Dall’esperienza in quel di Sassari con la maglia biancoblù della Dinamo alla grande opportunità di misurarsi con una delle realtà più importanti della pallacanestro del Belpaese come quella dei campioni d’Italia di Milano. In una lunga intervista rilasciata ai colleghi de La Nuova Sardegna, il 24enne centro senegalese Ousmane Diop ha raccontato la sua esperienza in Sardegna ma anche le sue prime sensazioni in biancorosso sotto la guida di coach Ettore Messina. Di seguito alcuni estratti delle sue dichiarazioni.
Sul sogno di arrivare a Milano
“Lo so, è un traguardo che è nel pensiero credo di ogni giocatore. E non tutti se l’aspettavano da me, lo dico tranquillamente, anche se sin dai tempi di Udine c’è stato sempre chi ha creduto in me, ma non tutti. Con i sacrifici e il lavoro, cercano sempre di fare la cosa giusta, ci sono arrivato. Ma la cosa più difficile ora è restarci. Ora il livello si alza e occorre imparare il più presto possibile per entrare nella chimica giusta”.
Da Sassari a Milano
“Se Sassari è diventata un po’ casa mia dal 2018? No, Sassari “è” proprio casa mia. Già quanto ho avuto l’occasione di firmare con Milano ho parlato subito con il presidente Sardara per avere consigli, per me era importante”.
Sui flash di questi anni a Sassari
“I playoff del 2022-2023 con Venezia, ma anche altre partite in una stagione che era stata per me davvero molto importante. Vero che al primo anno in cui arrivai andammo in finale scudetto, ma era diverso perché facevo molta panchina, mentre quello è stato davvero esaltante per me”.
Sulle persone con cui ha legato di più nell’esperienza a Sassari
“Tantissime, non posso elencarle… Dico Fadel Fall, mio grandissimo amico, con cui ci vedevamo quasi ogni giorno. Riguardo al basket, sicuramente coach Piero Bucchi. Devecchi, Gentile, Gandini, sono persone con cui ho passato tanto tempo, oltre a Treier, Cappelletti e Bendzius”.
La Redazione
