Anche le scelte meno semplici da fare possono portare a un nuovo inizio. Stefano Guberti, centrocampista classe 1984 con diverse esperienze tra Serie A, B, Lega Pro ma anche Serie D, sabato 23 febbraio aveva annunciato il ritiro dal calcio giocato sul campo della Robur Siena, squadra e città che lo hanno accolto dal 2017, con un’unica breve interruzione nella scorsa stagione quando l’ex Roma era tornato in Sardegna per vestire la maglia del Latte Dolce. Guberti, in un’intervista su La Nuova Sardegna, ha lasciato ancora però uno spiraglio aperto sulla sua carriera anche se l’obiettivo dichiarato è quello di sedersi in panchina da allenatore:
“Ho parlato con la società, mi hanno prospettato un passato interessante. Quando smetto voglio fare l’allenatore, ho già il patentino Uefa B. Il club sta pensando di darmi una collocazione come tecnico. Stiamo parlando. Se quello che che mi hanno detto si concretizza smetto di giocare. La voglia di fare un altro anno sul campo c’è, ma non ho problemi ad anticipare l’addio e cominciare un nuovo percorso. Ma se la società dovesse chiedermi un altro anno da giocatore, sono pronto. Nel futuro farò l’allenatore. Sarebbe l’ideale fare otto mesi qui come tecnico per poi iscrivermi al supercorso di Coverciano“.
Ricordi e rimpianti
“Sono due. La prima partita contro il Milan, persa 3-1 quando giocavo ad Ascoli. Sono sempre stato un tifoso rossonero, vedere quella maglia da vicino e i miei idoli mi ha fatto tremare le gambe. Poi la prima partita con la Roma da titolare è stata un’emozione forte. Entrare all’Olimpico e sentire l’inno giallorosso ti fa provare sensazioni difficili da descrivere. Ricordo da cancellare? I due anni di squalifica per le scommesse senza aver fatto nulla. Poi ho avuto giustizia e sono stato assolto perché il fatto non sussiste. Quello stop ha condizionato pesantemente la mia carriera. Il rimpianto più grande? La retrocessione con la Sampdoria e non aver detto sì quando c’è stata l’opportunità di tornare in Sardegna e giocare nel Cagliari. Ho preferito restare alla Sampdoria“.
Il rapporto con la Sardegna
“Mi manca tanto. Quando posso torno ma per fare quello che voglio fare, cioè l’allenatore, la Sardegna è limitativa e le occasioni di lavoro poche. Realtà interessanti ce ne sono, spero crescano. Quando sono andato a giocare con il Latte Dolce sapevo che la proprietà era in trattativa con la Torres. L’idea era tornare da dove sono partito. Non si sono create le condizioni e quando mi è capitata l’occasione di rientrare al Siena non me la sono fatta scappare“.
Sul Cagliari
“Faccio il tifo per loro. La Serie A è troppo importante per la Sardegna. Hanno un piccolo vantaggio ma non possono più sbagliare”.
La Redazione