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Mario Ielpo

Genoa-Cagliari, Ielpo: “Nicola, meno bel gioco e più punti. Gilardino, esonero surreale”

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Dopo la pausa nazionali la Serie A torna in campo. Il Cagliari di Davide Nicola sarà impegnato nel lunch match di domenica 24 novembre a Marassi contro il Genoa, scontro salvezza interessante e utile per i rossoblù per capire il livello di crescita dopo il positivo pareggio contro il Milan. Anche in passato la partita contro il Grifone è stata spesso importante: lo sa bene Mario Ielpo, ex portiere dei rossoblù tra il 1988 e il 1993, che nella stagione 1991-92 fu protagonista della prima storica vittoria del Cagliari al Ferraris per 2-3 al secondo anno di Serie A dopo la cavalcata trionfante dalla C. Dopo tre anni nel Milan di Fabio Capello dove vinse tra le altre due Scudetti e una Coppa Campioni, nel 1996 vestì la maglia del Genoa fino al 1998, anno del suo ritiro. Abbiamo intervistato l’ex portiere e avvocato romano che ci ha parlato delle sue impressioni sul momento delle due squadre in vista di questo importante impegno in campionato.

Ielpo, lei è stato tra i protagonisti della prima storica vittoria del Cagliari sul campo del Genoa: stagione 1992-93, Carlo Mazzone in panchina, 2-3 in rimonta. Che ricordi ha di quella partita?
“Ho il ricordo di un Genoa che non si volle accontentare del pareggio, perché attaccava a testa bassa alla ricerca della vittoria. Noi in quel momento eravamo una squadra forte e forse loro avrebbero fatto meglio a cercare di non prenderle invece di venirci ad attaccare. E, come spesso succede, alla fine hanno perso (sorride, ndr). Fu una gara che sancì l’esonero del tecnico Bruno Giorgi, perché loro volevano vincere a tutti i costi ma fummo noi a farlo”.

Domenica 24 novembre si affrontano nuovamente Genoa e Cagliari. Uno scontro salvezza importante per entrambe: come vede le due squadre e cosa si aspetta da questo match?
“È un match surreale per il Genoa, perché avviene dopo un esonero che nessuno si aspettava. Gilardino ha fatto delle cose straordinarie a Genova e dopo il pareggio contro il Como è arrivato questo esonero, senza nessun motivo. Per il Grifone ancora una volta sarà una partita assurda, mentre il Cagliari deve approfittare dell’ottima prestazione fatta contro il Milan: l’unico errore da evitare dev’essere quello di avere la presunzione di gestire la partita, perché mi sembra che a volte ceda alla ricerca del bel gioco quando magari dovrebbe fare più attenzione in fase difensiva, perché subisce un po’ troppo”.

Come giudica il rendimento del Cagliari fin qui? Crede che dopo la prestazione contro il Milan i rossoblù possano riuscire a dare continuità ai risultati?
“Io lo spero, perché Davide (Nicola, ndr) è stato mio compagno a Genova, addirittura compagno di camera. Lo conosco bene e gli voglio un gran bene. È una persona a cui auguro il meglio, ma mi permetto di dargli un consiglio: deve preoccuparsi meno del bel gioco della propria squadra, mi sembra un po’ troppo attento a questo aspetto. Questo probabilmente deriva dalla considerazione che tutti hanno di lui, un allenatore molto bravo in corsa per la salvezza. Questo forse lo spinge ad essere un “giochista”, come si dice in gergo, quando invece ciò che conta sono i punti e i risultati”.

Secondo lei cosa manca al Cagliari per riuscire a unire buone prestazioni e risultati?
“Non lo so, mi sembra che in difesa prenda gol con troppa facilità: nella gara contro il Milan gli spazi concessi a Leao sono stati tanti e poteva finire molto peggio per il Cagliari, ma questo non è successo ed è andata bene così. Per quanto riguarda l’attacco Lapadula ha fatto sempre bene, ma al momento non riesce a garantire il suo apporto di sempre, forse anche per problemi fisici. Mi sembra che il problema sia la mancanza di qualcosa davanti, come per esempio un contropiedista: Luvumbo ha quel tipo di caratteristiche, ma spesso non riesce a concretizzare”.

