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Ecco la Corona de Logu (VIDEO)

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Giornata di presentazione per la Corona de Logu, e già dal suo articolo 1 è facile capire la missione. “La casa e la voce degli amministratori locali indipendentisti”.

Sede della storica prima volta è stato il Tiscali Open Campus, alle porte di Cagliari.

Un’assemblea, la Corona de Logu, che si prefigge di “promuovere e difendere il diritto dei sardi all’autodeterminazione nazionale, attraverso lo scambio di buone pratiche, la formazione interna, l’elaborazione di progetti e posizioni comuni sui problemi dei territori sardi e della Sardegna nel suo complesso, lo sviluppo della capacità di pesare sulla politica sarda”.

Da segnalare, in apertura, il saluto di Josep Maria Cervera Pinart e Roger Torrent, rispettivamente presidenti dell’unione dei municipi e del parlamento catalano, a rimarcare il clima istituzionale e fondativo respiratosi in sala, un aspetto inedito per quanto riguarda le iniziative indipendentiste, almeno quelle recenti.

Successivamente è toccato a Francesco Pala, grafico e addetto alla comunicazione, presentare il logo istituzionale. Uno stemma derivante da un approfondimento sui simboli storici sardi che ha come protagonista l’albero eradicato degli Arborea a sovrastare i simboli dei quattro giudicati storici sardi: il cavallo di Pluminos (Giudicato di Cagliari), ancora l’albero eradicato degli Arborea (Giudicato di Arborea), la torre merlata del giudicato di Torres, e infine il gallo del Giudicato di Gallura. A chiudere il motto “pro su beni dessa republicha sardischa”.

Innovativa e sorprendente la scelta di rinunciare ad uno dei simboli cardine, ormai stampato nell’immaginario collettivo di tutti i sardi: lo stemma dei quattro mori.

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Nomi noti anche nei comitati interni. Francesco Casula, Bachisio Bandinu e Nicolò Migheli per quello di garanzia; giuristi professionisti da sempre impegnati nelle cause indipendentiste e legate al diritto di autodeterminazione per il comitato legale: Gianfranco Congiu, Maura Cossu, Alberto Fois, Giulia Lai, Matteo Pische, Adriano Sollai, Gianfranco Sollai e Michele Zuddas.

A conclusione dei lavori, guidati dal Presidente della Corona de Logu Davide Corriga Sanna (sindaco di Bauladu) e il vice presidente Maurizio Onnis (primo cittadino di Villanovaforru), la firma dello statuto da parte dei restanti quarantacinque, tra sindaci, assessori e consiglieri, amministratori fondatori.

L’iniziativa appare come un tassello fondamentale per ripartire dopo la batosta elettorale del 24 febbraio, in seguito alla quale i partiti indipendentisti sono stati esclusi dal consiglio regionale.

Molte le presenze illustri che fanno parte dell’indipendentismo sardo, da segnalare anche il coinvolgimento dei rappresentanti dei partiti politici di maggior spicco (Franciscu Sedda per il Partito dei Sardi, Stefania Lilliu per Autodeterminazione, Andrea Riccio di “Sardi Liberi”)

La speranza, è pensiero comune, è che non ci si fermi all’atto costitutivo, dando invece un lungo respiro. Cosa possibile solamente se tutti gli sforzi saranno concentrati verso il bene comune, ma soprattutto verso il desiderio di unirsi non più nelle “belle parole” ma nel “duro lavoro”.

Stefano Lecca