Stadio, progetto Cina e fatturato: approfondimento a cura di Marco Iaria.
Fatturato, al netto delle plusvalenze, passato dai 42 milioni del 2013-2014 ai 73 del 2018-2019, ricavi da stadio passati da 1 a 5 milioni e boom del settore commerciale lievitato da 5 a 19 milioni. Ne parla La Gazzetta dello Sport, in edicola il 22 ottobre, a corredo dell’ottimo momento del Cagliari. Una fase d’oro che interessa il campo e non solo, come dicono i numeri. La Rosea fa un viaggio a 360 gradi sulle novità portate negli anni dalla gestione Giulini, per rinfrescare e rivalorizzare il brand. In attesa di finalizzare il contratto con la Regione per la stagione 2019-2020 (su base triennale), il Cagliari si gode l’ottavo posto (con 520 mila) nella classifica sul numero di tifosi (indagine StageUp-Ipsos), con un incremento di followers sui social da 250 mila a 1 milione (alto tasso di interazione) compresi quelli cinesi di Weibo.
Cina chiama Cina. La collaborazione in Fujian, nella provincia di Xiapu, mira a creare una Academy e ovviamente anche ad espandere il Cagliari in una nuova fascia di mercato, cercando di esplorare una nicchia dove i top club europei non sono ancora arrivati.
Ora si pensa allo stadio. Con i quattro utili di fila (dal 2014 al 2018), il 2019 potrebbe chiudersi in leggero rosso ammorbidito negli anni a venire anche grazie alla cessione Barella. L’orizzonte è uno stadio da 25 mila posti ampliabile a 30 mila. “Qualche intoppo c’è stato”, scrive Iaria su Gazzetta dello Sport, “il club si aspetta ora l’ok rapido del Comune sul piano guida per il quartiere Sant’Elia. Ci vorranno almeno 3 anni e mezzo per avere lo stadio pronto. Sarebbe un paradosso – conclude il quotidiano milanese – se il Cagliari che corre venisse frenato dalla burocrazia”.