Il difensore della Torres, Alessio Girgi, è intervenuto ai nostri microfoni durante la rubrica settimanale Serie C…entotrentuno per parlare dell’inizio di stagione dei rossoblù di Alfonso Greco nel girone B della Serie C e per fare un bilancio di questi suoi primi mesi in Sardegna. Queste le sue parole.
Pareggio pazzo per 1-1 a Rimini. È la conferma che la squadra ha trovato una certa maturità dopo un impatto difficile con la categoria?
“Sì, certamente. Adesso stiamo prendendo consapevolezza di essere una squadra forte ma forse già lo sapevamo. Ci mancava quella spinta in più, quei punti in più che piano piano stanno arrivando. Infatti trovarsi al tredicesimo turno con 16 punti, a metà classifica, penso non sia da tutte le squadre. Sicuramente, oltre che aspetti individuali e tecnici, fa tanto l’essere gruppo. Infatti in questa squadra il punto di forza è proprio questo”.
Dopo la gara di Rimini è più il rammarico di non aver vinto o la consapevolezza di fare ottimi risultati su campi difficili?
“Il Rimini ha dei giocatori importanti come per esempio Vasco Regini che ha fatto la Serie A. Non è assolutamente facile andare là e giocarsela a viso aperto contro una squadra con elementi del genere. Abbiamo preso subito gol, e la partita si è messa in salita. Dopo pochi minuti però siamo stati bravi ad avere l’occasione con Campagna per riacciuffare il pareggio. Purtroppo non è andata a buon fine, però poi, tenendo duro e stringendo i denti, grazie all’espulsione rimediata dagli avversari, siamo riusciti a riprenderla in mano trovando solamente un pareggio. La vittoria secondo me sarebbe stata anche meritata per le occasioni create”.
Ti aspettavi la Torres in questa posizione di classifica? Quali sono le squadre che ti hanno colpito di più nel girone B?
“Sinceramente no perché non è mai facile, soprattutto essendo una squadra neopromossa, ad esser già così compatta, così unita e avere già 16 punti al tredicesimo turno non è da tutti, soprattutto parlo per le esperienze passate che ho avuto nella mia breve carriera. In questi 4 anni non mi sono mai trovato in una posizione del genere avendo giocato in squadre tutte neopromosse tranne la Carrarese, quindi dobbiamo essere solo che felici e continuare in questo modo perché è assolutamente un ottimo risultato. Forse ci aspettavamo un po’ tutti di più da Cesena ed Entella, però è anche vero che le abbiamo incontrate nelle prime partite, quindi non è mai facile iniziare. Adesso abbiamo veramente dei bei banchi di prova. Adesso incontriamo la Reggiana, il Gubbio e il Fiorenzuola, che sono tutte lì davanti e vediamo cosa riusciamo a tirare fuori. Se riusciremo a strappare dei punti anche da queste partite, ben venga e speriamo”.
Com’è stato vivere da dentro un agosto pazzo per l’incertezza della categoria e quanto ha condizionato la Torres a livello di impatto?
“Non saperlo fino all’ultimo è stato abbastanza logorante e frustrante. C’era la speranza fin dal primo giorno quando ci siamo riuniti tutti. Ci siamo conosciuti ad Arona in ritiro e la speranza ci ha portato ad allenarci al massimo nonostante non sapessimo nulla alla fine, se fossimo rimasti in D o saliti in C. Questo è secondo me anche dimostrazione del fatto che siamo un gruppo compatto e serio, davanti a questa situazione non era assolutamente facile reagire così”.
Mister Greco punta tanto sugli esterni nel 4-4-2 e la tua caratteristica principale è la spinta in avanti. Come ti stai trovando col nuovo modulo?
“La mia caratteristica principale è sempre stata quella della corsa, di spingere in avanti. Mi sto trovando molto bene con questo tipo di modulo, avendo dei compagni come Liviero, Campagna, Sanat. Sono tutti giocatori con grande qualità. Avere dei compagni di questo calibro davanti a te ti dà la sicurezza di poter spingere ancora di più. Quindi se giochiamo spesso sulle fasce è proprio per questo motivo, per la fiducia che abbiamo l’uno dell’altro”.
Chi sono i punti di riferimento, al di là del capitano, nello spogliatoio della Torres?
“La Torres è una grandissima realtà proprio per questo punto di vista. Abbiamo uno staff che è composto da vecchi giocatori, quindi la grinta viene in primo luogo da loro. Quando le cose vanno male sono sempre loro a darci una parola di sostegno e di conforto ma anche, essendo anche una squadra giovane per certi versi, affidarci ai vecchi con più esperienza fa tanto. Nonostante Gigi Scotto non sia presente in campo, è comunque sempre presente nello spogliatoio, viene sempre alle partite. Questo dà dimostrazione che la Torres sia una grandissima realtà”.
A Rimini tanti problemi alla voce infortuni ma sono entrati anche giocatori come Campagna e Sanat. Avete scoperto una nuova Torres?
“Il punto di forza di questa squadra è che quando qualcuno esce, chi lo sostituisce entra e dà il 100%. Questo è fondamentale in un gruppo. Se manca questa componente non si va da nessuna parte”.
Hai giocato in piazze importanti come Crema e Carrara. Quanto peso ha il pubblico per una piazza come Sassari?
