L’Olbia continua a prendere forma. Il cantiere, almeno dal un punto di vista degli elementi in rosa, sembra stia per concludere i lavori. Stamattina nella sala stampa del “Nespoli” sono state presentate altre tre pedine che comporranno la nuova Olbia 2020/2021. Si tratta del portiere Paolo Tornaghi, del difensore Andrea Cadili e dell’attaccante Luca Gagliano.
Come di consueto, presenti il numero uno Alessandro Marino e il direttore sportivo Tomaso Tatti.
“Sono giocatori che abbiamo fortemente voluto – esordisce il presidente -, possiamo ritenerci soddisfatti per quanto fatto fin qui. Stiamo lavorando duramente in queste ore per l’ultima operazione di mercato e poi possiamo ritenere concluse le entrate per dedicarci al completamento dei trasferimenti in uscita”.
Parola al direttore Tatti per una rapida presentazione dei tre neo giocatori bianchi. Partiamo da Tornaghi. Durante l’ultima conferenza il diesse parlò di un portiere, la scelta – anticipò – sarebbe dovuta ricadere tra un profilo giovane o uno d’esperienza: “Il presidente ha fatto un sacrificio per prenderlo, perché si tratta di un portiere esperto. Scuola Inter, Paolo ha fatto gli ultimi due anni alla Pro Patria, dopo essere tornato dagli Stati Uniti”.
“A Busto sono stati anni positivi, abbiamo raggiunto obiettivi anche molto grandi per la realtà e sono contento. Ora devo continuare su questo livello e dare una mano importante alla squadra. Ciò che vedo è la voglia di migliorarsi e questo fa la differenza”. Portiere ruolo con tante pressioni? “Noi portieri abbiamo sempre i riflettori puntati addosso, abbiamo un ruolo delicato, le prestazioni contano molto. Sono abituato al tipo di pressioni legate a ciò che faccio ormai da tanti anni, perciò non soffro particolarmente”. Essendo venuto a giocare a Olbia nelle ultime due stagioni, l’estremo difensore si era già fatto un’idea della squadra: “L’Olbia è una squadra molto difficile da affrontare, per chiunque, ha avuto ed ha giocatori di personalità: questa è una base importante per costruire qualcosa di buono”.
Passiamo alla difesa. Andrea Cadili ex Cagliari Primavera lo scorso anno ha giocato a Foggia, una piazza caldissima e impegnativa.
“Si è ritagliato un posto in squadra – afferma Tatti – e hanno vinto il campionato di D (girone H, nda), a seguito della squalifica del Picerno e del Bitonto per combine. Ha avuto altre proposte ma la sua scelta è stata decisiva”.
Il centrale si prepara ad esordire tra i professionisti: “Sono motivato e felice di vestire questa maglia e iniziare questa nuova avventura con un mister, società e compagni che conosco. Spero e penso che faremo un grande campionato. Cosa ha fatto la differenza nella mia scelta? La presenza di mister Canzi. So cosa chiede e sa cosa posso fare. Credo che con questa stima reciproca l’unione sia naturale”.
A differenza di tanti suoi compagni che hanno un nome in mente, Cadili non ha modelli a cui ispirarsi: “Non ho un idolo, credo nel lavoro e nell’impegno costante, solo così si possono raggiungere obiettivi personali e di squadra”.
Chiudiamo con il reparto più avanzato. Gagliano in questi giorni è stata più che una suggestione come conferma il direttore: “Non abbiamo detto nulla per scaramanzia l’ultima volta ma avevamo il sì del ragazzo, nonostante numerose richieste. È stata decisiva la sua volontà. Anche lui è un giocatore importante, nel quale crediamo tanto. Ha fatto l’esordio in A e ha segnato alla Juve, dopo aver disputato un ottimo campionato in Primavera”.
Lo chiediamo direttamente a lui, cosa ha fatto, allora, la differenza? “Ho scelto Olbia per la presenza del mister e perché è una società che crede in me. Io ho deciso di mettermi in gioco in un campionato difficile che mi permetterà di crescere anche grazie all’apporto dei giocatori più esperti.
Da sardo sono certo che sarà una bella esperienza, abbiamo tutte le potenzialità per fare bene con il giusto mix di giocatori. Possiamo arrivare in alto”.
Cosa sarà fondamentale in questa esperienza? “Credo che non si debba venire qui con la mentalità sbagliata. Serve tanta voglia di fare e di dedicarsi alla squadra. Il passaggio dalla A alla C non significa cullarsi sugli allori, semmai il contrario”.
Una battuta è d’obbligo sul suo esordio con gol in A contro la Juve: “Credo sia il sogno di ogni bambino esordire e segnare un gol a uno dei portieri più forti del mondo”.
Roberta Marongiu