta del corner, quindi con pallone non ancora in gioco e senza possibilità di concedere un rigore che altrimenti sarebbe stato oggetto di On Field Review; il secondo è che per il VAR non ci sono gli estremi della condotta violenta e dunque nemmeno per una chiamata di Orsato al video per eventuale cartellino rosso. La gara si chiude con il giallo per step on foot su Duda da parte di Sulemana al 92′ e con il rischio rosso per Nández che per pochi centimetri non colpisce con un’entrata a piedi uniti sempre Duda: manca comunque l’ammonizione al numero 8 rossoblù.

Matteo Zizola

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