“Il bello del calcio è anche questo. Purtroppo in alcune squadre si vedono pochi tifosi sugli spalti. Qui a Sassari sono rimasto sbalordito. Alla prima partita di campionato, ho visto tanta gente appassionata alla squadra. Non è facile avere domeniche e sabati così pieni, soprattutto di sabato perché la gente lavora, eppure fa di tutto per esserci. Poi ci sta la contestazione, i momenti di gioia, fa parte del gioco e noi dobbiamo essere capaci di dare il massimo ogni partita. Sotto questo punto di vista penso che lo stiamo facendo veramente”.
Sei cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta con Barrow e Kulusevski: chi tra di loro ti ha impressionato di più?
“Uno su tutti Dejan (Kulusevski n.d.r.). Si vedeva proprio che lui aveva qualcosa in più degli altri, anche in allenamento. Quando giocavamo insieme gli dicevo “Deki, si vede proprio che hai un altro passo”. Secondo me, come ha dimostrato non tanto per la Serie A quanto per la Premier, la differenza la sta facendo. Il suo sogno era quello di andare a giocare in Premier e ci è riuscito. Sono contento per lui perché sta facendo veramente bene nel Tottenham di Conte”.
Il ricordo più bello di quegli anni all’Atalanta? Com’è stata la festa Scudetto?
“Di sicuro è stata la vittoria dello Scudetto (sorride n.d.r.). È stato bello perchè erano tanti anni che l’Atalanta arrivava in finale e non riusciva mai a vincere, parlo forse di 10 o 15 anni. Era seguita dalla tifoseria della prima squadra. Quando siamo rientrati a Bergamo c’è stata anche la festa dei tifosi, come se fossimo noi la prima squadra”.
Un altro giocatore cresciuto nell’Atalanta è Colpani. Può essere secondo te un prospetto futuro in ottica Nazionale?
“Colpa, nonostante sia fisicamente esile, ha una qualità assurda. Quando giocavamo – io sono un anno più piccolo di lui, ho fatto anche l’anno sotto leva nella Primavera dell’Atalanta quando ero in Beretti – si vedeva che anche lui con i piedi faceva quello che voleva. Infatti sta dimostrando anche in Serie A che, nonostante non abbia un fisico diciamo imponente, sa giocare. Se sai giocare, alla fine, il fisico secondo me conta in parte”.
Qual era il tuo idolo da ragazzino o un calciatore nel tuo ruolo a cui ti ispiri? E quale giocatore hai preso come modello umano?
“Essendo genoano, fin da piccolo, seguivo il Genoa e andavo allo stadio. Quando ci andavo seguivo Mimmo Criscito e il suo modo di giocare. Ho avuto, come tutti penso, momenti di difficoltà e momenti in cui andava bene. Mi ricordo che alla Pergolettese c’era stato un giocatore, Momo Okoli, che mi veniva a prendere, mi parlava, aveva sempre qualcosa da dirmi, di buono o di cattivo, mi dava sempre dei consigli e mi diceva di non mollare mai e che prima o poi le occasioni arrivano. Infatti non bisogna mai mollare perché prima o poi la tua occasione arriva”.
Dieci gol, di cui sette nei secondi tempi. Per fare un altro salto di qualità, addirittura sognando i playoff, serve mantenere la concentrazione?
“Certo, assolutamente sì. Adesso anche noi studiamo, abbiamo tutti i dati sotto mano, vediamo i video. Purtroppo abbiamo perso molti punti, soprattutto con l’Olbia il derby in casa, anche con il Pontedera subito dopo negli ultimi minuti e questi punti poi alla fine li paghi, sia che si punti all’obiettivo dei “pazzi” playoff sia che si voglia ottenere la salvezza. Dobbiamo essere più concentrati e cercare di evitarlo”.
Sempre sul problema gol subiti. È più una questione di inesperienza nella categoria o di amalgama?
“No, assolutamente di amalgama della squadra no. Come ho detto prima siamo un ottimo gruppo bello compatto quindi quello non è un problema. Forse fa parte del gioco perchè come le puoi vincere all’ultimo le puoi perdere all’ultimo. Abbiamo anche vinto all’ultimo mi ricordo in casa. Certamente dobbiamo essere più attenti, quello sicuro, però l’amalgama della squadra è ottima”.
Nel prossimo turno per te e la Torres ci sarà la Reggiana, tra le squadre favorite alla promozione diretta. Che gara ti aspetti?
“Domenica andremo a incontrare una squadra che, l’anno scorso, ha lottato fino all’ultima giornata per andare direttamente in Serie B evitando i playoff. È un ottimo banco di prova, non sarà facile, noi giochiamo in casa e quindi dobbiamo fare la partita per cercare di portare a casa il risultato”.
Avete uno spirito quasi sbarazzino contro le squadre di vertice. Questo vi aiuta?
“A Rimini abbiamo dimostrato di essere una squadra che sa giocare palla a terra. Magari ci sono partite in cui gli avversari lottano come noi per la salvezza e te lo impediscono costringendoti a cambiare il tuo modo di giocare. A Rimini siamo bravi a farlo, giocare contro queste grandi squadre è anche uno stimolo per far meglio sia a livello individuale che collettivo ovviamente”.
Dalla tua parte di campo dovrai affrontare probabilmente un giocatore come Rosafio. L’hai già studiato?
“Affrontare questi giocatori che hanno fatto diverse categorie e sono di questo calibro è anche uno stimolo personale e individuale. Sarà una bella sfida”.
La Redazione