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Il Genoa durante un riscaldamento pre-partita | Foto Instagram Genoa

Genoa-Cagliari | Gravina (Secolo XIX): “La sfida può segnare il cammino di entrambe”

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Un match che può rappresentare la partita della svolta. Alla Unipol Domus, domani mercoledì primo marzo alle 20.30, Cagliari e Genoa proveranno a raccogliere punti pesanti nella corsa per la Serie A. Abbiamo parlato del momento genoano con Carlo Gravina, giornalista del Secolo XIX.

Che partita sarà Cagliari-Genoa?

Non penso che sarà determinante perché da qui alla fine del campionato ci sono ancora tanti punti in palio, ma può essere una sfida che può segnare il cammino dell’uno o dell’altra. Dovesse vincere il Cagliari si potrebbe riaprire il discorso per il secondo posto, con la lotta che diventerebbe ancora più serrata. Se invece dovesse avere la meglio il Genoa, il Grifone metterebbe una seria ipoteca, anche perché ritengo i sardi insieme al Parma le squadre che più potrebbero insidiare gli uomini di Gilardino per la promozione diretta”.

Come arriva alla sfida il Genoa?

Lo fa dopo l’incrocio con la Spal, con una vittoria non sofferta ma in cui, come capita spesso in Serie B, ci è voluta molta pazienza visti i pochi spazi lasciati dalla squadra di Oddo. Nonostante questo, i rossoblù sono riusciti a fare tre gol in poco tempo dopo averla sbloccata. Da un lato quindi ora c’è la consapevolezza e l’entusiasmo di avere i mezzi per cambiare prima o poi il corso di una gara, dall’altra il Genoa arriva nell’Isola con qualche acciacco: non ci saranno Coda e Aramu, rientreranno Hefti e Frendrup che non sono però nella condizione migliore. Sono situazioni che chiaramente influenzeranno la formazione, quello delle assenze è un aspetto da valutare”.

Rispetto alla gara d’andata le due squadre hanno in panchina due allenatori diversi. Se il Cagliari ha ritrovato entusiasmo e fiducia con Ranieri, cosa è scattato invece con Gilardino sotto il profilo mentale?

Gilardino è riuscito a entrare subito nella testa dei giocatori, perché per quanto riguarda almeno il pacchetto arretrato anche con Blessin la squadra soffriva poco dietro. Lui è stato bravo a mantenere l’equilibrio difensivo e, nonostante il Genoa non sia una macchina da gol, grazie ad alcuni piccoli aggiustamenti ma soprattutto alla sicurezza e alla tranquillità che è riuscito a dare, ha ricompattato il gruppo e lo ha farlo ripartire. Poi ovviamente sono arrivati subito i risultati e quando subentra la fiducia questa dà comunque una grossa mano”.

A livello tattico invece cosa è cambiato?

Blessin ha quasi sempre utilizzato un 4-2-3-1 con Coda come terminale d’attacco. Un sistema che agiva soprattutto per vie centrali: una volta che gli avversari hanno capito che restando compatti si poteva imbrigliare il Genoa, il tedesco non ha trovato le contromisure in grado di riuscire ad aprire le difese avversarie. Gilardino invece ha spesso utilizzato il 3-5-2 provando a utilizzare maggiormente le corsie esterne, con qualche acquisto di gennaio che è andato verso quella direzione. Ma ha anche provato il 4-3-2-1 e ha utilizzato i due trequartisti per cercare di trovare la punta in verticale con i movimenti tra le linee avversarie di centrocampo e difesa”.

In attacco, vista l’assenza di Coda, quale sarà l’assetto?

La sensazione è che giocherà Puscas, anche se è uscito affaticato per via di qualche crampo contro la Spal. La scelta è quasi obbligata da questo punto di vista, anche perché si tratta dell’unico centravanti di ruolo a disposizione di Gilardino. Ci sarà poi probabilmente Gudmundsson, giocatore che ora sta trascinando il Genoa, che agirà più vicino al rumeno e, così come con la Spal, vista l’assenza di Aramu potrebbe esserci Jagiello”.

Quella di domani sarà anche una gara in cui saranno diversi ex, da una parte soprattutto Lapadula e Pavoletti, dall’altra Strootman. Per l’olandese la nuova esperienza genoana sembra essere quella della rinascita.

Quando c’è stata la possibilità di poter tornare al Genoa nell’ultima estate Strootman ha accolto subito l’idea, proprio perché aveva la voglia di dimostrare di essere ancora un giocatore e di non essere quello di Cagliari, dove comunque oltre agli infortuni non ha trovato anche una situazione ideale viste le difficoltà della stagione. Per lui sarà uno stimolo in più. Lapadula invece non ha lasciato un ricordo bellissimo in termini numerici: non ha fatto tanti gol, anche perché nella seconda stagione è stato fermato da un infortunio. Situazione ben diversa invece per Pavoletti, che in due stagioni ha segnato 25 gol in 47 partite. Dopo il rientro dall’infortunio, potrebbe essere un’arma che qualora fosse necessaria Ranieri utilizzerà sicuramente”.

Matteo Cardia

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