Lacrime dal Penzo al San Nicola, da Venezia a Bari, dallo sconforto alla gioia. Una retrocessione quasi totalmente cancellata da una serata da attore non protagonista, eppure decisivo per arrivare all’atto finale. Nahitan Nández e il Cagliari, Nahitan Nández e Cagliari, un rapporto inaspettatamente intenso e lungo quattro stagioni, un rapporto con ancora un capitolo da scrivere.
Abbraccio
Sembra passato un secolo, ma non è trascorsa nemmeno una settimana dalla serata che ha riportato il Cagliari di Claudio Ranieri in Seria A. Tra i primi a scattare per esultare con i compagni in campo dopo il gol di Pavoletti proprio Nández, andatura claudicante ma gioia che nemmeno la lesione al flessore ha potuto fermare. Le immagini successive hanno restituito la commozione del León, tra gli abbracci a Pavoletti e Deiola e quello con il presidente Tommaso Giulini. Scarica di adrenalina condivisa, il passato fatto di incomprensioni messo da parte. Ma se la partita della promozione è ormai alle spalle – non ancora le emozioni – quella del futuro resta aperta. “Sono in pace. Sono felice di aver portato la nostra gente, la nostra Terra dove merita”. La voce è quella del centrocampista uruguaiano, lo sfondo la festa alla Unipol Domus per alzare la Coppa Nexus che significa Serie A.
Nodo
L’ascia del contratto in scadenza sepolta momentaneamente in vista del rush finale. Lo sprint da vivere senza distrazioni, a chiedere la tregua lo stesso Nández. La conferma arrivata dalle parole del direttore sportivo rossoblù Nereo Bonato a Radiolina: “Una chiacchierata l’abbiamo fatta, con l’arrivo del playoff è stata messa un po’ da parte perché le attenzioni erano rivolte al campo. Sarà il primo tema di cui parleremo non appena risolveremo le compartecipazioni, penso ci sia la volontà da parte sua di rimanere”. Dichiarazioni da classico cauto ottimismo per quel contratto in scadenza a giugno 2024 che significa tanto alla voce futuro. Perché senza prolungamento le possibilità sono ovvie, da una parte continuare sì assieme, ma con la Spada di Damocle di un addio a zero, oppure separarsi con un ritorno economico lontano dalle aspettative. Il rapporto tra Nández e l’Isola, l’aver ritrovato la Serie A – e dunque la speranza anche in chiave Celeste con Bielsa in panchina – e la presenza di Ranieri sono tutti elementi che alimentano la speranza. Poi però c’è il nero su bianco e lì la distanza non solo non è stata colmata, ma nemmeno ancora discussa.
Passaggi interlocutori, nessuna proposta concreta, attesa per un’apertura che non è ancora arrivata nei fatti. Non solo per l’aver posticipato la discussione a stagione conclusa, soprattutto perché Nández non esclude sì la permanenza, ma allo stesso tempo non sembra intenzionato a oggi al rinnovo dell’accordo con la società rossoblù. E, restando la fase di stallo, toccherebbe al club decidere il da farsi e a eventuali pretendenti avanzare. Discorsi prematuri quelli di una possibile cessione, ma che diventerebbero concreti in assenza di passi avanti anche solo per una mera questione economica. Un nodo da risolvere quanto prima, come ammesso tra le righe dal ds Bonato, per poi scegliere la strada da imboccare per il futuro. Restano le lacrime, nella speranza che non siano quelle di un ultimo bacio mentre piove, ma al contrario quelle di chi “riprende fiato e con intenso trasporto celabra un mite e insolito risveglio”.
Matteo Zizola