La Corte d’Appello sportiva territoriale ha ridotto di due giornate la squalifica di Simone Calaresu, attaccante della Tharros che era stato fermato dal giudice sportivo per dieci turni dopo l’espulsione ricevuta nella gara contro il Calangianus nel decimo turno di campionato di Eccellenza. Una decisione che non è piaciuta al club oristanese che ha annunciato il ricorso alla giustizia ordinaria.
La scelta
L’espulsione aveva portato a diverse polemiche nei giorni successivi alla gara, soprattutto quando il Giudice sportivo ha deciso di adottare il pugno duro contro il giocatore, sempre dichiaratosi estraneo ai fatti. Una versione appoggiata dalla società e spiegata ai nostri microfoni dal presidente Tonio Mura (qui per leggere l’intervista), che aveva portato al reclamo ufficiale alla Corte d’appello sportiva territoriale. La decisione resa nota dall’ultimo comunicato emesso dalla Figc, ha portato alla dura reazione la Tharros che ha affermato, attraverso i propri canali di comunicazione, la volontà di passare sul piano della giustizia ordinaria. “La società – si legge – […] esprime profonda insoddisfazione riguardo alle decisioni adottate dalla Corte Sportiva d’Appello Territoriale, che ha ridotto la pena da 10 a 8 giornate nonostante la testimonianza scritta, allegata al reclamo tramite PEC, da chi ha compiuto il fatto spiegando tutto nei dettagli, più la testimonianza scritta della società FBC Calangianus 1905, allegata al reclamo tramite PEC, dove alcuni giocatori della società ospite sostengono la tesi della Tharros. Vista la percezione di una perdita di credibilità nella giustizia sportiva, la società decide di rivolgersi alla giustizia ordinaria per difendere il giocatore e difendere la società stessa”.
La Redazione
