Non si sono ancora dipanati i dubbi sulla prossima formazione di Fabio Aru per la stagione 2021: il ciclista villacidrese ha rilasciato un’intervista a La Repubblica parlando del futuro, tornando anche sull’episodio che l’ha portato al ritiro al Tour de France.
Per aggiudicarsi le prestazioni de Il Cavaliere dei Quattro Mori, la corsa sembrerebbe a tre con i conclamati interessi di Qhubeka-ASSOS (in pole) e Bardiani-CSF Faizané, più sullo sfondo la Vini Zabù-KTM. Il sardo ha spiegato: “Mi hanno attribuito a molte squadre, a mia insaputa. Ne sto parlando con il mio manager, a breve prenderò la mia decisione. Ho voglia di fare fatica, di correre e di tornare ad alzare le braccia. Mai pensato al ritiro, il ciclismo è la mia passione. Cosa cerco? Trovare un ambiente sano, pulito, in cui poter lavorare serenamente. Mi piacerebbe tornare al Giro. L’ho visto in tv, l’ultimo, e ho sofferto moltissimo”.
Aru ha commentato poi l’abbandono al Tour de France a causa del grave lutto famigliare che l’ha colpito in corsa: “Il ciclismo non ti perdona passaggi a vuoto, infortuni, sfortune, momenti negativi che nella vita possono capitare. Come un lutto. Questo è stato il primo che ho vissuto con consapevolezza e dolore nella mia vita. In pochi giorni purtroppo mio nonno se n’è andato. La tappa partiva da Pau, lunga pianura e poi due salite, che non ho neppure visto. Mi sono staccato subito. Ho rivisto da poco quelle immagini. Ero stravolto. La notizia mi era esplosa dentro come una bomba non appena salito in bici. E là ho toccato con mano la crudeltà del ciclismo. In ufficio, se ricevi una brutta notizia, ti prendi due ore di permesso. Al Tour la corsa se ne va, e tu resti a lottare contro te stesso, contro la vita. Le parole di Saronni? Mi hanno fatto male. Il ds Matxin e il team manger Gianetti mi sono stati vicini. Loro sono dentro la squadra, sanno, soffrono con noi. Io non ho ben capito neppure qual è invece il ruolo di Saronni nella UAE-Emirates”.
Sulle nuove generazioni ha commentato: “Si è abbassata l’età media di chi vince e si è drasticamente abbassata la pazienza dei team. Se non vinci subito sei finito. Io, ma anche Vincenzo Nibali, noi della generazione precedente abbiamo avuto tempo. Era diverso tutto. Ma non siamo da buttare, per me in una nuova stagione che mi auguro sia normale rivedremo qualche faccia che iniziamo già a dimenticare”