Da ex Genoa le chiedo: è rimasto sorpreso dal modo in cui è avvenuto l’esonero di Gilardino a distanza di oltre una settimana dall’ultima gara contro il Como? Quanto potrà incidere questo sull’esito della partita?
“È stato uno degli esoneri più sconvolgenti degli ultimi tempi, sono rimasto molto sorpreso. Immagino sia successo qualcosa tra l’allenatore e la dirigenza che non ha permesso la prosecuzione del rapporto, perché il campo e gli ultimi risultati mai avrebbero fatto pensare a una scelta così. Credo sia emblematico che sia successo qualcosa che dall’esterno difficilmente può essere compreso. Secondo me inciderà molto sulla gara. Come non saprei, ma sicuramente dal punto di vista emotivo è uno shock”.

Lei è stato compagno sia di Vieira ai tempi del Milan, che di Nicola nel biennio al Genoa. Che ricordo ha di loro da calciatori? E come giudica la loro carriera da allenatore?
“Vieira è stato mio compagno al Milan, ma non lo conosco bene come allenatore. Sicuramente conosce molto bene il calcio italiano ma allenare è un altra cosa e per il Genoa è un altro salto nel buio. Di lui calciatore ricordo che è arrivato molto giovane in un Milan fortissimo: in un contesto simile per un giovane è stato difficile trovare spazio, e non ha avuto la fortuna di esprimersi. Per quanto riguarda Nicola, invece, ho un ricordo negativo perché mi ruppe una gamba (ride, ndr.): in Genoa-Fidelis Andria lui marcava un attaccante avversario e su un cross dalla sinistra io sono andato in anticipo sul pallone, ma lui è entrato in scivolata per anticipare il centravanti. Arrivarono entrambi sulla mia coscia e mi spaccarono il quadricipite. Scherzi a parte, al di là di questo episodio, Davide era un difensore molto applicato, tecnicamente non eccelso come i marcatori di un tempo. Mi ricordava Gianluca Festa, anche se lui fisicamente era un colosso rispetto a Davide: entrambi però erano fortissimi nel difendere, ma se dovevamo giocare il pallone facevano un po’ di fatica. Da allenatore, invece, ha fatto imprese incredibili. In lui rivedo quella fiducia incrollabile tipica di Ranieri verso il raggiungimento di obiettivi che tutti considerano impossibili. Questa penso sia la sua caratteristica fondamentale. Quest’anno ha avuto l’opportunità di guidare una squadra dall’inizio, spero possa essere l’anno giusto per lui”.

Tornando al Cagliari, domanda da ex portiere: meglio il ritorno tra i pali Scuffet oppure fiducia all’albanese Sherri?
“Sherri contro il Milan non mi è piaciuto molto, anzi mi ha colpito negativamente. Scuffet è un portiere normale, per cui non stravedo. Ha alcuni limiti come nelle uscite, in cui spesso fa fatica, ma nel complesso è un buon portiere”.

Un’ultima battuta su Ranieri: che cosa pensa del suo ritorno in panchina a Roma dopo le sue dichiarazioni nel momento dell’addio a Cagliari?
“A me dispiace molto. Da una parte sono contento, perché rivedere il mister sul campo mi commuove e mi fa ricordare in mente i tempi bellissimi a Cagliari. Dall’altra parte mi dispiace, perché l’epilogo perfetto di Cagliari sarebbe stata la giusta chiusa per un tecnico così bravo. Spero che il mito non si rovini a Roma con un anno brutto. Perché quanto fatto a Cagliari è incredibile”.

Giuseppe Meloni

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