Il tecnico dell‘Olbia Michele Filippi, intervistato da L’Unione Sarda, ha parlato in vista della prossima gara di campionato contro la Pro Patria, che segna il suo ritorno sulla panchina dei Bianchi.
“Il legame con Olbia e la città mi ha spinto a tornare. Avevo la sensazione di aver lasciato qualcosa di incompiuto ed è come se non fossi mai andato via. Ho ritrovato la la squadra che avevo lasciato, entusiasta e propositiva. In cuor mio speravo di essere richiamato, si è creato un bel legame con i ragazzi nei miei anni da vice e nella prima parte di stagione. Non penso che questo mi abbia influenzato il lavoro di Carboni, stiamo parlando di professionisti seri che danno sempre il massimo. Dopo l’esonero ho staccato tutto, ho rivisto l’Olbia solo dalla gara contro la Juventus U23”.
Filippi torna poi sulla prima parte di stagione: “Il nostro è stato un percorso in crescendo, con alcuni momenti di difficoltà fisiologica: a parte le sconfitte con Gozzano, al termine di una settimana particolare, e quella nel derby con l’Arzachena la squadra è sempre stata viva e battagliera. Dobbiamo ripartire dalla prima mezz’ora col Gozzano, fino ad allora eravamo in zona playoff. Abbiamo giocatori di valore che sanno giocare a calcio e lottano col coltello tra i dent: il presidente Marino ha chiesto un girone di ritorno all’altezza, non ci è precluso nulla. Dobbiamo ragionare gara per gara e concentrarci sulle cose semplici, ci aspettano tante partite da affrontare”.
L’allenatore cagliaritano non parla del mercato (“La società sa quel che deve fare per completare la squadra”) e risponde così sulla possibilità dell’utilizzo di un tridente nelle prossime gare: “Perché no, l’Olbia è una squadra propositiva per natura e non ho mai schierato formazioni remissive. Quando sono andato via era una situazione in evoluzione con Ogunseye che stava rientrando dal lungo infortunio. Secondo me non siamo mai stati così scandalosi in difesa, la gara col Gozzano ha spaccato la media: ripartiamo da là”.