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Jankto: “Ho provato a rientrare, ma Nicola non mi ha fatto giocare. Con Ranieri rapporto speciale”

Jakub Jankto si dispera dopo un'occasione fallita in Cagliari-Napoli nella stagione 23/24 | Foto Luigi Canu
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Lunga intervista concessa da Jakub Jankto al Corriere della Sera: l’ex giocatore del Cagliari, ritiratosi a soli 29 anni, ha parlato anche del suo periodo con Ranieri in panchina e del suo infortunio che l’ha portato ad appendere gli scarpini al chiodo. Vi riportiamo alcune dichiarazioni del centrocampista ceco.

L’infortunio
“La mia occupazione principale è curare gli investimenti immobiliari che ho fatto in questi anni e poi alleno oltre ottanta ragazzini in due società diverse, nel Dukla Praga e nel Cafc Praga. Mi sono fatto male contro il Genoa, il primo anno con Ranieri. Poi le ho tentate tutte per stare meglio: mi sentivo anche pronto a giocare con il dolore, ma mister Nicola non mi ha fatto entrare in campo neanche un minuto e allora ho pensato che non valeva la pena andare avanti con questa lesione di terzo grado ai legamenti della caviglia sinistra, che non si può operare. Anche quando alleno i bambini o semplicemente cammino, mi fa male”

Su Ranieri
“Abbiamo un rapporto speciale, ma mi massacrava sul campo (ride). Mi ha fatto giocare, crescere, con lui ho indossato la fascia di capitano della Samp: un grande onore. Quando il tuo allenatore dice che non aveva bisogno di proteggerti perché sapeva che sarei stato forte dentro ti dà un bell’aiuto. Aveva ragione: dal coming out erano passati due anni e dentro di me avevo una forza nuova. E ai tifosi interessava soprattutto quello che avrei fatto in campo”.

Sul coming out
“Il primo mese è stato difficile, perché non sapevo come avrebbero reagito le persone, ma dopo un paio di settimane ho visto che tutti mi hanno dato una mano, anche perché il mio comportamento era positivo. I tre anni successivi sono stati i miei migliori, non dovevo nascondere niente, potevo andare con il mio partner ovunque. Prima non potevo vivere come volevo, non mi sentivo me stesso. Io ho sempre tolto i commenti dai social e non ho mai letto nulla. Alcuni ragazzi gay sono molto influenzati dai social. Il mondo del calcio omofobo? No, per la mia esperienza dico di no. Se c’è un problema è fuori, non dentro al calcio. Ho provato a dimostrare ai calciatori che se fai coming out, non succede nulla. Mi sono arrivati tantissimi messaggi, che dicevano “vorrei fare come te, ma non riesco”, messaggi arrivati da calciatori o tifosi”.

La Redazione

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