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Italbasket, Pozzecco: “La Nazionale va vissuta con serietà e come un’opportunità”

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Gianmarco Pozzecco ha iniziato ufficialmente sul parquet la sua nuova avventura da C.t. della Nazionale di pallacanestro. L’ex allenatore della Dinamo Sassari, fresco vincitore dello Scudetto da assistente allenatore di Ettore Messina con l’Olimpia Milano ha parlato della nuova esperienza in una intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport. Qui un estratto.

Sulle emozioni da ct

Essere c.t. è una responsabilità enorme, più di quando giocavo. Quando ho iniziato, pochi pensavano che sarei arrivato in Serie A o in Nazionale. E non ho mai creato aspettative sul fatto che potessi diventare allenatore. È sempre stato così e la mia soddisfazione è ancora più grande“.

Sul passaggio da Milano alla Nazionale

Mi sono catapultato da una situazione felice, cui ho immeritatamente e lievemente contribuito, a una altrettanto bella. La scelta che ha fatto Messina l’anno scorso è stata rischiosa. Sono orgoglioso di sentire le cose positive che ha detto di me. Tutti pensavano che fossi un giullare, che non potesse funzionare. Nello sport, i risultati sono la cartina tornasole“.

Sui giocatori e sui no ricevuti

Belinelli, Hackett e Datome? Capitolo delicato. Per me è la parte più difficile perché sento la necessità di creare un gruppo armonico. Il ritiro non può essere più quello militaresco e spietato dei miei tempi con i 14 migliori giocatori in competizione e in trincea per 12 posti. Milano ha giocato 84 partite, la Virtus 69. Dobbiamo rassicurare le società che investono e dare a tutti i giocatori la serenità di essere coccolati e tutelati. Se ci sono stati dei no? Al massimo dei nì perché non ne abbiamo discusso. Devono staccare, poi li sentirò. Per etica, visto che ero con Milano, non ho parlato con i giocatori della Virtus. Lo voglio fare di persona o per telefono. Se mi diranno di no, lo capirò perché sono ragazzi estremamente seri. Ho grande rispetto per loro, so cosa vuol dire gestire una carriera e l’età che avanza. La Nazionale va vissuta con serietà e come un’opportunità. Regala emozioni uniche. Non devono dirmi di sì perché siamo amici o abbiamo giocato insieme. Non stiamo andando a mangiare una pizza“.

Sugli obiettivi

Creare un gruppo dove i giocatori di talento o meno giovani si sentano un valore aggiunto. Qualcosa che funzioni a prescindere. Nessuno deve sentirsi obbligato a venire in Nazionale. La pallacanestro di oggi è pretenziosa, i tempi tra Serie A e attività nazionale sono stretti. Una volta era tutto più semplice”.

TAG:  Basket
 
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