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Esperia Cagliari, Manca: “Ripartiamo con entusiasmo, giocare al Pala Pirastu sarà una responsabilità”

Federico Manca, coach dell'Esperia Cagliari | Foto Andrea Chiaramida
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Ospite di Buongiorno 131, il coach dell‘Esperia Olimpia Cagliari Federico Manca ha fatto il punto sui granata a pochi giorni dall’esordio in Serie B Interregionale contro la Pallacanestro Antoniana. 

La stagione
“Eravamo in attesa di un ripescaggio che non è avvenuto nonostante avessimo tutte le carte in regola, ma siamo ripartiti con lo stesso entusiasmo per cercare di fare una bella stagione. Sarà un campionato impegnativo, i gironi sono cambiati e ci sono squadre che non conosciamo. Balza subito all’occhio la Scandone Avellino che ha allestito un roster davvero competitivo con giocatori con grande esperienza in Serie B nazionale, poi ci sono altre squadre che si sono rinforzate ulteriormente come Ferentino, Viterbo ed EBK Roma. Non possiamo fare proclami se non di essere competitivi, la formula è selettiva e puntare la promozione è un obiettivo complesso, ma vogliamo farci trovare pronti nel percorso di crescita”.

Su Maresca e Morgillo
“Nella costruzione della squadra volevamo aggiungere un altro lungo che andasse a sostituire Bartolozzi, quindi abbiamo individuato Morgillo, poi a Maresca è arrivata un’offerta importante da Reggio Calabria e ha fatto un’altra scelta. Morgillo sarebbe arrivato a prescindere”

Entusiasmo
“Trasferirci al Pala Pirastu era uno step doveroso per l’entusiasmo che si era creato e per le persone che rimanevano fuori dalla nostra palestra l’anno scorso. L’obiettivo è trasformare anche il palazzetto in un fortino, c’è entusiasmo ma anche responsabilità perché diventi un punto di riferimento per la città. Verranno anche persone semplicemente curiose e sta a noi farle appassionare. Mi farebbe piacere che i ragazzi provassero, come me qualche anno fa, di giocare con un pubblico folto anche al palazzetto. Abbiamo raggiunto oltre 600 tessere abbonamenti, a cui vanno aggiunti tutti i ragazzi della polisportiva e gli universitari che entreranno con un biglietto dal prezzo simbolico. Ora spetta a noi”.

Stile e aspettative
“Era un nostro obiettivo provare a giocare una pallacanestro coinvolgente partendo dalla Serie C regionale. Volevamo provare a distinguerci per le caratteristiche della squadra e per le mie idee. Negli anni abbiamo portato degli elementi che ci hanno portato caratteristiche diverse, come quest’anno che abbiamo due lunghi importanti come Thiam e Morgillo. Sono un allenatore con richieste particolari quindi accetto l’errore soprattutto in fase di costruzione, ma non transigo sull’atteggiamento e l’impegno. L’attaccamento alla maglia è una responsabilità che cresce sempre di più verso la società, ma anche per un pubblico che inizia a essere più esigente. Iniziare a gestire una pressione che sarà diversa”

Sugli argentini
“Marco Giordano sta lavorando in Argentina e tornerà prima della nostra partita casalinga (l’11 ottobre contro Benevento ndr), sta seguendo un percorso condiviso con il nostro staff. Puntiamo a vederlo in campo verso fine novembre, non abbiamo fretta. Era un intervento programmato e speriamo risolutivo per un problema che si trascina da anni, l’anno scorso siamo stati bravi a gestirlo e ha fatto un finale di stagione eccellente. Purtroppo è arrivato esausto alle finali quando si giocava ogni tre giorni, ha giocato con una gamba sola le ultime gare. Sono curioso di vedere il suo potenziale al 100%, noi l’abbiamo visto sempre a mezzo servizio. Frattoni si integra perfettamente con Giordano, sia dal punto di vista fisico che quello tecnico. Hanno caratteristiche diverse, noi quando andiamo ad aggiungere un elemento cerchiamo dei giocatori che possono integrarsi tra loro. Con Picciau, Cabriolu e Tocco, un ragazzo che abbiamo riportato con noi dopo una grande stagione con l’Olimpia e su cui crediamo tanto”.

Ambizioni  e crescita
“Abbiamo vinto un campionato durante il Covid in cui eravamo in sei squadre in C Silver, poi la situazione si è assestata e si è tornati alla normalità. La bravura della società è stata non farsi prendere dalla fretta, magari comprando un titolo in un’altra categoria. Non siamo mai stati la squadra più forte, ma abbiamo preso ragazzi giovan con ambizione e margine di crescita. Abbiamo vinto la Serie C Silver, poi la C Gold e siamo arrivati in Serie B Interregionale e si sono subito integrati, anno dopo anno alzando l’asticella. Quando facevamo questi campionati eravamo consapevoli di avere qualche categoria di vantaggio sul modo di lavorare, con grande professionalità. La consapevolezza di avere un maestro come Riccardo Paolini alla Cagliari Dinamo Academy è stata fondamentale per me, molte carriere poi cambiano anche da chi alleni e io ho avuto la fortuna di trovare dei ragazzi con una grandissima disponibilità. Questa cosa sta continuando negli anni, i ragazzi che arrivano sono in un contesto collaudato e continuano a crescere anche per questo motivo”.

Le avversarie
“Non abbiamo termini di paragone, non conoscendo l’avversaria non hai grandi riferimenti. Nella prima giornata andremo alla cieca, l’Antoniana ha cambiato una decina di giocatori e allenatore. Ci baseremo sulla conoscenza dei singoli giocatori, poi partita dopo partita diventerà più facile e avremo più riferimenti”.

Sul derby con Sennori
“Una società solida, una squadra già competitiva l’anno scorso che ha aggiunto buoni elementi. Si dovranno adattare a un campionato nuovo. Hanno tutte le carte per fare una grande stagione, hanno grande entusiasmo dal loro pubblico. Sono convinto che si adatteranno subito alla categoria. Sennori sarà un altro punto di riferimento per la Sardegna e faranno una bella stagione”.

Sul basket in Sardegna
“Ho partecipato per la prima volta a un clinic al Memorial Porqueddu e la sensazione è che a Sassari ci sia un’aria diversa rispetto a Cagliari, dove vedo meno entusiasmo e meno opportunità e abbiamo un pochino di difficoltà per formare allenatori a livello giovanile. La nostra responsabilità è quella di essere attenti per il nostro territorio”.

Futuro
“Se mi ha cercato qualche altra squadra? Non ho volutamente un procuratore che si occupa di queste cose. Volevo completare il mio percorso formativo con la tessera di allenatore nazionale, ma poi perché l’ambizione e la stima reciproca con l’Esperia va di pari passo. Detto questo, è un lavoro per me, non si sa cosa può succedere domani, ma con l’Esperia c’è unità di intenti su un progetto condiviso. L’Esperia è un terreno fertile per continuare a crescere e provare le mie cose. Per allenare il più in alto possibile è scalare le categorie e fare da vice in campionati maggiori, non mi pongo ancora questa domanda perché credo di poter dare qualcosa all’Esperia e sono focalizzato su quello che posso fare qua”.

La Redazione

 

 

 

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