La Grecia è diventata ormai una seconda casa per Gianluca Festa. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, l’ex difensore era stato al Cagliari per la sua prima avventura da allenatore, inizialmente da vice, poi in Primavera e infine, dopo la parentesi al Lumezzane, nuovamente con i grandi, a guidare un gruppo che viveva uno dei momenti più complessi della storia rossoblù, culminato con la retrocessione del 2015. La parentesi al Como nell’anno successivo è durata l’arco di qualche mese ma è stata l’ultima prima che si aprissero le porte del calcio ellenico, sponda Larissa nel 2018. Ora sulla panchina del Lamia, dopo aver iniziato la stagione all’Apollon Smyrnis, Festa si è raccontato alle colonne de L’Unione Sarda, parlando anche della stagione dei rossoblù
Tra Smirne di Atene e Lamia
“Allo Smirne c‘era Bruno Alves, grande professionista anche se limitato da un infortunio al ginoccchio. Parlavamo tantissimo della sua esperienza a Cagliari. Avevo Pulga come secondo. La squadra giovava bene ma otteneva meno di quanto meritasse, troppe difficoltà a fare gol. Poi arriva lo 0-0 con l’Olympiakos ma il giorno dopo il presidente mi comunica l’esonero. Cinque partite e mi richiamano ma dura poco e vengo mandato di nuovo via. Neanche il tempo di sbarcare a Cagliari e ricevo una telefonata dal presidente del Lamia, una diretta concorrente. Mi è andata bene perché lo Smirne è ultimo, il Lamia penultimo. Ai playout, ci siamo portati a +8 sullo Smirne che retrocederebbe subito, ora proviamo a prendere la terzultima. E il 20 aprile giocheremo la semifinale d’andata della Coppa di Grecia con il Panathinaikos. La finale sarebbe un sogno. C’è un ambiente entusiasta, sono ottimista: ora penso a salvare il Lamia, poi vedremo se alzare l’asticella, intanto mi diverto“.
Sul Cagliari
“Da lontano soffro. Un brutto inizio di stagione, poi la risalita. Ora, dopo tre sconfitte, è un momento difficile, con un calendario difficile. Dovrà essere bravo Mazzarri, servirà un lavoro psicologico per ritrovare testa, cuore e gambe. E spero si dia più spazio a Carboni. Mi piace e poi è sardo. Sorpreso dai flop di Godin, Caceres e Strootaman? No, hanno fatto una grande carriera, chi glielo fa fare a sporcarsi le mani nei momenti difficili“.
Tra Inghilterra e Italia
“Dove tornerei? In Inghilterra vorrei tornare al Middlesbough, dove ho giocato. E in Italia ve lo lascio immaginare“.
La Redazione